Rinviata la cerimonia di beatificazione di Sandra Sabattini, ma il monumento funebre è pronto

Rinviata la cerimonia di beatificazione di Sandra Sabattini, ma il monumento funebre è pronto

Si sarebbe dovuta tenere domenica 14 giugno al palazzo dei congressi, ma il coronavirus ha fatto slittare l'atteso avvenimento. Nella chiesa di S. Girolamo però, l'opera della scultrice Paola Ceccarelli è stata collocata. Ve la sveliamo e raccontiamo in anteprima.

Il coronavirus ha sconvolto la vita di tutti negli ultimi mesi stravolgendo il calendario civile ma pure quello religioso. Infatti la cerimonia di beatificazione della riminese Sandra Sabattini, fortemente voluta da don Oreste Benzi come la prima “santa fidanzata”, inizialmente prevista a Rimini per domenica 14 giugno (era già stato anticipato che la cerimonia si sarebbe svolta al palazzo dei congressi) è slittata a data da destinarsi. Così anche il pannello scultoreo sulla tomba allestito nella chiesa di San Girolamo, pur già montato, resta coperto con un telo rosso scuro, ancora nascosto ai fedeli che solo da qualche settimana hanno potuto tornare a messa. Ne abbiamo già parlato con un’intervista alla scultrice Paola Ceccarelli che ne aveva anticipato le linee della realizzazione del monumento ispirato alla vita di questa ragazza morta a soli 24 anni e che tuttavia ha scalato le vette della fede fino ad essere proclamata beata.

Nei giorni scorsi l’ideatore del monumento Francesco Baldi insieme alla scultrice Paola Ceccarelli e ad un gruppo di amici si sono recati in quella chiesa e vicino al monumento hanno pregato. Un’occasione felice per sentire spiegare dai protagonisti questo monumento. Sandra Sabattini è nata il 19 agosto 1961 a Riccione ed è morta il 2 maggio 1984. L’anno dopo, nel 1985, don Oreste Benzi che l’aveva conosciuta perché faceva parte della sua comunità, ha cominciato a curare il suo diario, intuendo la possibilità che la chiesa riminese potesse annoverare nel suo seno un’altra santa. Sandra ha conosciuto la “papa Giovanni XXIII” a 12 anni, frequentando i campeggi per adolescenti che guidava don Oreste nella casa Madonna delle Vette ad Alba di Canazei. Dopo le superiori si è iscritta alla facoltà di medicina dell’università di Bologna progettando col fidanzato di terminare gli studi ed andare in missione in Africa. Intanto dedicava il suo tempo libero e i periodi di vacanza al volontariato nelle comunità di recupero per tossicodipendenti gestite dalla comunità di don Oreste nei primi anni ’80. La sua morte è seguita ad un incidente stradale accadutole mentre si recava ad un incontro della comunità.

