Montevecchi “virale”: 200 mila visualizzazioni per il video contro il Santarcangelo Festival

Montevecchi “virale”: 200 mila visualizzazioni per il video contro il Santarcangelo Festival

"Non si può fare propaganda ideologica coi soldi dei cittadini. Così le amministrazioni di sinistra finanziano la pseudo-cultura. Mettiamo fine a questo totalitarismo culturale". Il messaggio del consigliere comunale di Santarcangelo elettrizza la rete.

L’attacco è diretto e il messaggio chiaro: “Non si può fare propaganda ideologica coi soldi dei cittadini. Così le amministrazioni di sinistra finanziano la pseudo-cultura. Mettiamo fine a questo totalitarismo culturale”. La video-denuncia di Matteo Montevecchi, giovane d’opposizione e non solo in consiglio comunale, contro una edizione del Santarcangelo Festival che si presta particolarmente, è diventata virale: pubblicata l’8 luglio alle ore 19, questa mattina ha già superato le 200 mila visualizzazioni. Con una quantità di commenti pro o contro. L’amministrazione comunale di Santarcangelo, insomma, deve vedersela con un consigliere che vale molto più di uno…

“Come buttare via centinaia di migliaia di soldi pubblici mascherando il tutto come spesa per la “cultura”? Ce lo spiega Alice Parma, Sindaco del Pd di Santarcangelo. Già nel 2015 aveva finanziato uno spettacolo all’aperto di un uomo completamente nudo che dopo essersi toccato in ogni modo il pistolino concludeva facendo pipì sulla città. E guai a dire qualcosa. “Non capisci l’arte, bigotto”. Gridavano i radical chic”, dice Montevecchi nel video che è già diventato un caso nazionale.
“Ma quest’anno al “Santarcangelo Festival” hanno deciso di fare peggio. Dopo il piscione, è arrivato il sirenetto con la coda arcobaleno, Merman Blix, chiamato per fare un po’ di propaganda LGBT e appollaiarsi sulle fontane del paese. E soprattutto, come recita la descrizione dello spettacolo, per insegnarci a liberare la sirena che è in noi e dimostrarci che ognuno può essere chiunque si senta di essere. Adesso dal mare passiamo alla terra. Precisamente agli ecosessuali. Avete capito bene: gli ecosessuali. I nuovi protagonisti di questo Festival. Non si tratta di una fake news, ma di un’esclusiva. Per la prima volta è arrivato in Europa lo spettacolo “Club Ecosex”, ispirato al manifesto dell’ecosessualità di Elizabeth Stephens e Annie Sprinkle. Viene descritto come un’esperienza erotica verde in simbiosi con la materia viva del mondo vegetale da toccare e stimolare. Un superamento delle inibizioni, di espansione dei confini della sessualità. Ma chi sono questi eco sessuali? Ho dato un’occhiata a qualche articolo online per scoprirlo e puntualmente ho trovato le testate più inutili del pianeta in prima linea per documentare e pubblicizzare questa schifezza”.

Segue una rapida e documentata rassegna stampa, tutto ad un ritmo molto fulminante: “Su Vanity Fair si scopre che gli ecosessuali sono quelli che fanno sesso con la natura e che sarebbero oltre 100 mila nel mondo. Vice invece si spinge oltre e riporta nel dettaglio le pratiche degli eco sessuali, stiamo parlando di gente che se la fa con gli alberi. Le due fondatrici del manifesto eco sessuale considerano l’ecosessualità una nuova forma di identità sessuale e al Pride di San Francisco hanno guidato una marcia per chiedere che all’acronimo LGBTQI, e quelle stronzate lì, venisse “ufficialmente” aggiunta una E. È bene ricordare che il desiderio di congiungersi sessualmente con gli alberi, si chiama dendrofilia ed è una parafilia, una perversione”.
Fra ‘o famo strano e protesta. “Ma non finisce qua, in questo Festival dell’assurdo un laboratorio permanente viene tenuto dal collettivo Macao, un centro sociale di estrema sinistra milanese, già conosciuto per essersi specializzato in occupazioni abusive”, prosegue Montevecchi. Passano i titoli della stampa online su Macao e altre chicche.

“Quest’anno non poteva nemmeno mancare la compagnia Motus che due anni fa si era già esibita in una spudorata propaganda gender. Questi intellettualoidi separano ideologicamente il sesso dal genere. Uno non sarebbe più maschio o femmina in base al suo inconfutabile dato naturale, ma ciò che si sente di essere. A loro dire esisterebbero una vastità di generi in continua crescita. Genderfluid, pan gender, genederqueer, trans gender. Chi più ne ha più ne metta. Il sesso biologico? Irrilevante. Cromosomi XX e XY? Robe vecchie da bigotti. Anche quest’anno hanno sfoggiato il meglio del peggio del loro repertorio, con un incontro che spazia dalle identità queer al porno terrorismo (non mi chiedete che cosa sia) fino ad arrivare ai movimenti trans-femministi. E come ciliegina sulla torta, il punto focale del Festival inaugurato direttamente da Cecile Kyenge: il museo della Non Umanità, un monumento alla volontà di deumanizzare la storia. Che significa? Che i confini tra Umano e Non Umano, tra l’essere umano e l’animale sono solo “immaginari”. Che non ci sono creature che hanno minore o maggiore importanza e non bisogna etichettare gli altri esseri viventi in base al pregiudizio e alla categoria limitante di umano. Parole del Sindaco Alice nel paese delle meraviglie, non mie.
Tutti dovrebbero sapere che i nostri soldi vengono utilizzati per finanziare queste porcate, perché non solo il Comune di Santarcangelo ha speso 149.700 euro. Anche altri enti hanno stanziato tonnellate di soldi pubblici, tra cui la Regione Emilia Romagna con 330’000 mila euro e lo Stato con 133.543 euro. Per un costo totale di 851.167,69 euro. Un vero scandalo nazionale. Non si usano i soldi dei cittadini per fare propaganda ideologica. Mettiamo fine a questo totalitarismo culturale, perché un Festival fatto così, è una cagata pazzesca”
.

COMMENTI

DISQUS: 0