Eolico offshore nel mare di Rimini: intervista a Marco Affronte

Eolico offshore nel mare di Rimini: intervista a Marco Affronte

In base alla regolamentazione attuale l’energia prodotta a Rimini potrà essere “sfruttata” in sede locale oppure no? Quali impatti sul turismo e sulla pesca? Un ambientalista non è preoccupato di mettere la firma su una trasformazione che potrebbe far riscrivere la percezione del “nostro” mare così come l’aveva poeticamente definito Tonino Guerra? Non c'è un piccolo conflitto d'interessi fra le sue dichiarazioni in veste di esponente dei Verdi a sostegno del progetto e il fatto che lei faccia parte del gruppo di lavoro che ha redatto lo studio di impatto ambientale? Ecco le risposte.

Abbiamo cominciato ad occuparci delle novità che riguardano la centrale eolica offshore, in primis l’avviso pubblico relativo all’avvio del procedimento di valutazione di impatto ambientale. Continuiamo a farlo ma ponendo questa volta alcune domande ad una persona che è molto coinvolta nel sostenere il progetto, Marco Affronte (nella foto).
Partiamo da una prima questione particolarmente significativa. Nell’avviso pubblico si legge che «la produzione di energia annuale attesa supera 710 GWh e consente di coprire per il 43%-47% il fabbisogno di energia elettrica dell’intera Provincia di Rimini (relativamente ai dati 2018/2020) nonché il fabbisogno di elettricità di un territorio urbanizzato corrispondente a circa 120.000 abitanti, considerando un consumo statistico per abitante pari 6000 kWh/anno (comprensivo di consumi residenziali, industriali e altro)».

Dall’avviso al pubblico del 10.10.2022 sul sito Mite.

Sembrerebbe di capire che l’energia prodotta dalla centrale eolica rimarrà a Rimini. Ma non più tardi del luglio 2020, l’amministratore unico di Energia Wind 2022, Riccardo Ducoli, a precisa domanda di Rimini 2.0 rispondeva che: «Rientriamo [Energia Wind 2022] nella fattispecie del produttore, quindi per motivi tecnici e normativi non possiamo vendere l’energia elettrica prodotta direttamente al cliente finale: l’energia elettrica prodotta dal parco eolico sarà ceduta al Gestore dei Servizi Energetici, società interamente controllata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, che di fatto agisce come un grossista. Discorso diverso si potrebbe fare se il legislatore orienterà il mercato a permettere e a favorire lo stoccaggio dell’energia elettrica prodotta sotto forma di idrogeno verde (tramite il processo di elettrolisi dell’acqua, quindi senza alcuna emissione di sostanze inquinanti), cosicché possa essere utilizzato direttamente e localmente» (qui). Quindi, domandiamo a Marco Affronte, come stanno le cose? In base alla regolamentazione attuale l’energia prodotta a Rimini potrà essere “sfruttata” in sede locale oppure no?

«No, la legge non lo consente. È vero che, di fatto, sapendo com’è fatta la rete elettrica e scaricando l’impianto a San Martino in Venti (mi pare), gran parte di quella energia resterà in zona, ma non si può dire che verrà consumata localmente.
È vero però, come si dice sopra, che l’energia prodotta può soddisfare un territorio di 120.000 abitanti. È questa la cosa importante. Quella stessa energia, oggi, è prodotta da fossili e non ce lo possiamo più permettere. Poi è anche vero che la “compensazione” può venire fatta in altri modi, ho letto diverse interviste alla Società proponente e lo hanno sempre detto, non ultimo quello che voi citate, e cioè la produzione di idrogeno verde da usare nel territorio».

La documentazione dell’avvio del procedimento di valutazione di impatto ambientale non nasconde che le pale eoliche saranno comunque visibili, anche nella ipotesi di allontanarle dalla costa come prevede il layout b. Però, accanto a questo elemento oggettivo, inserisce il concetto che i nuovi elementi che potrebbero caratterizzare lo scenario marino, risultano necessari per indirizzarsi verso la transizione energetica. C’è poi quasi l’invito pressante rivolto a Rimini a sposare tale transizione come una sorta di manifesto di una nuova destinazione turistica impegnata nel contrasto ai cambiamenti climatici e alle emissioni in atmosfera di sostanze nocive e climalteranti. Davvero lei pensa che il turismo, in termini di arrivi e presenze, potrà avvantaggiarsi dai 51 aerogeneratori? Cioè ci saranno frotte di viaggiatori che sceglieranno Rimini, Riccione e Cattolica perché queste località si mettono nel solco degli obiettivi che siamo soliti ricondurre alla “generazione di Greta Thunberg”?

«È stato fatto uno studio sull’impatto sul turismo. È un settore che non conosco e di cui non mi occupo. La mia è dunque un’opinione personale e non un parere tecnico. Credo che per il turismo non cambierà niente. I turisti verranno comunque (come ha mostrato un sondaggio elaborato l’estate scorsa). Non se ne andranno per colpa delle pale (trovo ridicolo pensarlo) e non verranno “apposta” per le pale. È vero che però quelli che verranno qua si troveranno, se vorranno, delle “attrazioni” in più: si parla di un Centro Visite, si parla di possibili escursioni in barca, si parla di diving. A Brighton il parco eolico è alla stessa distanza di quello possibile riminese e lì è avvenuto esattamente questo (il centro visite fa migliaia di visitatori)».

