Ecco cosa ha davvero fatto il sindaco Gnassi in quasi 5 anni a Palazzo Garampi

Ecco cosa ha davvero fatto il sindaco Gnassi in quasi 5 anni a Palazzo Garampi

Si avvicina la fine del primo mandato amministrativo di Andrea Gnassi. In base agli sviluppi dell'inchiesta Aeradria nel Pd decideranno se fargli fare anche il secondo. Ma nessuno lo sta valutando mettendo sul piatto le realizzazioni, che pure dovrebbero essere la vera pagella di un sindaco. Lo abbiamo fatto noi, per andare a vedere quanti degli obiettivi che aveva elencato nel suo programma sono stati davvero centrati. Al di là dell'enfasi sul fila dritto e sull'anello delle nuove piazze, la "ciccia" è poca. Con alcune clamorose contraddizioni: aveva assicurato che la pressione tributaria sarebbe rimasta inalterata per l'intero mandato. Invece è più che raddoppiata.

Il sindaco di Rimini fila dritto verso la fine del mandato. Fra circa sette mesi Andrea Gnassi sarà arrivato al termine del suo primo impegno amministrativo. Ce ne sarà un secondo per lui? Al di là della riconferma o meno (ad oggi nel Pd sembrano prevalere coloro che sono intenzionati a riconfermarlo, ma la vicenda Aeradria lascia aperte molte incognite), su quanti punti del programma elettorale di Gnassi si può scrivere “fatto!”? Pochi. Il piano delle fogne, gli interventi sulla viabilità, lo spostamento del mercato ambulante (fra qualche mese si potrà trarre un primo bilancio, ma sin d’ora si può dire che il trasloco forzato ha dato vita ad una sorta di fiera disordinata e parcellizzata, più che ad un mercato, che sta creando anche problemi alla viabilità, e fra non molto gli ambulanti diranno se le vendite reggono, ma in caso contrario si potrà parlare di un fallimento su tutta la linea), l’intervento di piazza Malatesta (per ora c’è solo un’area recintata e un prezioso parcheggio sparito con enormi problemi di sosta e traffico mentre si avvicinano le festività natalizie) e il Galli (che comunque il programma dava da completare “entro il 2014” e che Gnassi ha semplicemente proseguito), depongono a favore di chi sostiene che il sindaco abbia impresso una svolta in fatto di cantieri. Ma se si scorre l’elenco degli obiettivi programmatici sono tanti i buchi neri, le opere annunciate e non ancora realizzate, addirittura in alcuni casi quello che è stato fatto va in direzione opposta a quanto era stato promesso.

A breve pubblicheremo l’elenco dei 36 obiettivi elettorali del sindaco con il dettaglio delle opere fatte e di quelle incompiute. Ma intanto si può tracciare un bilancio di quello che si muove e di quello che resta al palo.

Voto negativo sulla riorganizzazione degli orari degli uffici comunali che il sindaco prevedeva aperti dalle 7.30 alle 19.30. Invece la fascia oraria coperta va dalle 7.30 alle 15 (lunedì, mercoledì e venerdì) e dalle 7.30 alle 17 (martedì e giovedì). Idem per la Biblioteca Gambalunga che avrebbe dovuto garantire l’apertura fino alle 23. Invece chiude alle 19 e il sabato alle 13.

La macchina comunale si sarebbe dovuta rinnovare legando l’indennità di rendimento per i dirigenti al raggiungimento degli obiettivi fissati a inizio anno e alla soddisfazione dei cittadini per i singoli servizi “da testare attraverso iniziative periodiche di customer satisfaction”. Ma gli unici rilevamenti per testare la soddisfazione degli utenti riguardano gli asili nido, la Biblioteca Gambalunga e l’Urp, e in tutti e tre i casi sono partiti prima che si insediasse il sindaco Gnassi a Palazzo Garampi (per Biblioteca e Urp la customer satisfaction si fa da una decina d’anni).

