Confusione, contraddizioni e impreparazione. Promesse da fare impallidire il candidato sindaco Cetto... Ma siamo a Rimini e non nel film di Albanese. La lettera di Salvatore de Vita.
Si sente sicuro il “dinamico duo”, espressione mutuata dalla saga Batmaniana; trattasi di Jamil Sadegholvaad e Chiara Bellini. Imposto dal monarca assoluto, per fortuna ancora per poco, dichiara di essere certo di vincere le prossime elezioni amministrative al primo turno. E per avvalorare questa sicurezza porta a suffragio il caos attuale che regna nel centrodestra. Ma anche l’appoggio di liste civiche che, come insegna la tradizione locale, esprimeranno il nulla come parimenti conterebbero qualora nella maggioranza.
Parole coraggiose se si pensa allo sgangherato teatrino che ha portato al passo indietro di Emma Petitti, ed alla rinuncia delle primarie punto di forza e democraticità di un partito che si connotava come tale; magari altrove, semmai, ma non a Rimini. Ma qui da noi si chiama investitura e non caos. Punti di vista, tipici di un lessico politico tutto nostrano.
Poi, sempre nella conferenza stampa che ha esordito in tal modo, il vago programma in cui è previsto tutto per tutti. Sanità, servizi sociali, turismo e diffusione della cultura nelle periferie (?). Tipico di una politica in cerca di consensi, che si guarda bene dall’entrare nel merito degli specifici aspetti.
Prima di procedere oltre occorre una doverosa premessa. I due personaggi in questione, rappresentano il primo una dichiarata continuità dell’opera gnassiana; la seconda, invece, sembra smarcarsi dichiarandosi proveniente da un’esperienza civile. Un mix da corto circuito, già proposta nell’ultima esperienza amministrativa decennale trascorsa, di cui si è visto l’esito non proprio felice. Dejà vu.
Ma torniamo ai temi ed alle cose concrete. Jamil Sadegholvaad è stato in pratica assessore a tante cose; assessorati nevralgici per l’amministrazione quali la sicurezza ed il settore produttivo della città. E l’epilogo disastroso oggi è sotto gli occhi di tutti. Perennemente nei primi posti in classifica per insicurezza e fatti non proprio edificanti, in fondo alle stesse per qualità della vita, ha visto anche l’inesorabile declino e degrado del Centro Storico e del salotto di Marina Centro, per una sgangherata politica commerciale, e non solo, ad essi dedicati.
Lo stesso personaggio quindi, dopo un infruttuoso decennio, oggi si ripropone per affrontare gli stessi obiettivi mancati. Ma vi è di più. Jamil Sadegholvaad è anche assessore ai lavori pubblici e solo ora si sveglia su un tema spinoso. La chicca, il pezzo forte, forse balzato all’idea dopo avere letto gli articoli apparsi su Rimini 2.0 che hanno avuto grande interesse di lettura: il problema della viabilità legata alla chiusura del Ponte Tiberio.
Dopo avere avuto ben dieci anni per affrontare quel problema nonostante le varie soluzioni presenti, una sostanziale lasciata in eredità dall’amministrazione precedente, oggi teorizza sul ponte “in affiancamento all’Obi e allo stadio del baseball …”.
Viene alla mente il film in cui Cetto La Qualunque, divenuto sindaco, alla fine promette di costruire il ponte; quello era “di pilu”, ma nel nostro caso probabilmente attiene alla fantasia, o comunque al solito intervento avulso dal contesto generale della viabilità cittadina, affidata all’improvvisazione estemporanea piuttosto che alla professionalità.
Come se egli stesso non fosse mai stato coinvolto nel progetto gnassiano di chiudere il Ponte Tiberio e poi si vedrà; e, quindi, nel solito trionfo dell’immagine a discapito della sostanza. Oppure dare da intendere che, nonostante mezzi e perizie tecniche, occorrono dieci anni per poi non sapere risolvere un progetto simile.
In sostanza il programma vacuo, contraddittorio e fumoso, sembra piuttosto uscito per i suoi contenuti da chi si presenta “ex novo” come un’alternativa politica di una trascorsa gestione reputata, tra le righe, carente. Ma, al contrario, vede un forte protagonista della stessa, oltreché un fedele esaltatore del sindaco stesso e del suo operato.
Con ciò connotandosi confusione, contraddizione e impreparazione a ricoprire l’incarico di primo cittadino di una città che avrebbe la reale necessità di essere guidata da persone capaci e disgiunte da chi l’ha portata ad aggrovigliarsi sugli importanti temi irrisolti oggi nella lista delle buone intenzioni.
Salvatore de Vita
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