Nello studio “Parco eolico e pesca: impatti, sinergie e ipotesi di multi-uso”, che si avvale anche del suo contributo scientifico, si legge che “l’area del parco (?, perché lo chiamate parco?) risulta fortemente interessata dalle attività di pesca in entrambi i casi di layout” e anche nel caso del layout b l’intensità dell’attività di pesca a strascico di fondo, rapido e pelagico (tipologie di pesca che incidono molto sul fatturato totale della pesca), risulta alta, media e alta. Gli impatti sussistono sia in fase di cantiere che di esercizio, e in quest’ultimo caso calcolate su un periodo di 30 anni una perdita complessiva di 2.794.500 euro. E’ una stima attendibile oppure sottostimata?

«Ha mai usato il termine “parco auto del Comune”, “parco mezzi della ditta XY”? Non capisco davvero la polemica sul termine, ma comunque non è importante.
Detto ciò, le stime di impatto sulla pesca si basano su modelli e su certi presupposti. Se il dato che emerge è quello, sì, è attendibile. Va detto che l’impatto maggiore sarà sulla pesca a strascico, una delle tecniche di pesca in assoluto più impattanti sull’ambiente. Una pesca che la UE sta cercando in tutti i modi di limitare».

Il mare è una riga lunga e blu, ha lasciato scritto Tonino Guerra, e l’infinito di noi romagnoli è il mare. Con queste parole poetiche ha forse tratteggiato uno dei segni distintivi della nostra identità non solo turistica. Nessuno può dire come avrebbe commentato Tonino Guerra il progetto di cui si parla. Ma lei, che è anche ambientalista, non si sente minimamente preoccupato di mettere la firma su una trasformazione che dovrà farci riscrivere la percezione del “nostro” mare così come l’aveva splendidamente sintetizzata il poeta e sceneggiatore di Santarcangelo?

«Mi piacerebbe fare l’integralista e dire che bisogna mantenere i nostri ambienti e i nostri paesaggi come erano e dove erano. Ma quella climatica e quella ambientale sono vere e proprie emergenze. Sono come la pandemia, che è stata affrontata a livello globale e con urgenza, ma molto più ampie nel tempo e nello spazio, e con effetti molto più devastanti, sulle vite umane, sulla qualità delle vite stesse, sui paesaggi, sulla società, a livello economico e ambientale. Non si può perdere di vista questo e non si può far finta di non capire che uno dei mezzi più importanti che abbiamo a disposizione è la conversione della produzione dell’energia da fossile a rinnovabile. Degli effetti sul paesaggio (e non solo su quello) causati dalla siccità, dalle inondazioni, dallo scioglimento dei ghiacciai, dagli eventi estremi, dallo spostamento a nord delle temperature tropicali, eccetera eccetera, ne vogliamo parlare? Beh, la produzione di energia pulita contrasta anche quegli effetti sul paesaggio.
Questo è un punto troppo ampio da trattare qui. Degli effetti sul paesaggio delle miniere di carbone, dei campi di estrazione del petrolio, delle centrali che producono energia da petrolio e carbone per le nostre case, non ce n’è mai fregato niente, perché non sono qua davanti a noi, non è vero? Quindi va tutto bene, basta che non sia nel nostro giardino?

Rispetto alle critiche pressoché generalizzate che accolsero il primo apparire del progetto, con i Comuni (Rimini prima di tutto) che si espressero in modo contrario e molte associazioni che fecero altrettanto, ora è cambiato qualcosa? Si leggono notizie di aperture da parte della Regione e anche il Comune di Rimini non sembra più così contrario come lo fu davanti all’iniziale progetto; anche l’ex sindaco Gnassi ha cambiato idea. Visto che il tema dell’impatto non è cambiato sostanzialmente, cosa è mutato al punto da “convertire” coloro che in passato erano sulle barricate?

«L’energia è una risorsa ormai imprescindibile ma che veniva data per scontata. Ora non è più così. Quando un bene prezioso è in mano a poche persone, queste hanno il potere di fare i prezzi, e decidere a chi fornirlo e a chi no. Le fonti rinnovabili non sono solo pulite, sono anche SUL territorio, PER il territorio. Consentono di non dipendere più da nessuno (Russia in testa). Ogni stato può prodursi la propria energia, con il sole, con il vento, principalmente e per questo servono impianti. Era già evidente prima, a chi voleva vederlo, ora è evidente a tutti. Ci serve tantissima energia, e ci serve subito, pulita e “nostra”».

Lei in veste di politico (Verdi/Europa Verde) si è abbondantemente espresso a favore del progetto, ma il suo nome compare anche nel gruppo di lavoro che ha redatto lo studio di impatto ambientale, ed immagino che tale attività professionale non sia a titolo gratuito. Non c’è un piccolo conflitto d’interessi?

«Io ho lavorato sullo studio dell’impatto sulla pesca, e sul piano di monitoraggio. Incarichi terminati diversi mesi fa e che prescindono dal risultato, cioè che si faccia il progetto o meno.
Dopodiché, ogni volta che mi è stato chiesto di esprimere un parere personale, o una posizione politica, sul progetto, l’ho fatto».

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