Clamorosa la contraddizione in materia di pressione tributaria. Gnassi giurava che sarebbe rimasta “inalterata per l’intero mandato”. Qui il primo cittadino si merita il Pinocchio d’oro perché, secondo i dati ufficiali dell’Osservatorio regionale sulla finanza territoriale, è più che raddoppiata. La pressione tributaria per abitante nel 2010 era di 355 euro (e quella finanziaria di 579). Nel 2011 è salita a 546 (776 finanziaria), nel 2012 a 599 (822 finanziaria), nel 2013 a 772 (981) e nel 2014 a 842 (1.037).

Se si guarda alle partecipazioni si vede che il piano di dismissione delle partecipate (obiettivo che fa parte del programma di mandato) è stato approvato lo scorso marzo, dopo che la legge di stabilità per l’anno 2015 ha reso improcrastinabili i termini entro i quali operare una cura dimagrante. L’elenco delle società partecipate direttamente o indirettamente dal Comune in società e consorzi era fermo a 21 nel 2011, ma a fine 2015 non si discosterà di molto. Attualmente il Comune di Rimini partecipa direttamente in 6 società municipalizzate e, tramite Rimini Holding SpA, partecipa indirettamente in altre 13. E scartando come un cioccolatino le società partecipate ci si imbatte in altre società, come tante matrioske, in totale una cinquantina, che foraggiano un esercito di piccole e grandi poltrone controllate dai soliti noti. Ora l’amministrazione comunale ha messo in vendita l’80% delle quote di Itinera e il 20% della quota detenuta in Amfa, mantenendone solo il 5%, mentre resta aperta la preoccupante situazione del sistema fieristico-congressuale.

L’approvazione del Psc è arrivata in zona Cesarini dopo che il piano strutturale comunale è stato in naftalina per 4 anni ed Ance, Unindustria e sindacati hanno ripetutamente denunciato il collasso dell’edilizia. Di fatto sarà la nuova amministrazione a concretizzare qualcosa. Dall’inizio della crisi ad oggi le aziende iscritte ad Ance Rimini sono passate da circa 60 a 41 e quelle attive con cantieri aperti sono 23.

“Tornare ad abitare in centro”, era un’altra promessa elettorale del sindaco. Un ritorno favorito dal “frazionamento degli edifici e dalla loro riqualificazione”. Col “Rinnova Rimini” le misure per incentivare la riqualificazione del patrimonio edilizio hanno fatto un passo avanti, ma il centro storico resta un malato grave. L’Anello delle nuove piazze è un impegno rispettato: chiusi gli interventi della seconda fase, resta la terza e ultima, con la riqualificazione di 24 tra vie e piazze del centro storico cittadino: dal rosso dell’asfalto per le vie alla rigenerazione di luoghi storici e piazzette. Circa 1 milione di euro il costo del primo intervento, 1.832.000 il secondo e 1 milione 300 mila il terzo, che si completerà coi lavori in Corso d’Augusto, via Cavalieri, via Angherà, via XXII Giugno, piazzetta Agabiti, via Quintino Sella, giardini Teatini.

Promesse anche per la riqualificazione del tessuto commerciale, ma i fatti parlano di un centro che mostra sempre più negozi chiusi e attività che migrano verso Riccione. Che fine ha fatto il progetto, che avrebbe dovuto essere “lanciato e definito nel primo anno di legislatura” chiamato “Primo Chilometro”? Ovvero le cento azioni concertate “che a partire dal punto centrale di Piazza Tre Martiri per un raggio di un chilometro promuovono progetti che vanno dalla segnaletica al collegamento con parcheggi scambiatori ad aree attrezzate per l’uso gratuito di biciclette, etc”.

