Guardare la mostra su “Riflessi e riflessioni” per capire come siamo caduti in basso

Guardare la mostra su “Riflessi e riflessioni” per capire come siamo caduti in basso

Visitando la bella mostra fotografica a cura di Zeinta di Borg, attualmente in corso al Far, non si può non essere assaliti dalla nostalgia. Viene un groppo in gola a chi, come me, ha vissuto quei tempi. Quando il Centro cittadino era vivo e vitale, il vero e naturale centro commerciale.

Visitando la bella mostra fotografica “Riflessi e riflessioni” attualmente in corso al Far, non si può non essere assaliti dalla nostalgia; quasi un groppo alla gola per chi come me ha vissuto quei tempi a cavallo tra gli anni ’60 e ’80 in epoca giovanile.
Quando il Centro cittadino era vivo e vitale, il vero e naturale centro commerciale quale era per antichissima funzione quella parte di ogni città; ma anche un luogo di incontri e socializzazione, anche se allora non esisteva quella attuale miriade di attività costituita da bar ed affini.
In Centro ci venivano proprio tutti. Da chi faceva spesa alimentare a chi acquistava vestiario, e vi erano negozi di eccellenza che convivevano naturalmente con botteghe minori, ma che facevano comunque parte di un ricco tessuto sociale. Ma anche chi voleva gustarsi un bel film, o cenare al ristorante. Non vi era degrado, né problemi di ordine pubblico.
Poi le sconsiderate scelte delle varie amministrazioni, peraltro mai terminate, hanno distrutto questo patrimonio economico e sociale in modo irreversibile e, considerato lo stato di fatto, la mostra rappresenta una implacabile denuncia del misfatto.
Poiché non occorreva essere grandi urbanisti o economisti per prevedere questa capitolazione, anche perché più volte e nel tempo sono stati lanciati da associazioni e cittadini segnali di allarme in tal senso, questa è stata scientemente voluta e progettata nei dettagli. Lasciando perdere il fenomeno dei centri commerciali, si è impedito materialmente l’accesso pedonalizzando tutta l’area, inibendo l’accesso ai mezzi pubblici e creando – pochi – parcheggi peraltro tutti a pagamento. Infine il colpo di grazia con la frammentazione del mercato settimanale, che ormai in tanti rinunciano di frequentarlo.

In questa e nella foto di apertura, due immagini dalla mostra in corso al Far: l’Ottica Severi (1949) e il Bar Dovesi in piazza Tre Martiri (1977). Oltre 100 scatti raccolti e selezionati dallo Studio Paritani di Rimini. La mostra è aperta fino a domenica dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19 con ingresso libero.

Oggi qualcuno pensa di rilanciare il centro cittadino, come se fosse facile cancellare oltre quarant’anni, e far finta che non sia successo nulla. Si crede che meste iniziative dal nome esotico come “Shopping night” e via discorrendo, o l’avere riempito in ogni dove di chiassosi “aperitivifici”, possa esser la strada giusta per uscire dall’attuale degrado. Ma si crede pure che il carrozzone equestre che si sta impiantando, assaltando in modo indiscriminato i monumenti cittadini, possa essere il nuovo rinascimento.
Ho letto di un interessante dibattito su tema promosso da “Zeinta di Borg”, in cui erano assenti coloro che reggono le sorti politiche ed economiche della Città. Non mi sono affatto stupito, è uno stile di vita; perché c’è sempre qualcuno che nasce imparato. E i risultati si vedono.

Salvatore De Vita

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