Nel cantiere senza fine del parco del mare: sventrato il manto erboso posizionato a luglio per far posto a nuove fognature

Nel cantiere senza fine del parco del mare: sventrato il manto erboso posizionato a luglio per far posto a nuove fognature

Fra sopralluoghi con varie rappresentanze al seguito e inaugurazioni, il primo tratto del lungomare Tintori veniva dato ormai archiviato come cosa fatta. Invece chi frequenta in questi giorni la passeggiata in doghe di legno nota un cantiere nel quale gli scavatori sono all'opera come non mai. Cosa sta succedendo? Vedremo mai la fine di questo progetto costoso nel realizzarlo e che non sarà meno dispendioso nel mantenerlo in uno stato accettabile?

Ad inizio dello scorso agosto veniva inaugurata («in ritardo, causa Covid, per colpa del legno venuto dal Brasile», spiegò il sindaco) la «palestra a cielo aperto» sul primo tratto del «lungomare più bello del mondo». Il 17 luglio il presidente della Regione Stefano Bonaccini e l’intera giunta erano arrivati a Rimini per un “sopralluogo” ai cantieri del Psbo e al parco del mare. Tanti sopralluoghi, guidando sul posto categorie economiche, “sigismondi d’oro” e personalità della cultura, rappresentanti di università e camera di commercio, li ha condotti il sindaco. Il lungomare Tintori di marina centro è stato il primo tratto ad essere ultimato, fra la fine di giugno e l’inizio di luglio. Ma sei mesi dopo è tutto sottosopra. Il prato inglese è solcato da profonde “trincee” e occupato da tubazioni di grosso diametro attendono di andare al loro posto. In più punti il prato che era stata posizionato con rotoli di fresca erbetta in tutta fretta per l’arrivo dell’estate, presenta “squarci” che mostrano la nuda terra. Cosa succede? Chi passeggia o corre sul tratto che va da piazzale Kennedy a via Beccadelli, si ferma e guarda con espressione interrogativa alle operazioni che si svolgono nel cantiere.

Praticamente quello che è stato aperto nell’estate ormai archiviata era solo un’anteprima del parco del mare. C’è ancora tanto da fare, anche rimettendo le mani nell’opera che sembrava conclusa. Nel prato sventrato sta per essere posizionata una nuova condotta fognaria, ma verrà rifatta anche la condotta dell’acquedotto. Perché non si è provveduto prima di stendere il prato?

Alle domande poste all’assessore Roberta Frisoni, per capire cosa stia succedendo, si ottiene questa risposta: «I lavori attualmente in fase di esecuzione riguardano le opere di completamento del tratto 1, il cui progetto esecutivo è stato approvato con delibera di giunta comunale 243 del 09/09/2020, e i cui lavori sono stati aggiudicati con determina dirigenziale 3005 del 18/12/2020. L’area di intervento comprende anche il terrapieno inerbito provvisorio posato durante i lavori ultimati nel 2020 e realizzato temporaneamente in attesa delle opere di completamento; tale terrapieno verrà poi parzialmente rimosso e risagomato, per raccordare la pendenza tra il nuovo percorso in legno e Via Paolo e Francesca. Il terreno che verrà asportato dal terrapieno provvisorio sarà riutilizzato nelle opere attualmente in corso di realizzazione». E i tanti tubi che occupano quello stesso primo tratto?
«I tubi presenti in cantiere, e le opere di scavo che si stanno realizzando, riguardano la predisposizione della nuova condotta fognaria che andrà a sostituire l’esistente; verrà rifatta anche la condotta dell’acquedotto».
La spesa? «L’importo dei lavori così come aggiudicato è di circa 3.750.000,00 euro per il quale si è ottenuto un finanziamento regionale dell’80% della spesa nell’ambito del Bando Rigenerazione Distretto Turistico in attuazione della L.R. 20/2018».

Il problema dei ristagni d’acqua era stato subito notato e rilevato. Chissà che ad intervento concluso non diventi solo un brutto ricordo. Il tema della manutenzione dei nuovi lungomare, che per forza di cose dovrà essere costante nel tempo, non sarà indolore per le finanze comunali. La salsedine mostrerà i suoi effetti sugli ampi spazi verdi (prati, arbusti e alberature) ricavati, sugli arredi e sulla passeggiata in doghe di legno Massaranduba, che richiederà cura e attenzione, e sulla duna che connette il lungomare alla spiaggia. Sperando che la cultura della manutenzione del verde pubblico possa migliorare rispetto ai tanti esempi che si vedono oggi in giro per la città. Secondo il cronoprogramma dovrebbe essere tutto ultimato entro la prima metà di maggio.

L’opera è mastodontica e ancora solo agli inizi. I tratti complessivi del parco del mare sono nove in tutto: Lungomare Fellini–Kennedy; Kennedy-Tripoli; Tripoli–Pascoli; Pascoli–Firenze; Firenze–Gondar; Murri; Marebello–Rivazzurra; Spadazzi e Spadazzi–Bolognese. C’è poi tutta la questione caldissima e irrisolta dei parcheggi, visto che si è pensato prima a pedonalizzare e poi ai posti auto tutti da costruire. Per la prossima estate dovrebbero esserci 112 stalli temporanei in piazzale Marvelli e 46 a servizio del lungomare Spadazzi all’incrocio tra il lungomare e via Latina.
Sulle manifestazioni di interesse da parte dei privati occorre un atto di fede. Mai nulla è passato dal consiglio comunale e chi ha voluto andare a scoprire le carte in mano all’amministrazione comunale (come ha fatto l’ex assessore Biagini) ha dovuto procedere con accessi agli atti, dai quali è risultato un nulla di fatto. Secondo l’assessore Frisoni starebbe proseguendo «la raccolta di manifestazioni di interessi dei privati» e ci sarebbe «fermento da parte di singoli, società, operatori, un’attenzione che si è tradotta in un ampio ventaglio di proposte progettuali soprattutto nei tratti 2 e 3 che sono al vaglio dell’Amministrazione». Tutto da verificare alla luce del sole.
Poi c’è il «lungomare democratico», come è stato definito dal sindaco, ovvero ben otto aree fitness per l’attività fisica e riabilitativa, che non si capisce perché non siano state concordate insieme ai gestori degli stabilimenti balneari e realizzate sull’arenile, dove già alcune sono presenti.

Anche fra i pezzi grossi del Pd il nuovo lungomare è stato fatto oggetto di dure critiche. L’ex vicesindaco di palazzo Garampi, Maurizio Melucci, ha sostenuto «che di errori ne sono stati fatti, sicché voglio augurarmi che i progettisti riescano a trovare soluzioni alternative e risolutive. Ma voglio altresì sperare che almeno non vengano ripetuti nella parte di progetto che resta ancora da completare». Per il progetto più vistoso della giunta Gnassi, insomma, gli esami fino a questo momento sono stati superati con voti bassi, mentre per esprimersi sulla valutazione finale bisognerà attendere ancora parecchio.

COMMENTI

DISQUS: 0