La valutazione dell'agronomo incaricato da Hera (direttamente coinvolta nei lavori dei sottoservizi in piazza Malatesta) che richiedeva l'abbattimento di 6 piante e ne metteva sotto osservazione altre 7, è arrivata in Comune il 13 maggio. Però il 2 giugno Andrea Gnassi spendeva pubblicamente la sua promessa ("gli alberi di piazza Malatesta non vanno abbattuti"). Non mantenuta. Parlano le carte. E dicono anche molto altro su quanto sta avvenendo a fianco del teatro Galli. Intanto gli scavi archeologici approdano in parlamento.
Era il 2 giugno quando Andrea Gnassi inviava al nostro giornale la sua personale lettera di rassicurazioni all’architetto Roberto Mancini (e più in generale ai riminesi preoccupati per il destino degli alberi, alcuni dei quali secolari), che aveva lanciato un appello chiaro: “Sindaco, non faccia tagliare gli alberi di piazza Malatesta”. Diceva il sindaco: “Gentile Architetto Mancini, sono d’accordissimo con lei: gli alberi di piazza Malatesta non vanno abbattuti“. E più avanti sosteneva che “i tecnici studieranno modi, maniere e procedure anche per ‘salvare’ gli esemplari malati e pericolanti, fino a prevedere magari degli specifici supporti”.
Ma attraverso le carte vi raccontiamo qualcosa di clamoroso e abbastanza inspiegabile. Quando il sindaco rendeva pubbliche le sue buone intenzioni, negli uffici comunali era già arrivata da tre settimane la relazione agronomica sui risultati delle verifiche svolte sugli alberi di piazza Malatesta, che chiedeva l’abbattimento di 5 esemplari di platano (Platanus x acerifolia) e di 1 esemplare di pino (Pinus piena). Perché allora il sindaco fece quella promessa, poi rivelatasi “da marinaio”? Cinque alberi, infatti, il 31 agosto sono stati fatti a pezzi. Non aveva visto la relazione? Forse aveva sperato di far cambiare idea ai tecnici? Ha voluto mettere un fermo al dilagare del malcontento che stava montando una volta uscita la notizia che sugli alberi era stata messa una croce? Non lo sappiamo.
E’ il 13 maggio quando l’agronomo incaricato da Hera fa arrivare all’amministrazione comunale la relazione tecnico-illustrativa sulla valutazione delle condizioni vegetative, fitosanitarie e strutturali degli esemplari di platanus x acerifolia e pinus pinea radicati in piazza Malatesta. Avete letto bene. E’ Hera, che in piazza Malatesta si occupa dei lavori che riguardano i nuovi sottoservizi di fognatura e acquedotto, rete del gas, elettrica, pubblica illuminazione e fibra ottica, connessi alla realizzazione del museo Fellini, ad appaltare ad un esperto lo studio sullo stato in cui versano gli alberi. La piazza, secondo il progetto esecutivo approvato dalla giunta il 12 marzo scorso, dovrebbe essere integralmente ripavimentata. I sopralluoghi del professionista si svolgono il 23 e 28 aprile e prendono in esame 13 platani e 1 pino. Vengono svolte verifiche visive e analisi strumentali per individuare eventuali anomalie nel fusto e presenza di carie, alterazioni e ogni altro test utile. Oltre agli alberi che secondo l’esperto rientrano in una classe ad alto rischio “di propensione al cedimento” e per i quali il futuro risulta da subito segnato, ne vengono elencati altri 7 sotto sorveglianza nella fase di esecuzione dei lavori e che saranno valutati in corso d’opera anche a seguito di ulteriori prove di trazione per esaminarne la stabilità. Non si può quindi escludere che altre piante possano cadere sotto il taglio delle motoseghe. Anzi, pare certo, perché in un documento del Comune di Rimini si legge che gli abbattimenti saranno 10, “4 previsti da progetto e 6 richiesti a seguito di approfondimenti tecnico-agronomici”. Il documento parla anche di “una nuova ‘ossatura verde’ – area a piantumazione densa, con la messa a dimora di 14 alberature in prossimità del grande platano dei Malatesta, ad adeguata distanza dall’esemplare al fine di evitare interferenze con le nuove alberature. I nuovi aceri costituiranno il palcoscenico e la scenografia mentre il vero protagonista indiscusso, fulcro della geometria, rimarrà il platano di notevole interesse pubblico”.
Si salverà per certo, stando sempre ad un’altra relazione tecnica messa a punto dopo ulteriori approfonditi esami da un agronomo di Firenze, il prezioso platano vicino al teatro Galli, il primo dei tre allineati che si vede provenendo da piazza Cavour infilandosi in via Massimo D’Azeglio. Perché prezioso? Perché si tratta di un platano il cui valore economico viene stimato in 60mila euro, giustificati principalmente dal suo valore estetico. Per questo esemplare, proprio in considerazione del valore ornamentale e della importanza che riveste nel contesto della piazza, sono state indicate precise terapie che vanno dalla potatura della chioma, all’arieggiamento del terreno ed altro. Sarà posizionato, almeno così consiglia il tecnico, un pannello informativo che spieghi il valore dell’albero e l’importanza della sua conservazione. Ma, viene da chiedersi, solo questo platano meritava la “salvezza”? I due a lui vicini, ad esempio, andranno giù.
