Fratelli d’Italia il lungomare s’è desta

Fratelli d’Italia il lungomare s’è desta

Gioenzo Renzi e Taron Mussoni hanno presentato un progetto alternativo al Parco del Mare. Più posti auto, meno verde, pontili e piattaforme, pochi vol

Gioenzo Renzi e Taron Mussoni hanno presentato un progetto alternativo al Parco del Mare. Più posti auto, meno verde, pontili e piattaforme, pochi volumi edilizi fuori terra e niente ostacoli alla vista del mare, il trasferimento delle attività commerciali e ristorative dai Viali delle Regine. E, soprattutto, da realizzare col project financing.

Gioenzo Renzi ha un’altra idea sul lungomare di Rimini e l’ha presentata (la provocazione è il suo mestiere) davanti all’imponente cartellonistica del Parco del Mare, che non dovrebbe rimanere in quel luogo in periodo elettorale, perché, come stabilisce la circolare del dipartimento per l’Informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri (n.6129 del 20 marzo 2015), dalla indizione dei comizi elettorali e fino alla chiusura delle operazioni di voto “è fatto divieto a tutte le Amministrazioni pubbliche di svolgere attività di comunicazione ad eccezione di quelle effettuate in forma impersonale ed indispensabili per l’efficace assolvimento delle proprie funzioni”.
La sigla che tiene a battesimo la proposta è quella di “arch.io” e l’altro volto, anche lui in lista con Fratelli d’Italia, dell’operazione è quello di Taron Mussoni. L’alternativa al Parco del Mare scarta la passeggiata a monte delle dune artificiali, perché “nasconde totalmente la visuale del mare da un lato e impedisce di osservarne l’orizzonte dall’altro, a causa della moltitudine di strutture balneari e ombrelloni sulla spiaggia”. Per garantire la difesa delle infrastrutture dell’arenile, è previsto “un parziale aumento di quota del piano del lungomare”, più contenuto anche il verde pubblico per ottenere un “minore costo della manutenzione” e limitare gli spazi per “accattonaggio e occupazione abusiva”. La scelta di Fratelli d’Italia è anche quella di limitare il cemento: “Una minima presenza di volumi edilizi fuori terra, come unica strategia possibile per evitare una eccessiva antropizzazione del litorale, poiché il parziale aumento di quota del piano di calpestio del nuovo lungomare (previsto fra i 100 e 180 cm) permetterebbe di sfruttarne a pieno la parte inferiore, potendo così inserire all’interno di questi nuovi spazi non solo nuove attività per il turismo ma ci sarebbe l’opportunità da un lato di riorganizzare gli stabilimenti balneari in maniera più ordinata e specifica e dall’altro di trasferire lentamente tutte le attività commerciali e ristorative che affliggono i Viali delle Regine”. Rispetto al Parco del Mare vengono individuati più posti auto interrati e la riqualificazione urbana dei viali delle Regine (“Procedendo alla pedonalizzazione dell’attuale tratto di lungomare il traffico veicolare si andrà a scaricare su Viale Vespucci e i Viali delle Regine su entrambi i sensi di marcia. A fronte del prevedibile intasamento della circolazione veicolare, con il nostro progetto si possono creare le condizioni per un processo di trasferimento di attività commerciali e ristorative dai viali sul nuovo lungomare”).

Fra gli elementi messi in campo c’è poi quello dei pontili e delle piattaforme “per ospitare possibili attività turistiche”, mentre la passeggiata su due livelli permette “alla quota spiaggia di poter usufruire della pensilina prevista come zona d’ombra e ristoro per la fase estiva e come galleria coperta per il riparo dalle intemperie per la stagione invernale”.
Ma l’accento viene posto in modo particolare sulla fattibilità economica: “Il progetto potrà veramente realizzarsi solo se si opterà per una scelta funzionale e universalmente utilizzata per la realizzazione di grandi opere: il project financing. Il quale, grazie alla successiva gestione delle opere per un lasso di tempo determinato da parte di investitori, congiuntamente alla procedura di partenariato tra pubblico e privato potranno essere la linfa vitale della vera realizzabilità di questo intervento”. Secondo Renzi in questo modo si aprirebbero le porte ad “un mercato di investitori internazionali che vedrebbero il loro primario interesse nel portare nuovamente la città di Rimini al ruolo di capitale del turismo balneare europeo e grazie ai finanziamenti messi a disposizione dall’Europa, come il FESR, si potrebbe disporre di ingenti somme da investire sul nostro territorio in progetti di ‘innovazione e ricerca’ attraverso la Regione”. Le risorse del Comune potrebbero invece essere ricavate dalla “vendita delle azioni di Hera”, e in questo modo l’amministrazione comunale coprirebbe il 60% del costo dell’intera operazione.

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