Molta enfasi anche su parcheggi e piste ciclabili, ma i risultati sono parecchio al di sotto della soglia attesa. “L’obiettivo dei cinque anni è quello di passare dagli attuali 70 a 140 chilometri reali di piste ciclabili, tutte in rete e dunque efficienti e ben collegate”, strombazzava Andrea Gnassi. Anzitutto la giunta Gnassi ha ereditato 78.070 metri di piste ciclabili (non 70) e ad oggi ne ha realizzati quasi 15 mila (14.992) quindi il totale dà circa 93 mila. Bisogna pedalare ancora parecchio per arrivare a 140 mila.
Per quanto riguarda le aree di sosta così recitava il programma di mandato: “il piano della sosta, già approvato, prevede che nell’arco di un quinquennio l’offerta di parcheggi venga così incrementata: i parcheggi attualmente compresi tra centro e borghi passino da 2270 a 5538; venga triplicata l’odierna offerta dei parcheggi di attestazione e/o scambiatori, arrivando a una disponibilità complessiva di 17.500 posti”. I posti auto nei parcheggi a servizio del centro storico sono al momento 2.606.

Ma è un po’ tutto il capitolo mobilità a fare acqua. Dal Trc che non si può certo dire ultimato, fino all’aeroporto: “Rimini deve sfondare il muro del milione di passeggeri annui”. Fatte alcune rotatorie (all’incrocio tra Statale e Superstrada e tra Statale e via Montescudo/Coriano ci ha pensato Società Autostrade) e altre sono attese. Completato l’asse di viale Roma e gran parte dell’attenzione mediatica è stata incentrata sul fila dritto, ma i nodi della viabilità a Rimini non si possono di certo dire risolti. Veniva anche promesso il ponte di Tiberio “definitivamente pedonabile nel 2014”.

“La riqualificazione degli assi commerciali a mare” deve ancora vedere la luce. E la “riqualificazione dei lungomari” è per il momento una manifestazione d’interesse che secondo il sindaco coinvolgerebbe “centinaia di imprenditori che vogliono credere nel futuro”, ma se l’interesse diventerà qualcosa di concreto e, soprattutto, opere in atto nel Parco del Mare, ad oggi non è dato saperlo.

Probabilmente al nome di Gnassi resterà soprattutto legato il piano della balneazione: un grande e costoso intervento che ha camminato in maniera spedita laddove in passato si era sempre incagliato.

Federico Fellini. L’assessore Pulini sta facendo molto per legare la città di Rimini a Federico Fellini, da ultimo inseguendo il sogno di portare nella Rocca Malatestiana le scenografie dei film felliniani. Ma la Casa del Cinema secondo il programma elettorale si sarebbe dovuta inaugurare “entro il 31 marzo 2013, ventesimo anniversario della scomparsa del Maestro”, invece dell’apertura del Fulgor si parla nel 2016. Si menzionava anche “il progetto di fare di Rimini un luogo favorevole per la realizzazione di film, fiction, spettacoli attraverso l’istituzione di una ‘Film Commission Rimini’ (sportello che agevoli iter burocratici e accoglienza per produzioni) che promuova i luoghi e le eccellenze del territorio”, che ad oggi non esiste.

Il Comune spicca nella lotta all’evasione fiscale, dove ha certamente incrementato una attività che era partita nel 2009. Ha partorito i Ci.vi.vo, ha esteso il wi-fi.

Nello sport le cose non vanno male. La prevista “piscina olimpionica in un polo attrezzato e polivalente tramite rapporto pubblico-privato” si farà e sarà Acquarena, ma con una ulteriore cementificazione. Si favoleggiavano investimenti da 1,5 milioni di euro all’anno per favorire la pratica sportiva. In compenso la giunta Gnassi sullo sport ha investito e l’indice di sportività è passato dal 60° posto al 48° nel 2014. Per quanto riguarda il ‘Neri’, si va dal nuovo manto sintetico agli interventi negli spogliatoi, fino alla pista di atletica a 8 corsie. Ma il sogno di uno stadio trasformato in “struttura polifunzionale, in cui oltre al campo di calcio trovino spazio altre discipline sportive e servizi per le persone e la comunità come luoghi d’incontro e spazi relazionali, palestre, centri benessere, servizi commerciali, ristorazione, da quella del territorio a quella ‘bio’, spazi per lo spettacolo dal vivo, concerti”, resta tale.

