La lettera: “Per il Ceis e i normali cittadini due pesi e due misure”

La lettera: “Per il Ceis e i normali cittadini due pesi e due misure”

Quel tipo di reati che l’Amministrazione comunale persegue nei confronti dei privati, non si possono in alcun modo giustificare solo perché l'asilo italo-svizzero è una struttura educativa di tutto rispetto. E anche qualora, ma tutto dice il contrario, sotto quell’area non vi fosse nulla di pregevole, valgono comunque i vincoli a cui è soggetta.

Resto assai sorpreso leggendo lo scritto apparso ieri sul Resto del Carlino e riportato nell’articolo di Rimini 2.0 sul tema dell’Anfiteatro e della occupazione di quell’area da parte del CEIS. Questa vicenda, nonostante sia stata favorita da un lungo lasso di tempo per la sua risoluzione, ora è giunta al paradosso, quando si sarebbe potuto gestirla ragionevolmente con serenità, senza scoperchiare quei vasi che hanno fatto uscire le note irregolarità urbanistiche. C’è stato modo di poter pianificare sia il trasferimento del CEIS, che il recupero del monumento attingendo per quest’ultimo ai fondi che l’Europa pone a disposizione. Non occorrevano “collette” ma è mancata la volontà, sicuri di poter continuare l’atteggiamento dilatorio impunemente.
Quello che si nota ormai in sintesi, è l’accanita difesa di un’illegalità data dall’abusivismo di una struttura presente in quel sito; né più né meno. Quel tipo di reati che l’Amministrazione persegue – giustamente – nei confronti dei privati, e non si può in alcun modo giustificare solo perché quella è una struttura educativa di tutto rispetto. Quindi anche qualora, ma tutto dice il contrario, sotto quell’area non vi fosse nulla di pregevole, valgono comunque i vincoli a cui è soggetta.
Perché se seguiamo questa logica, avvaloriamo anche un abusivismo edilizio per necessità: quante persone, specie se poco abbienti, allorché proprietari di un piccolo appezzamento di terreno avrebbero il diritto di costruirsi un’abitazione in economia.
Lasciando per un momento stare l’interesse o meno per il monumento, in questa vicenda quello che è stato smarrito è il senso civico; quell’importante dovere che permette al cittadino di rispettare le leggi senza alibi alcuno, e di farlo sentire uguale dinnanzi a tutti.
Sarebbe anche interessante poi conoscere quale messaggio viene dato ai piccoli frequentatori di quell’istituto educativo in proposito, dato che si tratta di cittadini del domani.
Infine l’ideologia e l’avversione verso il sindaco. Sono sempre gli stessi argomenti ostentati dai detrattori del monumento, dato che non ne hanno altri concreti come peraltro si è visto specie di recente. Non si tratta di ciò, ma di una esigenza che interessa trasversalmente i riminesi, a prescindere dalle simpatie politiche e, soprattutto, il rispetto delle regole che un’Amministrazione pubblica deve di esempio ai propri cittadini a cui le chiede.
Ma piuttosto sembra invece che sia proprio l’ideologia a far sì che si difenda e si perseveri ulteriormente in questa situazione di illecito, oltretutto in maniera smodata, tanto da far capire che le leggi valgono solo per qualcuno e non per altri.

Salvatore De Vita

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