La battagliera associazione "Donnedamare per l'impresa balneare" affonda il disegno di legge approvato alla Camera ma bloccato al Senato dalle opposizioni e chiede ai candidati di sottoscrivere un patto contro "l'esproprio coatto delle attuali aziende balneari". Ha raccolto l'adesione di Matteo Salvini ed Elena Raffaelli promette il sostegno: "Lo faremo".
“Chiediamo ai candidati alla Camera e al Senato l’impegno di salvare il settore balneare italiano, facendo prevalere l’interesse nazionale garantito dalla Costituzione, secondo il virtuoso esempio di quanto già avviene in Germania, dove tutte le normative comunitarie sono indistintamente di livello inferiore a quelle costituzionali tedesche”.
L’associazione “Donnedamare per l’impresa balneare” che da tempo si batte accanitamente contro la Bolkestein e le sue conseguenze, lancia un appello e ne chiede una sottoscrizione, alle forze politiche in campo per le elezioni del 4 marzo. Il documento chiede ai candidati di mettere la propria firma sotto un impegno solenne: “di proporre, con apposita iniziativa normativa, nella futura legislatura, la revisione e il riordino della materia relativa alle concessioni balneari marittime, lacuali e fluviali ad uso turistico e ricreativo, attraverso misure in grado di tutelare l’attività delle imprese interessate al fine di garantire la reciproca e leale concorrenza tra i balneari europei e assicurare il diritto acquisito alla continuità imprenditoriale delle concessioni in essere con un titolo sicuro e certo, perché è irragionevole e contra Costitutionem l’applicazione retroattiva della stessa alle concessioni sorte anteriormente al suo recepimento e all’affermazione del principio di evidenza pubblica comunitaria”.
Ma il documento parla anche del “disegno di legge capestro”, quello d’iniziativa del governo uscente “riguardante evidenze pubbliche e criteri premiali incerti per gli attuali concessionari”. Perché capestro? “Perché era basato sull’errato postulato della scarsità della risorsa, quando manca un monitoraggio esaustivo di tutte le situazioni riguardanti il demanio marittimo, bene statale, attualmente non scarso, essendo disponibile circa la metà delle coste balneari italiane”.
E’ un giudizio negativo su tutta la linea circa il lavoro fatto dal governo di centrosinistra nella passata legislatura.
Bocciano il disegno di legge (bloccato in commissione industria e finanze del Senato, dopo il via libera della Camera, per la contrarietà delle opposizioni) perché “prevedendo la piena attuazione dell’articolo 12 della direttiva Bolkestein, è in contrasto con la Costituzione italiana, la quale ha per fondamento il diritto al lavoro”, e la sua approvazione “avrebbe comportato per gli attuali concessionari l’esproprio di fatto delle loro aziende balneari oltre alla perdita del lavoro, senza la copertura di ammortizzatori sociali”. Un “esproprio coatto”, aggiungono, “delle attuali aziende balneari, oltre 30 mila imprese, e creerà tensioni e conflitti sociali di dimensioni inimmaginabili e aprirà un contenzioso giudiziario di difficilissima gestione”.
Sulla pagina Facebook delle Donnedamare è stato pubblicato il patto con la firma di un leader nazionale, Matteo Salvini, e la candidata riminese leghista per il centro destra nel collegio uninominale alla Camera rilancia l’appoggio incondizionato alle richieste delle balneari: “Lo faremo”.
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