Carim cambia pelle? “Non più banca del territorio ma di prossimità”, annuncia il direttore

Carim cambia pelle? “Non più banca del territorio ma di prossimità”, annuncia il direttore

"Banca del territorio ha anche delle connotazioni negative, preferisco parlare di banca di prossimità". Non sembra solo un cambio di abito quello annu

“Banca del territorio ha anche delle connotazioni negative, preferisco parlare di banca di prossimità”. Non sembra solo un cambio di abito quello annunciato oggi dal direttore di Banca Carim al convegno “Rinnova Rimini. Opportunità tecniche, fiscali e finanziarie per la rigenerazione urbana” organizzato dalla stessa banca e dall’associazione dei costruttori a Palazzo Agolanti. Al tavolo dei relatori, fra gli altri, Ulisse Pesaresi (Ance), Roberto Ricci per l’Ordine degli Architetti, Massimo Giorgetti (Collegio Geometri), Marco Manfroni (Ordine Ingegneri), Gilberto Leardini (Collegio Periti Industriali), il dirigente alla pianificazione territoriale del Comune di Rimini, Alberto Fattori. A tema anche le opportunità creditizie e fiscali per mettere in pratica il Rinnova Rimini e questo spiega il coinvolgimento di Carim, che evidentemente può sedere ad un tavolo come questo in quanto banca del territorio.
Da sempre Carim è sinonimo di banca del territorio. Nei documenti ufficiali si legge che “ha legato il proprio sviluppo e la propria crescita economica al progresso più complessivo dell’intero territorio”, che ha sviluppato una “sempre più capillare presenza nel territorio della provincia di Rimini e nelle aree limitrofe”, oppure che il suo obiettivo primario è quello “di essere Banca di riferimento per il territorio”. Ecco perché quella tratteggiata oggi, seppure con veloci accenni, da Giampaolo Scardone, direttore generale dell’istituto di credito di piazza Ferrari dopo l’addio di Alberto Mocchi, sembra una rivoluzione copernicana. Tutta da spiegare (e Scardone non l’ha fatto), ma da dove prenda le mosse non è difficile immaginarlo. Così come è stata interpretata in molti casi, anche da Carim, la banca del territorio è quella che si sobbarca oneri anche di tipo “politico”, a partire dalle infrastrutture “di sistema”, e a Rimini si parla ovviamente di quelle fieristiche e aeroportuali, mettendo non proprio in primo piano i criteri di una sana e prudente gestione. La vicenda dell’aeroporto di Rimini, con Carim che si è imbarcata nel tentato salvataggio del Fellini, è stata emblematica. Essere banca del territorio, poi, a volte ha significato foraggiare abili “prenditori” col risultato di gonfiare i crediti deteriorati. Non è mancato il riferimento ai fin troppo facili finanziamenti ottenuti in passato da settori come quello dell’edilizia, a cui invece Scardone ha fatto esplicito riferimento nel suo intervento.
Sono forse esempi come questi che il neodirettore ha in mente quando immagina una nuova identità bancaria. La questione è seria e meriterebbe di essere approfondita: quali dovrebbero essere i connotati di una banca realmente locale, ovvero a servizio della economia nella quale opera? Scardone sa bene che il gioco non può risolversi in un cambio nominale. Banche di comunità, di prossimità e di relazione, si sono definite da tempo quelle della galassia Bcc, ma anche per loro le etichette rischiano di non descrivere più la realtà.
Comunque che Carim abbia in mente una nuova mission, risulta chiaro anche dagli altri segnali inviati dal direttore Scardone, quando oggi ha spiegato che il nuovo piano industriale al quale la banca sta lavorando contempla anche un nuovo concetto di filiale, sul quale è previsto addirittura un bando. L’innovazione tecnologica ha reso una realtà l’utilizzo “virtuale” della banca, ma allo stesso tempo resta l’esigenza di un contatto con la clientela. La “ricetta” della nuova filiale è la sfida del futuro e su questo punto Scardone vuole giocarsi la carta del concorso di idee. La crisi aguzza l’ingegno. (p.c.)

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