«Castel Sismondo ridicolizzato»: Vittorio Emiliani sul “Fatto quotidiano”

«Castel Sismondo ridicolizzato»: Vittorio Emiliani sul “Fatto quotidiano”

Il presidente del comitato per la Bellezza, giornalista e scrittore, a proposito della rocca trasformata in set cinematografico parla di «una desolante e volgare spettacolarizzazione» e rilancia l'appello dell'associazione Rimini Città d'Arte.

«…in Emilia Romagna c’è un altro grande castello ridicolizzato dalle pretese di spettacolarizzazione ed è Castel Sismondo». Chi lancia una accusa tanto forte sulla stampa nazionale? A scriverlo sul “Fatto quotidiano” di oggi (che aveva già ospitato il j’accuse di Tomaso Montanari) è Vittorio Emiliani che definisce la rocca malatestiana – sia lode a lui – «opera ormai certa di un grande, Filippo Brunelleschi».
Prosegue Emiliani: «Gli stessi storici dell’arte locali che condussero coraggiosamente la battaglia per il restauro (alla fine quasi filologico) del bel Teatro Comunale “A. Galli” semidistrutto dai bombardamenti, Gianni Rimondini e Attilio Giovagnoli, hanno promosso una polemica raccolta di firme per dare a Castel Sismondo la dignità e l’integrità che aveva. Essi denunciano che il sindaco, Andrea Gnassi, “dopo aver degradato il castello a contenitore di un mucchio di ciaffi felliniani” ora sta cercando soldi dagli imprenditori per erigere davanti al maniero “una sagoma del transatlantico Rex di altezza superiore alle prime mura del Castello”. La sagra del cattivo gusto che Federico detestava continua con l’installazione nell’antico fossato di un macchinario idraulico che solleva nebbie artificiali e pareti d’acqua sulle quali proiettare i film felliniani».

Vittorio Emiliani è il presidente del comitato per la bellezza, con un curriculum di tutto rispetto: giornalista di lungo corso (ha diretto Il Messaggero ed è stato consigliere d’amministrazione della Rai oltre a numerose collaborazioni a varie testate nazionali), parlamentare, saggista con più di trenta titoli all’attivo, originario della Romagna. Il fratello Andrea, mancato nel 2019, è stato sovrintendente per i Beni Artistici e Storici per le province di Bologna, Ferrara, Forlì e Ravenna ed ha fondato l’Istituto per i beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna.
«Rimondini e Giovagnoli fanno appello ai consiglieri di maggioranza perché votino contro la manomissione di Castel Sismondo, alle associazioni per la tutela fin qui silenti anche quando sono stati abbattuti i platani centenari di piazza Malatesta oggi cementata e salvino il platano bicentenario. Si appellano a Italia Nostra, al FAI, agli intellettuali riminesi, alcuni di fama nazionale, fin qui silenziosi, “a spendersi per Rimini”», scrive.
L’intervento di Vittorio Emiliani sul “Fatto”, che si apre con un altro caso che sta facendo molto discutere («in uno dei castelli rinascimentali più belli d’Italia», quello di Torrechiara, «tutelato insieme al paesaggio circostante dai Beni Culturali, la Giunta civica ha presentato numerose varianti ai Piani esistenti per far costruire abitazioni ai privati») si chiude con questa considerazione: «I monumentali Castelli di Torrechiara (Parma) e Castel Sismondo (Rimini) sono due formidabili emblemi del nostro primo Rinascimento. Possibile che debbano essere sviliti a residenza privata, a parcheggio, a fondale per spettacoli di bassa lega, a una desolante e volgare spettacolarizzazione?». E anche il titolo è emblematico: «Emilia-Romagna, i Comuni vanno all’assalto dei castelli».

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