In campagna elettorale

In campagna elettorale

Si ode già lo sciabolar di pale eoliche...

E’ iniziata la campagna elettorale, e il rurale di campagna…
Luglio con il bene che ti voglio vedrai non finirà, cantava nel ’68 Riccardo del Turco. Soffiava impetuoso il vento della contestazione, fra il Maggio francese e Valle Giulia.
L’ho presa alla lontana, ma a vent’anni tutto è permesso, anche i sogni.
A Rimini, finita un’estate che non è mai iniziata, nella primavera del 2021, cioè domani, si andrà ad eleggere il Dominus della città di Sigismondo.
Finisce l’era di Gnassi, e a sinistra si ode già lo sciabolar di pale eoliche.
Chi sarà il candidato/a, il delfino/a, il successore/a, dell’Andrea furioso?
Maschio, femmina o gay?
Ma si può dire ancora maschio? E femmina? Genitore uno, genitore due? Sindaco/a, Sindaca/o?
Se a sinistra c’è qualche problema, a destra (destra di che?) il marasma è totale. E’ iniziato il gioco al massacro. Scelgo io, no tu no, e perché? Perché no!
A Rimini non si troverà mai la quadratura del cerchio.
I nomi dei papabili si faranno forse nella ex Capitale.
L’aveva capito Federico, ma lui era un Genio non compreso nella sua città.
Si narra che quando veniva nel Borgo, dopo aver vinto quattro Oscar, gli chiedessero: “ma te, sa fet a Roma?”.
Rurali sempre.

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