Tanti ombrelloni vuoti nei giorni feriali (le spiagge si popolano nel weekend), ma in città si notano sempre più spesso ospiti accampati nei luoghi più diversi.
Non sembra un’estate particolarmente felice per il turismo. Spiagge con tanti ombrelloni vuoti durante i giorni settimanali nonostante siamo nel finale del mese di luglio, e i vari esausti fracassoni “eventi” garampiani che arrecano più disagi ai riminesi che attrattiva turistica vera e qualitativa.
Vi sono però alcuni siti cittadini che non conoscono flessione e, oltre al sottoscala del teatro Novelli divenuto un pratico dormitorio per balordi, il Parco F.lli Cervi è certamente il più ambito. Nonostante i vari cartelli che vietano l’espletamento di varie attività, tra cui il campeggio, di fatto quest’ultimo viene attuato senza alcuna ostruzione.
Se in un recente passato chi percorreva la pista ciclo-pedonale di mattina poteva assistere alle tante persone che, dopo avere passato la notte all’addiaccio sull’erba dormivano ancora, ed in alcuni casi fili tesi tra le piante per stendere biancheria, oggi si assiste ad un salto di qualità.
Domenica in un angolo appartato, ma neppure più di tanto, era visibile una tenda da campeggio piantata da qualcuno per trascorrere la notte; e nonostante fosse un’ora tarda della mattina, era ancora lì chiusa.
Evidentemente è questo il turismo che interessa a Rimini, in sintonia con l’incuria di cui molte zone sono ormai irreversibilmente preda.
Visto che il fenomeno viene tollerato, come peraltro accade da diversi anni, prendiamone il lato positivo censendolo. Così nei numeri delle statistiche delle presenze turistiche a Rimini, potranno rientrare a pieno titolo anche questi “utenti”. Perché si sa, quando si tratta di raccontare che il modello Rimini tiene e, anzi, si incrementa, tutto fa brodo.
Salvatore De Vita
COMMENTI