La Rimini che serve

La Rimini che serve

Mobilità, sicurezza, pianificazione urbanistica, turismo, centro storico e sistema industriale. Tutto quello che c'è da affrontare per uscire dalle facili semplificazioni e tornare a crescere.

Dopo la sbornia elettorale si profila una situazione strutturale della città decisamente preoccupante:
– mobilità sempre più ferma, in relazione alla quale sarebbe utile che qualche ambientalista serio sottolineasse che il triplicare dei tempi di percorrenza si traduce nel fatto che ogni auto in circolazione inquina per tre;
– sicurezza, il quadro è grave, lo ha spiegato molto chiaramente il Questore;
– pianificazione sempre più miope ed ingovernabile, in ragione di dieci anni di invenzioni pseudo-urbanistiche, situazione che il Sindaco dovrebbe prendere subito in mano, partendo dalle modalità di attuazione del Piano Urbanistico Generale, mettendo nero su bianco come e dove si faranno le nuove arterie e parcheggi necessari;
– turismo, dove sostanzialmente il numero di milioni di presenze è sostenuto in gran parte dai prezzi bassi applicati dal sistema ricettivo, prassi che non vale, come si racconta, solo nelle pensioncine, ma proporzionalmente anche negli alberghi quattro stelle;
– centro storico sempre più al lumicino anche a causa di una città sempre più povera, notoriamente i beni voluttuari sono i primi, specialmente nelle famiglie, ad essere ridotti;
– credo che anche sul sistema industriale produttivo serva fare più di qualche approfondimento partendo dall’analisi del calo degli occupati.
Ho fatto questa disamina perchè ho la netta convinzione che a causa di anni ed anni di sterili conservatorismi, si sia legittimata l’idea di poter risolvere questioni complesse con facili semplificazioni, che già vent’anni fa venivano denunciate con frasi celebri avendo come riferimento i turisti: dove vuoi che vadano, bene come qui da noi non stanno da nessuna parte.

Giulio Grillo

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