Gnassi fa il patto coi nomadi: per le 5 microaree il dado è tratto

Gnassi fa il patto coi nomadi: per le 5 microaree il dado è tratto

Le sei famiglie attualmente presenti nell’area di via Islanda, per un totale di 32 persone, saranno "spalmate" in cinque zone delle città: via Cupa, via Feleto, via della Lontra, via Montepulciano e via Orsoleto. Le proteste dei cittadini non hanno fermato la decisione. Ma il Comune annuncia almeno due incontri pubblici e se ne vedranno delle belle.

Le accese proteste dei comitati e delle opposizioni non hanno sortito alcun effetto. La giunta Gnassi ha davvero tirato dritto sulla decisione delle aree per i nomadi di via Islanda. E nei giorni in cui varie zone della città sono occupate dai nomadi itineranti (parcheggio Le Befane, via Lagomaggio, parcheggio della nuova Questura e via Covignano), si viene a sapere che Rimini ospiterà anche quelli “stanziali” in modo “diffuso”.
“Superamento della ‘vergogna’ di via Islanda attraverso l’attivazione di un percorso amministrativo e politico che, partendo dalla relazione dell’Ausl Romagna, passando poi per l’adesione al progetto regionale di integrazione di 6 nuclei familiari in linea con la legge europea sulla tutela e l’inclusione delle popolazioni sinti e rom, approda ora a una soluzione tecnica, aperta per 45 giorni alle osservazioni dei cittadini, con la indicazione di un ‘contratto’ che indica diritti e doveri degli interessati”, annuncia l’amministrazione.

“Con l’approvazione del programma per il superamento del campo nomadi di via Islanda e l’individuazione delle microaree familiari, la Giunta vuole cogliere l’obiettivo di andare a risolvere la grave situazione igienico sanitaria e di sicurezza pubblica riscontrata dagli operatori dell’Ausl a seguito del sopralluogo nel campo effettuato il 18 febbraio del 2016 e che dopo ulteriori verifiche ha portato all’emanazione di due ordinanze sindacali contingibili e urgenti proprio per la messa in sicurezza della zona”.

In che modo? “Partendo dalla necessità improrogabile di sanare una situazione critica e pericolosa, l’Amministrazione comunale ha deciso di avvalersi degli strumenti messi a disposizione dalla legge regionale 11/2015 che indica le “norme per l’inclusione di rom e sinti” e che stabilisce come gli enti locali debbano favorire i processi di autonomia, emancipazione e integrazione sociale di queste popolazioni sostenendo il superamento delle aree di sosta di grande dimensione, promuovendo processi di transizione alle forme abitative convenzionali e promuovendo allo stesso tempo la sperimentazione di soluzioni abitative innovative come le microaree famigliari. A tale scopo l’Amministrazione ha avviato un censimento dell’insediamento di via Islanda, per avere un quadro preciso e completo delle presenza di nuclei e famiglie riminesi di etnia Sinti: sono stati 11 i nuclei famigliari rilevati, per un totale di 45 persone, tra cui 13 minori, 3 anziani e 6 con problemi di salute e disabilità. I nuclei di etnia Sinti che rientrano nel programma sono 10, in quanto due nuclei distinti (di cui uno composto da una sola persona) hanno manifestato la volontà di unirsi per legami di parentela. Di queste 10 famiglie riminesi, quattro accederanno a soluzioni abitative convenzionali, secondo quanto prevedono i regolamenti comunali, mentre sono 6 le famiglie attualmente presenti nell’area di via Islanda che saranno distribuite in maniera proporzionata sul territorio comunale attraverso l’individuazione di cinque microaree famigliari, per un totale di 32 persone (di cui 7 bambini e 3 anziani)”. Perché 6 famiglie avranno un trattamento “di favore”?, si sono chiesti più volte i Comitati, e anche per loro non sono state seguite le soluzioni abitative convenzionali? Quando ci sono molti riminesi in lista per un alloggio?

Quali sono le aree. “Dopo una fase di verifica tecnico-amministrativa, partendo da un corpus di oltre 50 aree potenzialmente disponibili via via ridotto in ragione delle caratteristiche di un progetto orientato verso integrazione e inclusione (ad esempio una distribuzione uniforme sul territorio, un adeguato collegamento alle vie di comunicazione, distanza da fonti di pericolo), le microaree pubbliche individuate su terreni di proprietà comunale secondo le linee guida indicate dalle legge regionale sono state selezionate a seguito di una approfondita ricognizione, dislocate omogeneamente sul territorio comunale secondo le indicazioni venute anche dalle sedute di consiglio comunale specificatamente dedicate, e attrezzate per ospitare i moduli abitativi. Le aree individuate sono in via Cupa, via Feleto, via della Lontra, via Montepulciano e via Orsoleto che ospiteranno da due ad un massimo di quattro moduli abitativi, che nello specifico saranno ‘case mobili’, della tipologia di quelle abitualmente utilizzate nei campeggi, di circa 25mq ciascuno, soluzioni quindi molto contenute sia nei costi, sia nell’impatto territoriale”. L’amministrazione però non fornisce nessuna cifra economica e resta sul vago.

Il contratto coi sinti. “Il contratto di locazione che legherà l’amministrazione ai nuclei famigliari prevede, oltre naturalmente al pagamento di un canone mensile, un complesso di rigorosi obblighi a carico dei beneficiari e che dovranno essere rispettati, pena la risoluzione del contratto. Non potranno ad esempio essere realizzati ampliamenti e pertinenze; le aree esterne dovranno essere mantenute pulite; il capofamiglia individuato come responsabile della microarea dovrà inoltre comunicare eventuali ospiti o l’ampliamento del nucleo famigliare per la nascita di figli o matrimoni e chiedere preventivamente l’autorizzazione. Un incaricato comunale periodicamente si occuperà di verificare la corretta gestione delle aree, così come sarà verificato che vengano assolti tutti gli impegni definiti con i servizi sociali, a partire dall’obbligo scolastico per i figli minori. Ogni intervento del programma sarà infatti supportato da un percorso di accompagnamento individualizzato curato dagli operatori dello Sportello sociale”.

Due incontri con la cittadinanza. “La proposta di programma approvata dalla Giunta sarà pubblicata in albo pretorio per 45 giorni allo scopo di raccogliere contributi e osservazioni di cittadini, prima del passaggio in Consiglio Comunale a cui spetta l’approvazione definitiva. Saranno organizzati nel prossimo mese e mezzo sul territorio almeno 2 incontri di illustrazione del programma alla cittadinanza”. E se ne vedranno delle belle. Una decisione, quella delle 5 microaree, che ha avuto e avrà ripercussioni anche in termini elettorali.

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