Quando Gnassi diceva: «scegliere il candidato sindaco è compito di ogni riminese»

Quando Gnassi diceva: «scegliere il candidato sindaco è compito di ogni riminese»

Il sindaco uscente cerca di convincere Letta che le primarie sarebbero una iattura. Ma la sua corsa per andarsi a piazzare a palazzo Garampi è cominciata con un proclama: «Dobbiamo avere il coraggio di aprirci, di ritrovare il rapporto con i riminesi, tutti, nessuno escluso». E i riminesi gli hanno creduto.

«Scegliere il candidato Sindaco è compito di ogni riminese, di ognuno di noi che fa parte della grande comunità di donne e uomini del Partito Democratico. Non è demandabile a gruppi organizzati, a comitati e a protagonismi personali. Secondo me un impegno politico onesto passa solo per un impegno dichiarato e trasparente di ognuno di noi. Passa per percorsi e programmi condivisi. Un idea molto semplice mi ha spinto a chiedere fiducia. L’idea che una città non potrà mai essere terreno di conquista per nessuno, per chi si autorganizza meglio e con pochi per conquistare il Comune. L’idea cioè di una città che non è di chi la governa, ma di chi la abita. Per questo oggi ti chiedo di darmi il tuo sostegno diretto…». Chi l’ha detto? Anzi, chi l’ha scritto?
Un tale che nel 2010 si candidava con le primarie a sindaco di Rimini.

Rimini verso il voto: ecco perché per il Pd le primarie sono una benedizione

Sosteneva anche questo: «E’ necessario reimpostare una programmazione, una comunicazione e una partecipazione aggiornate perché la società è in rapidissima evoluzione. Per fare questo Rimini ha bisogno di un dibattito libero da pregiudizi e da diffidenze». Dunque primarie. Parole che assumevano un significato forte e plastico nel 2010, cioè a poca distanza dalla grande crisi finanziaria del 2008, ma che potrebbero essere prese e messe in bocca ad un candidato sindaco del Pd di Rimini anche oggi, aprile 2021. Perché dopo la devastazione lasciata dalla pandemia è indispensabile riprogrammare, dibattere, confrontarsi. Decidere dove andare, come e con quali mezzi. Come e più di dieci anni fa.
«Con sobrietà, pudore e profondo rispetto per la città dove sono nato e vivo da quarantuno anni, proseguirò l’ascolto e la relazione con Rimini e i riminesi di qui al 12 dicembre. Non la chiamo campagna elettorale per le primarie ma un nuovo viaggio nella Rimini delle eccellenze, del futuro, dell’identità, delle potenzialità e anche dei problemi», aggiungeva.

Apriva la partecipazione alle primarie a tutti. «E adesso anche per le primarie, una botta d’aria fresca, e perché sia concreta ecco la proposta. Le primarie devono essere quanto di più aperto possibile. Dobbiamo avere il coraggio di aprirci, di ritrovare il rapporto con i riminesi, tutti, nessuno escluso. C’è un fuga dal voto, un problema di relazione tra cittadini e politica con i suoi meccanismi autoreferenziali e spocchiosi. Per questo propongo che i punti, i seggi, i luoghi dove i riminesi possono andare a votare il 12 dicembre, siano moltiplicati rispetto alle analoghe esperienze del passato e dunque non più limitati ai circoli e ai luoghi canonici. Propongo, se si vogliono veramente ritrovare molti riminesi, che i seggi siano anche e soprattutto dove la gente vive, lavora e si ritrova normalmente. Servono regole, ma occorre anche fare uno sforzo e trovare il coraggio per realizzare una giornata di partecipazione che potrà essere storica. Propongo anche che non ci siano limitazioni, filtri e vincoli di partito. Propongo cioè, che alle primarie possano votare il candidato Sindaco tutti i riminesi senza chiedere loro all’atto del voto adesioni di appartenenza (che sarebbero solo sulla carta) al centrosinistra o un partito, ma sia chiesto un semplice impegno a ritornare a votare il Sindaco scelto come candidato alle primarie. Questo non solo perché alle elezioni vere votano tutti, ma perché le primarie siano un momento di partecipazione di tutta la collettività, oltre gli steccati dei partiti e perché siano un atto di democrazia partecipativa messo a disposizione del più vero e nobile civismo che potrà così riconquistare anche chi oggi è deluso e lontano dalla politica».

