«Le primarie via maestra»: Letta sconfessa la linea del Pd di Rimini

«Le primarie via maestra»: Letta sconfessa la linea del Pd di Rimini

Che ribaltamento di prospettiva! Il segretario nazionale del partito democratico polverizza mesi e mesi di inutili barricate contro lo strumento principe della partecipazione politica, che ha visto schierati Sacchetti, Gianfreda e tanti altri.

Da quanto tempo il segretario provinciale del Pd Filippo Sacchetti, insieme a buona parte del partito, ma anche agli alleati civici e non, va ripetendo che le primarie non s’hanno da fare, né adesso né mai, perché divisive, mentre invece occorre stare uniti per vincere? Mesi. Mesi di barricate contro lo strumento principe (almeno sulla carta ovvero nello statuto del partito) della partecipazione politica. Quanti appelli in questa direzione ha lanciato Kristian Gianfreda, portavoce delle liste civiche che si riconoscono nella maggioranza a guida Gnassi? Non si contano.
Nel nostro piccolo l’abbiamo anche scritto che le primarie per la scelta del candidato sindaco per la coalizione del centrosinistra sarebbero state una benedizione:

Rimini verso il voto: ecco perché per il Pd le primarie sono una benedizione

Ieri è stato il segretario del Pd, Enrico Letta, a buttare un secchio d’acqua gelida sulla testa dei cerimonieri dello status quo, preoccupati solo di non dover abbandonare le stanze del potere: «Le amministrative per noi saranno partecipazione, la via maestra per me sono le primarie con cui individuare i candidati. Io sono sempre stato contrario ad accordi blindati, chiusi in segrete stanze. La partecipazione delle primarie è sempre una grandissima spinta di energia anche per la candidata o il candidato che le vincono». Ha detto che «la partecipazione delle primarie è sempre una spinta energetica per sfidare gli altri candidati». Ma non è finita: ha tratteggiato l’ossatura di un partito «che si candida a guidare il Paese con le sue idee, ma non un partito del potere» e che lascia esprimere la base. Nasce il sospetto che Letta abbia fatto tesoro della analisi pubblicata da Rimini 2.0. Ma, scherzi a parte, la virata alla quale Letta richiama il corpaccione del Pd, appesantito da decenni di potere ininterrotto, e da acrobazie di ogni genere per mantenerlo, è radicale. E lascia tutti i maggiorenti del partito con il sedere a terra. Non solo a Rimini, naturalmente. Il caso più spinoso resta Roma, ma anche a Bologna non si scherza. Sarà un caso che nessuno di peso nel Pd riminese abbia ancora raccolto e commentato le parole di Letta?

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