Salvate il Teatro Galli

Salvate il Teatro Galli

Con questo articolo della Stampa ricordiamo a coloro che si sono battuti per il teatro com'era dov'era che non si sa nulla di come sarà.

I riminesi, affiancati da nomi nazionali altisonanti della cultura, hanno dato battaglia per ottenere il Galli com'era dov'era. Giusto? Sbagliato? E' ora però di chiedersi se il teatro che sta sorgendo rispetti o meno quella battaglia. E l'amministrazione comunale oltre ad aprire il cantiere a Skin in orario notturno a Capodanno, farebbe bene a far vedere cosa sta succedendo all'interno. Italia Nostra, Fai e comitati vari non hanno nulla da dire? Aspettano che sia troppo tardi per dire qualcosa?

Insigni musicisti e uomini di cultura, solidali con Italia Nostra, il Fai, il Comitato per la Bellezza “Antonio Cederna” e l’associazione Rimini Città d’Arte, hanno rivolto un appello al ministro per i Beni e le Attività culturali, Giovanna Melandri, affinché faccia tornare il Teatro “Amintore Galli” di Rimini “dov’era e com’era”, ed eviti uno “scempio”. Il Galli, opera di Luigi Poletti, fu inaugurato nel 1857 con l’Aroldo di Verdi e distrutto dai bombardamenti del ’43.
Giustificate preoccupazioni hanno manifestato Renata Tebaldi, Claudio Abbado, Riccardo Muti, Maurizio Pollini, Riccardo Chailly, Carla Fracci, Romando Gandolfi, Carlo Maria Giulini, Pier Luigi Pizzi, Alberto Zedda, Lorenzo Bianconi, Giuseppina La Face Bianconi, Paola Bignami, Carlo Bo, Francesco Degrada, Marco De Marinis, Paolo Fabbri, Vittorio Emiliani, Cesare Questa, Renato Raffaelli, Giancarlo Susini, Luciano Canfora. I firmatari dell’appello considerano il progetto del Comune di Rimini “un ibrido completamento che ingloberebbe il teatro in una costruzione abnorme, svolta a sostituire la magnifica sala all’italiana, perfettamente acustica, con una banale gradinata in cemento armato”. Il costo della “ricostruzione” sarebbe di 82 miliardi, mentre il ripristino filologico sulla base della ricca documentazione, costerebbe 35-40 miliardi e godrebbe dei finanziamenti europei”.

“Salvate il Teatro Galli”, La Stampa 28 maggio 1999

Su questo foglio online il tema è stato ampiamente sollevato

L’architetto Cervellati ha parlato di scempio. L’ex sindaco Chicchi di teatro pseudofilologico e inadeguato, un pasticcio tremendo. L’associazione Tebaldi è a dir poco allibita e i suoi rappresentanti tenuti fuori dal Galli in ri-costruzione. Ennio Grassi ha detto la sua evocando il circo Barnum. Il prof. Paolo Fabbri ha sollevato temi non meno importanti sul che fare del contenitore e reclamando un cogitamus. Insomma, la questione c’è. L’urgenza di guardare oltre la facciata di cemento armato che si osserva dalla recinzione del teatro, pure. Ci stanno facendo vedere i grifoni dorati, bellini, ma oltre alle decorazioni c’è di più.

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