A leggere la relazione dell’agronomo si capiscono molte cose. Ad esempio che precedenti scavi per la posa di condutture e infrastrutture a rete hanno limitato l’apparato radicale su un lato del grande albero. Così come le capitozzature eseguite hanno causato danni alla ramificazione del platano. Quindi, ancora una volta, c’è lo zampino dell’uomo, ovvero di chi dovrebbe prendersi cura del verde pubblico e invece ne peggiora lo stato di salute.
A proposito di apparato radicale del pino di cui ci siamo occupati anche di recente e che si trova davanti agli ex uffici della Provincia, gli scavi hanno messo a dura prova l’apparato radicale e poi per chiudere il “buco” pare sia stato utilizzato materiale di risulta, come si può vedere dalle fotografie (qui sotto).
Saranno messi a dimora altri alberi, così assicura il Comune, per la precisione 20. Ma nella relazione dell’agronomo si legge che “più grande è l’albero, maggiore è l’effetto di raffrescamento” e “utilizzando gli alberi in città è possibile moderare l’effetto isola di calore causato dalla copertura del suolo e dagli edifici; questi benefici aumentano con l’aumentare delle dimensioni e dell’età degli alberi”. Ma se gli alberi non vengono curati e alla fine si decide di sacrificarli a qualche progetto, prima che i nuovi messi a dimora svolgano le stesse funzioni di quelli secolari, troppo tempo dovrà passare.
Lo sbancamento per la realizzazione dei sottoservizi, com’è noto, ha portato alla luce anche importanti reperti archeologici sui quali ad oggi né la Soprintendenza e né l’amministrazione comunale hanno fornito elementi di informazione alla cittadinanza. Tutto tace. Quasi tutto. Il parlamentare di Fratelli d’Italia, Galeazzo Bignami, con una interrogazione al ministro Franceschini dell’8 settembre ha chiesto che la Soprintendenza riveda il parere favorevole espresso sul progetto felliniano in piazza Malatesta. Di seguito il testo della interrogazione:
“Il progetto per la riqualificazione di piazza Malatesta, a Rimini, interessa un’area di oltre 11.000 metri quadri e prevede numerosi interventi, tra nuove pavimentazioni, nuova illuminazione e arredi fissi. Si prevede inoltre uno spazio urbano, per installazioni a tema felliniano;
l’impianto urbano della nuova piazza dovrebbe essere basato su tre distinte aree. La prima, nell’ingresso del centro antico, attraverso l’asse di via Marecchiese e dai Bastioni occidentali, dove saranno ambientate le scene rurali della campagna e che richiamano le scene di «Amarcord». La seconda, è lo spazio che unisce Castello e Teatro Galli, dove saranno realizzate fontane con una lama d’acqua di circa 1000 metri quadri per evocare il passaggio del Rex. La terza, a fianco del Teatro che confluisce dalla piazza Cavour e da via Verdi, via D’Azeglio e via Agostino di Duccio, ospiterà le ambientazioni del teatro e del set cinematografico del film capolavoro «8 e 1/2»;
nel corso dei lavori, si sono verificati numerosi ritrovamenti archeologici tra cui l’antemurale o «controscarpa» del fossato (ovvero la prima linea difensiva del Castello). In consiglio comunale il capogruppo di Fratelli d’Italia, Gioenzo Renzi, ha chiesto infatti la revisione totale del progetto esecutivo «Museo Fellini» di piazza Malatesta;
in consiglio comunale la giunta ha ribadito che il progetto ha il «via libera» della Soprintendenza. Tuttavia, nei rilievi della Soprintendenza si legge:
«in corrispondenza del vano tecnico della fontana nel fossato della Rocca sarà necessario verificare la presenza di strutture archeologiche, in quanto si ritiene possibile che le attività in progetto intercettino i “battiponte” di accesso alla Rocca»;
«Il sondaggio eseguito ha evidenziato la presenza di strutture archeologiche, in corrispondenza della predisposizione del vano tecnico della fontana nel fossato. Di conseguenza, sarà necessario ampliare e approfondire l’indagine archeologica in modo da individuare congiuntamente una soluzione progettuale che possa tutelare e conservare le strutture archeologiche individuate, sia relativamente alla predisposizione del vano, sia per le relative condutture» –:
come si giustifichi un parere favorevole della Soprintendenza sul progetto esecutivo di cui in premessa sulla base dei suddetti rilievi e su un’area interamente tutelata da vincolo archeologico;
quali iniziative di competenza si intendano attuare per fare piena luce sulle presenze archeologiche diffuse su tutta piazza Malatesta, sottoposta al vincolo di inedificabilità assoluta e alla norme condizionanti del piano strutturale comunale (Psc);
se, alla luce di quanto esposto, si intendano adottare le iniziative di competenza affinché la Soprintendenza riveda complessivamente il parere favorevole espresso sul suddetto progetto“.
Un tassello importante per capire qualcosa di più su quanto sta venendo a galla in piazza Malatesta sarà aggiunto probabilmente dal sopralluogo al cantiere archeologico organizzato dal presidente della Commissione cultura, Davide Frisoni, per lunedì prossimo, al quale ha invitato non solo i rappresentanti del Comune, ma anche della Soprintendenza e numerosi esperti riminesi.
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