Come è potuto accadere che una "creatura" figlia della governance del turismo regionale, tenuta a battesimo dal Pd, sostenuta e condivisa da Apt, Comuni, Provincia e Regione, associazioni di categoria, venga oggi additata come una specie di congrega di biscazzieri che ha fatto fallire il "Fellini"?
“In Emilia Romagna nel turismo si fa innovazione”. E chi è un modello in questa regione “incubatore di innovazione”? Riviera di Rimini Promotion. Proprio lei, che da qualche mese viene dipinta come pecora nera, finita nel frullatore della inchiesta sull’aeroporto, causa di tutti i mali, con un pesante fallimento sul groppone e con tanto di sequestro in solido dei beni dei membri del cda.
Quello che le cronache definiscono “l’espediente del vuoto su pieno”, cioè l’operazione di acquisto dei biglietti aerei che poi finivano nei pacchetti degli hotel (centinaia quelli coinvolti), per la Regione Emilia Romagna e il fior fiore di esperti in marketing turistico era un esempio di innovazione innescata dal privato e di collaborazione virtuosa col pubblico.
Fra le tante pubblicazioni dell’editore Maggioli ci sono anche i rapporti dell’Osservatorio turistico regionale. Quello del 2006, dedicato a “Innovazione e tradizione nel turismo in Emilia-Romagna” (a cura di Unioncamere) dedica molte pagine al modello Riviera di Rimini Promotion.
“L’esigenza da cui nasce l’esperienza di Riviera di Rimini Promotion è quella di incentivare l’incoming turistico verso il territorio della Provincia di Rimini e con un’ulteriore finalità che riguarda la volontà di destagionalizzare il turismo”. Coloro che adesso vengono additati come concausa dei disastri del “Fellini”, dal sistema politico e turistico emiliano romagnolo erano considerati ben altro: un punto di forza nella crescita del territorio.
Leggiamo. “Per incrementare il flusso di turisti sul territorio, le Associazioni degli albergatori (Aia) della provincia di Rimini hanno deciso di aggregarsi in un consorzio per avviare una operazione commerciale innovativa con alcune tra le più importanti compagnie aeree low-cost europee e volta ad attivare una serie di nuovi voli charter sull’aeroporto “Federico Fellini” di Rimini”, si legge.
Capito che razza di ribaltamento? Il meccanismo “vuoto per pieno” non è stata una truffa pianificata, sul modello “La stangata”, da qualche biscazziere in cerca di affari legati ai voli. “Sono gli stessi operatori del consorzio ad essere i protagonisti dello sviluppo turistico riminese attraverso l’individuazione di aree turistiche rilevanti che necessitano di collegamenti aerei”, è un altro passaggio dello studio. Che spiega anche in cosa consisteva l’operazione: “… nell’acquisto da parte degli albergatori di 6 mila biglietti aerei che equivalgono a metà aeroplano pieno, il resto dovrà essere venduto dalla compagnia e dalle agenzie. Si può in questo modo offrire un pacchetto turistico all inclusive che comprende il biglietto, il pernottamento ed il transfert aeroporto-albergo”.
Un sistema pianificato e condiviso fra categorie economiche, politica, pubbliche amministrazioni e istituzioni in campo turistico, che nasce nel 2004, sviluppato grazie ai privati e che, repetita iuvant, “ha goduto del supporto di enti pubblici” e che “per l’unicità ed i risvolti che ha saputo assumere, è stato presentato come case history anche alla Conferenza italiana per il turismo del 2008″.
Tutto prende avvio dalla constatazione che il mercato tedesco, all’origine del boom turistico della riviera, ad un certo punto va in crisi. Quei flussi, per una serie di ragioni, si interrompono.
Da qui la decisione dei privati di fornire “un supporto economico alle compagnie aeree a garanzia di copertura dei loro costi, trasformando l’intervento economico in uno scambio di posti aerei: il progetto si è quindi trasformato in una formula di “vuoto per pieno”.”
Il progetto di Riviera di Rimini Promotion prende le mosse nel 2004. RdRP è il soggetto giuridico, condiviso con la politica locale, per acquistare quei voli. “Nel 2005 si è ampliato con la creazione di due società di gestione: RiminiGo, che si occupa della vendita dei biglietti, e Flieg Nach Rimini per la creazione e commercializzazione dei pacchetti in Germania”. In seguito saranno i singoli operatori a vendere direttamente ai clienti le offerte all inclusive, acquistando i biglietti tramite la piattaforma online di RdRP.
Risulta decisiva, come dettaglia la ricerca, la partnership col pubblico, “che ha svolto il ruolo di promozione dell’iniziativa e del territorio della Riviera di Rimini nelle località di destinazione individuate”.