Male anche le pari opportunità. “Garantire, tra gli organi amministrativi diretti e quelli degli Enti e/o società partecipati, uguale rappresentanza di genere” era la meta. In giunta restano solo due donne dopo l’addio di Sara Visintin e la partenza per Bologna di Nadia Rossi. E anche nelle partecipate del Comune l’uguale rappresentanza di genere è solo un miraggio.

Male la sicurezza. Pessimi i voti accumulati nelle classifiche del Sole 24 Ore. La microcriminalità dilaga. Furti negli appartamenti, rapine, risse, accoltellamenti, fanno di Rimini una città a rischio. L’obiettivo di un maggiore controllo del territorio da parte della polizia municipale, che attende ancora di implementare l’organico, non è andato a segno. Il turno dalle 01 alle 07 del mattino, che per alcuni anni era stato interrotto per protesta dai lavoratori, è stato riattivato dal 2013 con un progetto ad hoc che termina nel 2016. Ma questo turno prima della sospensione veniva attuato tutte le sere dell’anno, mentre dal 2013 tutte le sere solo per i mesi di luglio ed agosto e nelle restanti mensilità esclusivamente nei fine settimana e nelle giornate prefestive. Attualmente mancano 30 uomini dall’organico della PM, ci sono ancora 16 part-time che attendono di essere portati da 6 mesi a 12 mesi.
L’estate conclusa ha visto sicuramente maggiori risultati nella lotta all’abusivismo commerciale e alla prostituzione. Bene il protocollo della legalità e il monitoraggio compiuto dallo Sportello Unico sulle dinamiche di mercato e gestionali delle strutture (provenienze territoriali e nazionalità dei nuovi proprietari, affittuari, gestori).

Negli asili nido Rimini è da tempo un fanalino di coda. “Il primo obiettivo dev’essere ‘liste d’attesa zero’ per la fascia 0-3 anni, offrendo entro il 2016 un’offerta di 1500 posti (contro i 960 attuali) nei nidi e una copertura del 30%”, si legge nel programma elettorale del sindaco.
Secondo i dati 2013-14 della Regione Emilia Romagna l’indice di copertura del Comune di Rimini è il più basso in Emilia Romagna (24,7%), addirittura in calo rispetto al 2012-13. E secondo Cittadinanzattiva Rimini è il comune capoluogo dell’Emilia Romagna con la retta più alta negli asili nido comunali. Hanno visto la luce la scuola elementare del Villaggio I Maggio, a breve inizieranno i lavori della nuova scuola XX Settembre, e – in corso di progettazione – il polo scolastico “Fa bene” che raggrupperà una scuola primaria di tre cicli, quattro sezioni per l’infanzia e tre cicli di scuola media, per 600 ragazzi, oltre a palestre, aree esterne e campi sportivi (per complessivi 25 milioni di euro).

Macina numeri il welfare e l’attenzione alle nuove povertà e al disagio sociale è alta, con numerose tipologie di interventi (madri sole con figli minori a carico, ex detenuti residenti, padri separati, ultracinquantenni che hanno perso il lavoro con minori a carico, sostegno all’abitare, ecc.). Il vicesindaco Lisi è convinta di avere approntato “un modello fortemente innovativo e pionieristico che ha portato ad ottimizzare la spesa sociale, che rappresenta la spina dorsale del bilancio del Comune di Rimini, che per più del 40% è dedicato a welfare e protezione sociale e, solo nel 2014 ha visto complessivamente impiegate risorse per più di 40 milioni di euro”.

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