La causa di canonizzazione ebbe il via libera dalla conferenza regionale dei vescovi nel gennaio 2006, la fase diocesana del processo si concluse nel dicembre 2009 mentre il 6 marzo 2018 papa Francesco le attribuì il titolo di venerabile. La beatificazione risale al 2 ottobre 2019 a seguito del miracolo della guarigione da un tumore di Stefano Vitali, attribuito all’intercessione della venerabile e serva di Dio Sandra Sabattini.
Bisogna rilevare che il sarcofago di Sandra, ora nella chiesa di San Girolamo, oggi completato col monumento funebre, ha avuto una genesi per certi versi misteriosa con la parte del sepolcro in pietra rimasto visibile perché coperto da una lastra di vetro. Quando infatti, nel 2009, fu fatto un sopralluogo nel cimitero di Casale dove Sandra era stata sepolta, non furono ritrovati i resti; solo qualche legno della bara e un calzino. Questo fatto, di per sé abbastanza eclatante e di difficile lettura, restò di fatto inspiegabile e tuttora inspiegato. Benché le autorità ecclesiastiche presenti alla ricognizione, in particolare il vescovo Francesco Lambiasi, disse che si trattava di un segno divino in memoria del fatto che Sandra aveva consumato la vita a favore di Cristo e dei fratelli. Cosicché nella chiesa di san Girolamo il sepolcro è vuoto. E per ovviare al “problema” (che cosa ci si doveva mettere in quel sepolcro se neppure un osso della ragazza era stato ritrovato?) la copertura è stata realizzata in vetro. In una sorta di secondo tempo, il monumento funebre è stato completato con un pannello scultoreo realizzato da Paola Ceccarelli a seguito dell’attribuzione da parte di papa Francesco del titolo di venerabile e, successivamente, dopo il miracolo che insignì Sandra del titolo di beata. In questa scultura al centro è raffigurata la beata, come sospinta da una vela, che corre incontro al Signore della sua vita, tenendo per mano un povero. Ai lati ci sono i personaggi della sua vita: lo zio don Giuseppe Bonini e i genitori e dall’altro lato don Oreste Benzi che spinge una ragazza in carrozzella con dietro il fidanzato. Nell’appuntamento informale di cui stiamo parlando, l’architetto Francesco Baldi ha sottolineato come l’opera sepolcrale sia stata realizzata soprattutto per la volontà e la tenacia dello zio don Giuseppe Bonini che purtroppo non ha potuto vedere l’opera conclusa prima della sua morte, avvenuta nella notte tra lunedì e martedì del 29 ottobre 2019 all’età di 96 anni. Se fare una tomba non è semplicemente progettare il luogo del riposo eterno ma il “dire” chi è colui che li è sepolto, allora l’incontro di due degli autori con gli amici ha creato davvero un’anticipazione e un’occasione unica di conoscere meglio la beata. Fra l’altro sia in questo caso che per la tomba di Alberto Marvelli nella chiesa di Sant’Agostino, hanno lavorato gli stessi autori: Francesco Baldi e Paola Ceccarelli. Con la differenza che per Marvelli, l’autrice ha eseguito la scultura su un disegno realizzato dal pittore Americo Mazzotta mentre per la Sabattini sia il disegno che la scultura sono della Ceccarelli.

Paola Ceccarelli ha ricordato commossa il marito Marco Morini (anche lui deceduto nel dicembre 2018 all’età di 64 anni, prima che l’opera fosse conclusa) che l’ha aiutata nella non facile ideazione del montaggio di questo pesante pannello; opera poi conclusa peraltro dal figlio Davide. “Ognuno – ha detto Paola Ceccarelli – ha fatto un “pezzo” ma non tutto. E qui voglio citare anche gli scultori Elena Ortica e Gaetano che hanno realizzato nel loro laboratorio di Treviso il sarcofago in pietra del Sinai. In questo momento sono molto felice perché sono qui con gli amici per pregare. In fondo il senso di questo lavoro è proprio questo: arrivare al dialogo con Dio nella preghiera”. Mentre il sarcofago è stato fatto nel 2009, il pannello scultoreo, ora installato nella chiesa, ha iniziato il suo “viaggio” il 13 maggio 2018. La figura centrale che rappresenta Sandra corre mentre tiene in mano un fiore di calicantus a forma di croce, un tipo di fiore che la beata amava e che fiorisce stranamente in una stagione, l’inverno, non proprio adatta ai fiori. Nel pannello Sandra corre ma dietro di lei c’è una sorta di vela marinara che rappresenta lo Spirito che la sospinge. Attorno a lei i volti delle persone care: sulla destra i genitori, con la mamma che tiene la mano al petto quasi a raffigurare la malattia che la colse dopo la morte della figlia e che portò anche lei alla morte; dietro di loro lo zio don Giuseppe Bonini. Nel lato opposto c’è la rappresentazione della comunità papa Giovanni XXIII, in primo piano don Benzi che spinge una bimba in carrozzella mentre dietro c’è il fidanzato. Ha detto ancora la scultrice: “Ho sentito tutta la mia inadeguatezza a raffigurare una persona che è santa. Io ringrazio perciò gli amici presenti e il movimento di cui faccio parte (Comunione e liberazione, ndr.) per l’aiuto che mi è stato offerto per superare certi momenti di impasse e di difficoltà”. Per spiegare meglio cosa voleva dire, Paola ha raccontato che c’è stato un problema col volto di Sandra: questo volto, pure disegnato e ridisegnato, non “veniva mai” come l’avrebbe voluto. Una volta un’amica, Marina, era andata a trovarla e vedendo la foto di Sandra ha detto: “Guarda, ha un sorriso che somiglia un po’ al mio”. Così Paola l’ha costretta a fare da modella e il risultato è lì scolpito: se questo volto somigli o meno a quello di Sandra, forse i molti che l’hanno conosciuta possono giudicarlo meglio di chiunque altro.

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