RdRP è considerata la gallina dalle uova d’oro. “Riviera di Rimini Promotion si sta dimostrando uno strumento vincente per lo sviluppo del territorio: da una parte ha risposto all’esigenza dell’amministrazione provinciale contribuendo sensibilmente ad aumentare il numero di turisti sul territorio; dall’altra ha incentivato la partecipazione diretta degli operatori turistici nella programmazione dello scalo aeroportuale favorendo il suo rilancio a livello internazionale (oggi Riviera di Rimini Promotion è socio di Aeradria, la società che gestisce l’aeroporto di Rimini)”.
La centralità del pubblico è spiegata ancora meglio: “Il ruolo di Apt Servizi Emilia Romagna è stato determinante fin dalla fase di lancio del progetto, che ha contribuito a promozionare la Germania. Sono seguiti interventi anche da parte di comuni e della Provincia di Rimini“.
I benefici generati per l’intero territorio sono ricaduti su “albergatori, aeroporto, territorio”. Col risultato di fidelizzare la clientela storica, riconquistare la clientela straniera che si era allontana dalla Riviera, fungere da volano per riqualificare l’aeroporto, che ha visto aumentare il numero di passeggeri. “Traguardi che hanno ulteriormente rafforzato l’aeroporto Fellini”, trasformato nel 2009 in scalo internazionale e passato da militare a civile.
“Complessivamente dal 2006 sono stati venduti quasi trentamila biglietti, un numero in costante crescita di anno in anno”.
Curioso che il meccanismo che ha “rilanciato Rimini e la Riviera come meta di turismo internazionale, dopo che questo ruolo storico era stato minacciato da una serie di eventi contestuali”, venga oggi criminalizzato. Senza che la politica che l’ha tenuto a battesimo batta ciglio. E nel silenzio imbarazzato – o nella presa di distanza – di Apt, Provincia, Comune, Unione Prodotto Costa, Aia.
A pagina 132 gli estensori della ricerca (con introduzione di Vasco Errani), dedicata alle “esperienze di sussidiarietà per lo sviluppo dell’offerta turistica dell’Emilia Romagna”, sottolineano che “uno dei principali elementi di forza di RdRP “è il forte radicamento con il territorio, l’Unione di Prodotto Costa e gli operatori, ogni destinazione è selezionata sulla base delle reali possibilità di vendita”.
Ad essere coinvolti, insieme a RdRP, dunque, sono Provincia di Rimini, Comuni della provincia, Apt Servizi. La filosofia dell’acquisto dei voli, fra le cause principali (insieme agli investimenti fatti dal punto di vista strutturale) che hanno generato il “buco” di Aeradria, è figlia di scelte precise. E il tutto è scaturito all’interno di un modello di governance del turismo regionale perseguito a Bologna e a Rimini. Governance che ha genitori con nomi e cognomi: Vasco Errani, Guido Pasi, Andrea Babbi, Nando Fabbri, Stefano Vitali, Maurizio Melucci, Andrea Gnassi, Massimo Gottifredi, fra i principali, insieme ai vertici delle associazioni di categoria degli albergatori (ma non solo).
Che questa governance abbia avuto anche i connotati di un marcato consociativismo è fuori discussione, ma qui si vuole mettere l’accento sul fatto che la croce che oggi viene buttata addosso solo al privato (che per altro sta pagando di tasca propria), sarebbe quantomeno da far portare anche ad altri.
Airiminum nei giorni scorsi ha giurato di non avere nessun legame col passato. “Né la società stessa né il gruppo di investitori” sono “in alcun modo riconducibili a soggetti collegati alla precedente gestione aeroportuale”. Ma a parte i personaggi legati al Pd e con ruoli pubblici all’interno della Provincia, che hanno “gestito” lo scalo di Rimini quando l’ente di corso d’Augusto deteneva la maggioranza in Aeradria, e a parte i tanti intrecci societari ricostruiti negli ultimi mesi anche da Rimini 2.0, che hanno fatto emergere forti legami col passato, vogliamo parlare dell’uomo chiamato a guidare la cordata di imprenditori riminesi in Airiminum?
Massimo Gottifredi ha una storia profondamente segnata dalle vicende legate all’aeroporto e ad Aeradria. Non solo è stato nel cda della società di gestione (nominato dalla Regione) dal 2007 al 2010.
Ma sia da assessore al Turismo della Provincia di Rimini (nella prima giunta Fabbri che si insedia nel 1999), sia in veste di presidente della Agenzia di Marketing Turistico della Riviera di Rimini (2001-2009) che in quella di presidente di Apt Servizi Emilia Romagna (2006-2010), Gottifredi ha creduto, condiviso e gestito la governance di cui si parlava sopra.
“L’esempio di Riviera di Rimini Promotion è quello di un brodo di cultura che vorremmo si estendesse in tutti gli scali aeroportuali”, pontificava il presidente di Apt Massimo Gottifredi. Non dovrebbe essere difficile per nessuno trovare la rassegna stampa di quegli anni e rileggersela.
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