Per la scelta del candidato sindaco di Rimini si votò domenica 12 dicembre 2010, dalle 9 alle 21. Vinse quel tale, che alla fine ringraziava tutti: «E’ stata una corsa lunga, difficile, impegnativa. E adesso arriva la vera sfida per voltare pagina nella storia di Rimini. Ringrazio le riminesi e i riminesi che mi hanno dato la loro fiducia e tutti quelli che sono andati a votare in questa giornata di democrazia per la nostra città. Ringrazio anche Tiziano Arlotti, Nando Fabbri e Maria Cristina Gattei per avere reso viva e vera questa competizione elettorale. Adesso tutti insieme dobbiamo lavorare per elaborare un programma elettorale in grado di assicurare a Rimini un futuro di modernità, innovazione e sviluppo».

Titolo del Carlino Rimini di oggi.

«Le primarie via maestra»: Letta sconfessa la linea del Pd di Rimini

Quel tale risponde al nome di Andrea Gnassi. Che oggi ha cambiato idea. Cerca di convincere il segretario del Pd Enrico Letta che le primarie non s’hanno da fare «perché la gente in questo momento pensa ancora ai vaccini e all’emergenza sanitaria, non certo a fare le primarie». Cioè il popolo degli elettori del Pd e del centrosinistra, secondo Gnassi, non sarebbe in grado di alzare lo sguardo oltre la contingenza della pandemia. Nemmeno davanti alla posta in gioco della scelta del candidato sindaco della ricostruzione, e dunque della possibilità di contare e portare il proprio piccolo ma concreto contributo.
Al che Letta, costretto a barcamenarsi come può nel partito che si ritrova, ha risposto: le primarie sono uno strumento non una imposizione. Ovvio. Ma uno strumento carico di potenzialità e di valore, ha sottolineato ieri sera in studio da Corrado Formigli a Piazzapulita: «Le primarie sono importanti perché la gente deve esprimersi», praticamente quello che sosteneva Gnassi quando toccava a lui essere incoronato. Adesso che tocca ad altri, compresa la sua rivale Emma Petitti, cambia spartito. «Le primarie legittimano un candidato e lo rendono molto più forte», sempre parole di Letta a Piazzapulita. «Su Roma faremo le primarie, vorrei che avvenissero in presenza fisica, credo che potrebbe essere possibile nel mese di giugno, con la presentazione delle candidature ai primi giorni di maggio». Perché va ricordato che con la campagna vaccinale programmata e il voto previsto in ottobre, lo spazio per le primarie c’è. E poi, visto che Paolo Mieli gli segnalava che il Pd dovrebbe candidare almeno quattro donne in altrettanti importanti città al voto, Letta ha risposto: «Non sono io che decido il candidato sindaco di Bologna o di Torino, noi non siamo un partito romanocentrico, sono assolutamente rispettoso delle decisioni che prenderanno quelli del Pd di Bologna e Torino e aggiungo che nella gran parte dei comuni al voto si faranno le primarie e questo significa che voteranno i cittadini».

Quindi: Letta ha ben altro a cui pensare rispetto a Rimini, città non certo strategica per i destini del Pd in Italia. A Bologna ci pensa, eccome se ci pensa, ma Rimini non toglie il sonno a Letta. Però la sua impostazione, che a Gnassi e a tanti altri del Pd locale non piace, è che le primarie s’hanno da fare. Seppure tirato per la giacchetta, Enrico Letta continua a ribadire che i candidati sindaci del Pd devono passare dalla porta (stretta o larga è una questione di punti di vista e di gusti) delle primarie. Se è per questo continua anche a ribadire che il Pd deve sintonizzarsi coi cittadini e non col potere. Ma la tattica anti primarie abbracciata anche da Gnassi sembra sposarsi meglio col potere che coi cittadini. Teme che alla prova della mobilitazione del partito e degli elettori, sussurra qualcuno nel Pd, Emma possa vincere, seppure di misura, su Jamil? Ah, saperlo!

Fonti:

“Una firma per la democrazia”: l’appello del candidato Andrea Gnassi sul percorso delle primarie del PD

Superato il quorum di sottoscrizioni per le primarie del 12 dicembre

Primarie aperte a tutti, più seggi e meno vincoli di partito

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Andrea Gnassi vince le primarie del centrosinistra per il Sindaco di Rimini

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