Vergogna: nell’antica pescheria continua il solito andazzo

Vergogna: nell’antica pescheria continua il solito andazzo

Non è bastato il danno. C'è anche la beffa. Tutto come prima: sui cartelli che vietano l'ovvio si siedono e banchettano in tanti anche dopo il recente crollo.

In seguito alla frattura di un banco dell’Antica Pescheria, dopo le prime ipotesi dovute allo sgomento del fatto e indotte anche dalle notizie non sempre edificanti che si leggono spesso relativamente a quella zona, è emersa l’eventualità che possa essersi verificata una rottura incidentale a seguito di una semplice seduta. Fatto plausibile, data la vetustà del blocco lapideo, della assoluta mancanza di flessibilità del materiale, e specie se a sbalzo da un sostegno anche se distante di poco. Ci si auspica che sia accaduto proprio ciò, e saranno solo le indagini in corso ad appurare i fatti.
Ma a prescindere da questo, ci si aspettava che immediatamente dopo venisse affrontato il problema alla sua radice. Ci si sarebbe attesa un’ordinanza sindacale con la quale si poneva fine all’uso improprio di quel monumento, tanto da far capire che l’amministrazione comunale c’è, interviene fattivamente e prontamente per fare cessare situazioni del genere e tutelare i beni culturali.
Invece no, nulla del genere. L’intervento è stato solo confinato nella comparsa di qualche minuscolo cartello appiccicato qua e là in alcuni banchi, che vieta di esercitare sugli stessi azioni di un’ovvietà disarmante. Poi la contraddizione: «da una parte si vieta di sedersi, saltare, alzarsi in piedi o fare qualunque altro tipo di attività non appropriata», dall’altra se ne autorizza un uso diverso da quello commerciale di vendita, a cui sarebbero destinati. Siamo quasi al ridicolo.
A leggerne poi la parte finale, finalmente qualcuno sembra che si sia accorto che il sito è un monumento cittadino, ma non abbastanza meritevole di difesa dato che si continua a permetterne l’uso improprio.
I banchi continuano ad essere apparecchiati per le tavolate, ed utilizzati come sedute senza alcun controllo neppure di circostanza come ci si sarebbe almeno aspettato.
Quindi lode solo alla ditta “Ad Arte” che si è offerta della riparazione a titolo gratuito del danno, il ché stride con la latitanza dell’amministrazione comunale sia a far fronte dello specifico ripristino, ma anche riguardo agli altri bisognevoli restauri che occorrerebbero a quel monumento e di cui evidentemente non ne conosce l’entità.
Resta pertanto certo, inconfutabile e chiaro un concetto: non è più tollerabile che l’Antica Pescheria continui ad essere adibita all’uso attuale, non può più essere destinata al degrado e soggetta a quel pericolo. È una cosa semplicemente vergognosa, e che non trova più alcuna giustificazione!
La responsabilità è solo quella di una politica incapace di comprendere il valore di questo sito, abbandonato e trattato come un banale oggetto di consumo e quindi totalmente consegnato a quel settore.
Fermiamoci. Se esiste qualcuno nell’attuale compagine amministrativa cittadina sensibile ai temi culturali ed al rispetto dei nostri preziosi luoghi identitari, faccia sentire la propria voce, intervenga nel merito.
Poniamo fine a questa deprecabile tendenza, che ha soverchiato i veri valori che costituiscono il vero collante di una comunità.

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