Sul cementificio di Santarcangelo la giunta Parma ha dormito sonni profondi. Ma il suo "rivale" Samorani l'ha posto fra i punti salienti del programma elettorale del centro destra. E così la sindaca ha pensato bene di lanciare il proprio spot elettorale. Coinvolgendo Provincia e Regione, che purtroppo si sono prestate al giochino.
Quanto manca al voto? Poco più di due mesi. C’è un gigante che dorme profondamente da molti anni a Santarcangelo. Come Morla, la tartaruga millenaria della Storia infinita. Alice Parma deve pensarle tutte (stavolta più che la volta scorsa) per mantenere la poltrona di sindaco, il primo lavoro della sua vita (se si escludono alcune esperienze stagionali e le “altre esperienze lavorative” tutte legate alla politica: Giovani democratici e Pd, come si può leggere nel suo curriculum).
Bene, il cadavere della ex Fabbrica se ne stava tranquillo, addormentato, in quello scenario anche un po’ spettrale che in qualche modo accomuna tutte le aree industriali in abbandono. Ma il candidato del centro destra, Domenico Samorani, in apertura della sua campagna elettorale aveva osato soffiare qualche refolo di vita sul defunto. “Uno dei progetti più importanti sarà la riqualificazione dell’ex cementificio. A partire da questo luogo la città ha subito la sua più grande trasformazione, passando da una economia prevalentemente agricola ad una industriale. L’ex cementificio potrà essere un luogo nel quale investire su giovani imprese, start up e altro, creando una nuova comunità”, aveva detto parlando di riqualificazione e sviluppo per Santarcangelo.
L’amministrazione comunale dormiva, sul tema, insieme all’ex Buzzi, ma è stata costretta ad un brusco risveglio.
E’ ben noto che chi si trova nella stanza dei bottoni e beneficia della rete del potere politico amico, ha evidentemente leve più importanti di quelle che può muovere un candidato debuttante. Ma nessuno dovrebbe mai dimenticare che le istituzioni non sono l’equivalente di un partito, né devono mai diventarlo né anche solo apparire come tali.
Invece ieri pomeriggio sul sito del Comune di Santarcangelo è apparsa una notizia dal titolo “Ex cementificio Buzzi Unicem, definito il percorso per la progettazione dell’intera area situata a San Michele”. E’ fatta. Morla si è svegliata. Proprio a due mesi dalle elezioni comunali. Ora, diciamola tutta: ci sta che una sindaca, impegnata pancia a terra a non perdere la carica, giochi tutte le carte con l’abilità del mago Silvan. Va bene, passi. Anche se sta utilizzando il suo ruolo istituzionale.
Quello che stride davvero tanto nella sceneggiatura (con tanto di fotografie naturalmente) messa in piedi a Santarcangelo, è la compiacenza di due istituzioni come la Provincia di Rimini e la Regione Emilia Romagna, verso il palese spot elettorale proParma a due mesi dalle elezioni. Quando la giunta in carica fa miracolosamente compiere “un altro passo in avanti” verso “la riqualificazione dell’ex cementificio Buzzi Unicem” con “la definizione del percorso per la progettazione dell’intera area situata nella frazione di San Michele”. A questa svolta hanno contribuito martedì 5 marzo in Municipio, “al termine di un sopralluogo presso l’ex cementificio, alla presenza del sindaco Alice Parma e dell’assessore alla Pianificazione urbanistica Filippo Sacchetti (che è anche il segretario provinciale del Pd, ndr) per il Comune di Santarcangelo, del sindaco Daniele Amati per il Comune di Poggio Torriana, dell’assessore regionale alla Programmazione territoriale Raffaele Donini, del presidente della Provincia di Rimini Riziero Santi” oltre ai rappresentanti della proprietà ed altri. Provincia e Regione, spiega il comunicato della giunta Parma, “hanno espresso un forte interessamento per le potenzialità derivanti dal recupero del cementificio dismesso”. Parole al vento, perché le istituzioni parlano solo con gli atti, ma “interessamento” è quanto basta, a due mesi dal voto, per recitare questa miserrima liturgia smaccatamente elettoralistica. Oltretutto, Alice Parma ha anche “ringraziato” la Regione e la Provincia “per l’attenzione e l’interesse dedicati alla riqualificazione di quest’area così importante per il futuro della città”. E “il confronto proseguirà con un incontro operativo già fissato in Regione fra due settimane”. Una idea della funzione pubblica che fa inorridire.
Chi abita a Santarcangelo sa bene che sull’ex cementificio si sono cominciate a fare delle chiacchiere, sempre con un occhio alle elezioni, più o meno una decina d’anni fa. Le proteste dei cittadini che reclamavano (anche con una petizione) un recupero di quel luogo e una destinazione utile al territorio, fecero decidere l’amministrazione comunale a dar vita nel 2011 ad un Forum di discussione aperto alla città che si protrasse anche con alcune iniziative nel 2012. E in effetti dai soggetti partecipanti (associazioni, cittadini, forze politiche, esperti, ecc.) uscirono molte idee interessanti, ma quando gli inquilini del palazzo che affaccia su piazza Ganganelli fecero la sintesi, dal ricco ventaglio di proposte scelsero quelle a loro più congeniali. Il tutto si era concluso con l’approdo del libro dei sogni sulla Fabbrica all’interno del Poc (piano operativo comunale). Le proposte uscite dal Forum miravano a farne un contenitore trainante nell’ambito dell’istruzione scolastica, universitaria e della ricerca tecnologica, una sorta di traino per l’occupazione giovanile. Le strutture riqualificate “vanno pensate per accogliere studenti locali, italiani e da ogni parte del mondo che scelgono di completare la loro formazioni in Italia: il polo scolastico di vallata dal nido d’infanzia alle scuole superiori; il polo tecnologico scientifico in collaborazione con la Repubblica di San Marino; il campus universitario con i corsi di laurea dell’Università di Bologna nel settore del turismo, arte e spettacolo, connaturati alla vocazione turistica di Rimini e alla tradizione teatrale di Santarcangelo”. Questo uscì dal Forum.
Ora invece Alice Parma parla solo di “un polo culturale legato a molteplici discipline – teatro, cinema, musica, arti figurative – con spazi espositivi, didattici e di produzione”. E “servizi complementari che integrano l’offerta culturale” come “ristorazione, ricettività turistico-ambientale e commercio specializzato e di vicinato, oltre a residenze ecosostenibili e specialistiche (come foresterie), atelier e abitazioni per artisti, botteghe per l’artigianato artistico”. Sono stati dati un bel taglione e una decisa virata alle idee scaturite dal Forum. Questi però sono dettagli.
Quel che dettaglio non è, invece, riguarda lo sfruttamento forzato delle istituzioni pubbliche a scopi elettorali. Un metodo e uno stile che il Pd al governo in questo territorio (lo stesso Pd che ha organizzato la scomposta protesta contro prefetto e questore rei di avere accompagnato in visita alla nuova questura e in piazzale Bornaccini due rappresentanti del governo accompagnati da “codazzo”) ha reso, purtroppo, pratiche consolidate. Addirittura ostentate con una certa arroganza. Una brutta pagina da voltare.
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