Riaperto un piccolo ponte dopo 15 anni… e c’è chi si stima!

Riaperto un piccolo ponte dopo 15 anni… e c’è chi si stima!

Inaugurato il nuovo “Ponte della Doccia” che collega l’abitato di Santa Maria del Piano in Comune di Montescudo Montecolombo con l’abitato di Fratte in Comune di Sassofeltrio

La conclusione di un cantiere pubblico è un fatto così rilevante che val bene muovere i volontari di ben due Comuni per allestire una festa in pompa magna, con tanto di porchettata e brindisi finali. Accade in Valconca, dove le comunità di Sassofeltrio e Montescudo-Monte Colombo vivevano da quindici anni un disagio enorme a causa della chiusura del piccolo, ma strategico a livello di collegamenti, Ponte della Doccia. Come spiegano dalla Provincia di Rimini – a cui è stata imputata la spesa complessiva di 150.000 euro e il progetto, redatto a cura dal Servizio Infrastrutture Viarie della Provincia stessa – il ponte “presentava da tempo segni di degrado, come mancanza di porzioni di muratura, ammaloramento dei cordoli in calcestruzzo e delle loro relative armature, mentre il piano viabile aveva problemi sia alle barriere laterali sia alla regimazione delle acque superficiali. Questa situazione ha reso necessaria la chiusura del ponte a scopo precauzionale, causando un grave disagio alle comunità”.
inaugurazione ponte della doccia Montescudo Sassofeltrio
Grave sì, ma per 15 anni? Ma quanto è grande questo ponte e perché ci è voluto così tanto tempo?
“Il ponte sul Rio Gaiano, ad una sola campata ad arco in muratura, è alto circa 11 metri e lungo 8”, spiega sempre la nota della Provincia di Rimini: in pratica è una piccola infrastruttura, se così si può dire. Magari incastonata tra due Comuni dell’entroterra che non devono gestire i volumi di traffico della riviera, ma che hanno gli stessi diritti e la stessa dignità degli altri.

Non era quindi la portata dell’intervento il motivo di così tante lungaggini. Sicuramente ha influito – nei primi anni – il fatto che fosse invece un’opera “condivisa” da due Comuni che erano confinanti ma “divisi” amministrativamente dal confine regionale: Sassofeltrio era infatti ancora nelle Marche e Montescudo (siamo in frazione di Santa Maria del Piano) in Emilia-Romagna, ma ancora non aveva fatto la fusione con Monte Colombo. La Provincia di Pesaro, come per i sette Comuni dell’Alta Valmarecchia, non è mai stata velocissima con le opere viabilistiche di questa zona di confine, né la Provincia di Rimini poteva sostituirsi ad essa e agire unilateralmente anche su un Comune che non le apparteneva. Forse da qui lo stallo. Forse. Perché di certo, 15 anni di chiusura non sono una sciocchezza soprattutto se l’opera in sé è costata relativamente poco. Ma siamo in Italia e questo piccolo caso potrebbe servire da metro di misura per tutto il resto: i lavori pubblici, per quanto necessari e per quanti disagi siano emersi, viaggiano alla velocità delle lumache, a volte per mancanza di risorse, a volte per il freno della burocrazia.
A volte, poi, non basta nemmeno il tempo, perché se manca la volontà, le cose non si fanno mai (come sanno bene tanti cittadini della zona e non solo della zona). Bene ha fatto, quindi, il Presidente della Provincia, Jamil Sadegholvaad, a commentare: “L’intervento sul “Ponte della Doccia” è frutto della fattiva collaborazione fra enti e costituisce un esempio di buona amministrazione”.

Benissimo hanno fatto poi i volontari della Pro loco di Montescudo, della Pro loco di Sassofeltrio, dell’Associazione “Noi del Campanone”, i quali, insieme allo staff dell’Agriturismo “Il Capannino”, dell’Azienda agricola Muccini, della ditta F.lli Ottaviani Srl e della ditta Mor-Fer ad allestire una grande festa per tutti i presenti con tanto di stand gastronomici, brindisi e porchettata finale. Del resto, in queste zone, sono “gran maestri” di sagre paesane e l’occasione meritava una celebrazione coi fiocchi.
Ma sono anche cittadini e quindici anni di attesa per veder riaprire un ponticello sono troppi. Vantarsene sarebbe ancora più eccessivo, ma c’è chi si stima pure…
DB

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