Palazzo Lettimi: la risposta, debole, dell’assessore Morolli e le repliche

Palazzo Lettimi: la risposta, debole, dell’assessore Morolli e le repliche

Pubblichiamo il punto di vista della giunta comunale, che arriva a seguito della interrogazione presentata dal consigliere Andrea Pari. L'immobilismo fa male sia a quello che continua a rimanere un rudere e sia alla biblioteca Gambalunga.

Ci siamo più volte occupati di Palazzo Lettimi una delle vergogne cittadine, mostra di incuria e degrado, (qui) ma anche in un’ottica propositiva del suo recupero per fini culturali a servizio ed integrazione della prestigiosa Biblioteca Gambalunga afflitta da vari problemi sia per la mancanza di spazi per la conservazione dei molti volumi che continuano ad incrementarsi, che di quelli di consultazione (qui).
Poiché il – duplice – problema è reale e oltretutto sentito, il Consigliere Comunale Andrea Pari il 30 aprile scorso presentò un‘interrogazione sul tema (qui) alla quale fu resa una subitanea risposta, non solo ricalcata su quella che la Direttrice dell’Istituto ci riscontrò a suo tempo, ma pure confusa, dilatoria e priva di ogni visione progettuale. Ma poiché il Consigliere interrogante richiese risposta scritta, ora pervenuta, ci è stata gentilmente messa a disposizione tanto per un aggiornamento del caso.

Come si può agevolmente vedere consultando il documento, esso è per buona parte la riscrittura della risposta verbale che fu data nella predetta sede consiliare. Si ripete di problemi “fisiologici” delle Biblioteche (?) riguardo l’utilizzo dei magazzini esterni per il ricovero di materiale librario, che in un caso costa al contribuente riminese ben 13.000 Euro annui d’affitto, e che qualche disservizio creano anche se chi dovrebbe in realtà non se ne accorge; ma soprattutto ciò a fronte di una mancata soluzione che sarebbe a portata di mano. Un fenomeno di trascuratezza, quindi, piuttosto che fisiologico.
Per il resto, come si diceva, tanta confusione: “Il comune ha già avviato alcuni interventi di pulizia e sopralluoghi. È in corso un’interlocuzione con la Soprintendenza Archeologica e monumentale sia per primi interventi di messa in sicurezza dei ruderi presenti che necessitano comunque di un progetto di restauro specialistico autorizzato ai sensi di legge, sia per un progetto complessivo di rifunzionalizzazione dell’intero complesso” (?). In sintesi, nulla.
Infine il colpo di scena, da non crederci: “…che richiede importanti risorse. Inutile dire che le risorse economiche da investire sono ingenti sia per la progettazione, altamente specialistica, sia per la realizzazione degli interventi”. Avete capito bene? Ma il bello deve ancora arrivare, e proseguiamo: “E sarebbe auspicabile, come avvenuto per altre strutture comunali, l’interesse da parte di un privato che mettesse a disposizione queste risorse, oppure che lo stesso Governo, così attento al patrimonio artistico e culturale, mettesse a disposizione risorse finanziarie ad hoc per questi siti così rilevanti”. Nel nulla, poi, le ultime righe appaiono quanto meno sconcertanti. È difficile commentare questi ultimi periodi, ma ci proveremo.
Nell’ultimo decennio Rimini è stata allagata a profusione da soldi pubblici, con i quali sono stati eseguiti interventi di dubbia valenza culturale e di utilità nonché di ritorno di immagine. La casa dei matrimoni, costata ben 220.000 Euro circa da sempre in affanno tanto da darla in uso ad associazioni; il museo Fellini e il Part al di sotto delle aspettative che qualcuno sperava; la cancellazione cementificatoria della storia riminese in Piazza Malatesta, passando per le tristi passerelle nei pressi del Ponte di Augusto e Tiberio e per finire, per modo di dire, con l’acquisto dell’edificio che ospita il cinema Fulgor. In sostanza milioni di Euro con i quali si sarebbero potute realizzare grandi cose di spessore, ricostruzione del Lettimi compresa e, magari, anche lo spostamento del Mercato Coperto, nonché una soluzione per l’anfiteatro; veri e concreti segnali da una città che ambiva ad essere Capitale della Cultura.
E in tutto questo contesto si ha anche il coraggio di auspicarsi, ma anche dichiararlo, che intervenga il Governo, che peraltro ha già dato tanto, o addirittura un Privato? Siamo davvero giunti al punto di dovere cercare elemosine per restaurare i veri beni culturali, quando per contro le risorse che arrivano si usano in maniera discutibile? Ritengo che il cittadino riminese abbia ormai capito la situazione, e favole del genere non trovano più alcuna credibilità.
È disdicevole e triste assistere a tutto ciò, e del pensiero che si esprime con la sua apoteosi nel restauro del Tempietto di S. Antonio. Ridotto in stato pietoso è stato salvato solo grazie all’intervento di un illuminato imprenditore, perché diversamente sarebbe rimasto nel suo degrado implementandosi inesorabilmente nel tempo.
Questo quindi è il sunto della considerazione che ha l’amministrazione cittadina per i suoi beni storici ed architettonici, ben ampiamente dimostrata in un recente passato e che tuttora prosegue tenace.
Infine, sulla riposta dell’assessore Morolli, il commento del consigliere Andrea Pari (Lega): “Ritengo che la cultura a Rimini non sia stata trattata adeguatamente negli ultimi decenni. Così come non è stata valorizzata la sua tradizione e la sua storia come si converrebbe. Un recupero come quello proposto sarebbe invece un cambio di direzione, la creazione di un vero polmone culturale nel centro della città. Aumenterebbero gli spazi di lettura e fruizione della biblioteca e sarebbero assai di più i volumi consultabili, nel contempo Palazzo Lettimi potrebbe ospitare progetti ed eventi culturali in una cornice unica. La storia più prossima della nostra città ci mostra come, se c’è una vera volontà politica, i fondi si reperiscono. Credo che l’amministrazione vada accompagnata con decisione in questa direzione: sia alla comprensione della bontà della riqualificazione che ad una effettiva mossa in tal senso. Questo il mio intendimento e il mio impegno su questo tema”.

COMMENTI

DISQUS: 0