Il Comune di Rimini ribadisce di non rientrare tra le Amministrazioni comunali che hanno determinato in maniera errata della tassa sui rifiuti. Rimini 2.0 si è limitato a indicare quali siano i casi che, in base alla circolare 1/DF/2017, potrebbero avere diritto al rimborso. In generale sulla vicenda resta purtroppo molta confusione.
L’amministrazione comunale di Rimini ci scrive a proposito della vicenda Tari.
“In relazione all’articolo pubblicato ieri mattina sul vostro sito “Tari: il caso è chiuso, ora via ai rimborsi” il Comune di Rimini ribadisce di non rientrare tra le Amministrazioni comunali che hanno determinato in maniera errata della tassa sui rifiuti, avendo sempre agito secondo quanto stabilisce la legge, applicando in maniera corretta il regolamento. Ciò significa che l’Amministrazione Comunale non è chiamata a rimborsare i contribuenti per il computo della quota variabile della tariffa, che è stata calcolata così come previsto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Il Comune di Rimini, sulla base del regolamento vigente (che, detto per inciso, non ha avuto nessuna contestazione o prescrizione da parte del MeF) coglie l’occasione per ricordare nuovamente che quella sui rifiuti è una tariffa binomia, composta da una quota fissa legata ai metri quadrati dell’immobile occupato e una quota variabile legata al numero dei componenti il nucleo familiare. Il Comune di Rimini ha sempre utilizzato la superficie complessiva dell’immmobile (quindi appartamento + garage +cantina, ecc.) per determinare l’importo della tassa, evitando la moltiplicazione nel calcolo delle pertinenze rispetto al numero degli occupanti, oggetto appunto della contestazione a diversi Comuni del Paese.
Eventuali errori materiali e singoli nel calcolo della tariffa – solo due quelli accertati finora su circa 73mila oggetti – non sono legati ad un’applicazione errata delle disposizioni di legge, ma da difetti di comunicazione o tecnici, prontamente corretti in favore dei contribuenti. Inoltre, come accade progressivamente di anno in anno, sono in corso controlli su 200 immobili (lo 0,3% del totale) per verificare eventuali inesattezze nella banca dati.
Si ribadisce dunque che non ci sono i presupposti per richiedere rimborsi al Comune per un errato computo della quota variabile della tariffa e chi invoca il contrario non solo agisce in maniera irresponsabile alimentando la confusione – nonostante sin da subito l’Amministrazione abbbia chiarito di aver agito in maniera corretta – ma soprattutto finisce per danneggiare gli stessi cittadini”.
Gli articoli pubblicati su Rimini 2.0 non invocano alcunché, avendo trattato la questione solamente dal punto di vista tecnico senza alimentare aspettative di rimborso nei cittadini visto che è ben indicato quali siano i casi che, in base alla circolare 1/DF/2017, potrebbero avere diritto al rimborso. Lo stesso articolo richiamato nella precisazione dell’amministrazione comunale riporta un chiaro esempio di quali eventualmente siano i casi che possono considerarsi anomali. Detto questo, la limitazione del numero delle pertinenze non è prevista per la TARI e ciò è ben riscontrabile dai documenti dello stesso Ministero (risposta all’interrogazione n.5/10764 e circolare 1/DF/2017).
Il caso delle possibili anomalie TARI nel Comune di Rimini è stato segnalato per primo dal quotidiano economico “Il Sole 24 Ore” con un articolo a pagina 9 dell’edizione di lunedì 30 ottobre, e Rimini 2.0 ha solamente cercato di capire ed approfondire le ragioni di questa segnalazione.
Non può essere definito irresponsabile un articolo tecnico con il quale si è inteso approfondire un tema che ha avuto rilievo a livello nazionale su tutti i quotidiani e i principali telegiornali, dove il caso di Rimini, insieme a numerosi altri, è stato ampiamente citato e continua ad esserlo: Quotidiano.net, Today.it, Sky Tg24, Tgcom24, Lettera43. In generale sulla vicenda resta purtroppo molta confusione, ma le cause vanno cercate altrove.
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