L'occasione è stata quella della presentazione di un libro, il romanzo storico di Franco Fregni, ex direttore de La Voce di Romagna, che si è tenuta i
L’occasione è stata quella della presentazione di un libro, il romanzo storico di Franco Fregni, ex direttore de La Voce di Romagna, che si è tenuta ieri sera al Club Nautico di Rimini davanti ad un’ampia platea (fra gli altri anche Manlio Maggioli). Finis, questo il titolo del romanzo, pennella anche una approfondita descrizione storico-geofragica della regione Emilia Romagna, e da qui è partita la domanda che il moderatore dell’incontro, Paolo Facciotto, ha posto a Giuseppe Chicchi, ex sindaco di Rimini, assessore regionale (all´Ambiente e Difesa del suolo negli anni 80 col presidente Turci e al Turismo e commercio con Guerzoni), e più di recente anche parlamentare.
“Tutti noi sappiamo che Vasco Errani è stato un ottimo governatore, un onesto uomo politico, ma è incappato in un “incidente”, dopo un’assoluzione, perché due avvocati della Regione hanno scritto una memoria difensiva, che probabilmente Errani non ha neanche letto, nella quale ci sono alcune cose non vere. Il giudice ritiene che lui le avesse lette, il giudice precedente ha ritenuto che non le avesse lette”. Difesa su tutta la linea del presidente Errani, dunque, ma qui Chicchi ha inserito una valutazione: “L’Emilia Romagna negli ultimi anni non ha avuto una capacità di innovazione pari a qulla che ebbe negli anni 60, 70 e 80. Ricordo analisti americani che venivano a studiare i centri servizi che erano stati costruiti nel modenese e nel parmense, ad esempio, le scuole materne e altro… Questo fascino, legato ad una capacità di innovare continuamente, si è un po’ perduto”. Perché si è perduto, si è domandato Chicchi. “Perché si è indebolita la politica e non perché la politica fosse troppo forte, ma perché negli ultimi anni è stata troppo debole. Quel rapporto virtuoso che in Emilia Romagna si è realizzato in quegli anni, fra politica, economia, servizi e partecipazione, con la crisi della politica e dei partiti, compresi i partiti egemoni in regione, ha determinato una perdita di innovazione. Per alcuni questo significa la fine di un ciclo, ma io dico: dopo cosa c’è? Siamo sicuri che la società civile sia in grado di esercitare la capacità di innovazione che la politica, insieme alla società civile, ha prodotto in questa regione? Forse il futuro risponderà a questa domanda”.
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