Con che coraggio chi non ha saputo dare la nuova questura alla città imbastisce lo scontro istituzionale?

Con che coraggio chi non ha saputo dare la nuova questura alla città imbastisce lo scontro istituzionale?

Si sono avvicendati tre sindaci di centro sinistra dagli anni 90 ad oggi. L'ecomostro di via Ugo Bassi si trova ancora nelle sabbie mobili e cade a pezzi. E' stato saccheggiato di tutto e diventato riparo per sbandati. Dagli ultimi governi Renzi e Gentiloni sono arrivate solo buone intenzioni. Adesso che, almeno, si sta cercando di dare una sede dignitosa alle forze di polizia, in attesa che si sbrogli la matassa ingarbugliatissima della nuova questura, parte la caciara.

Le amministrazione di sinistra a Rimini non sono riuscite a dare alla polizia una sede degna di questo nome. Il progetto della nuova questura (nella foto) risale agli anni 90. E’ un parto di queste amministrazioni. Si sono avvicendati tre sindaci. Quattordici governi. Senza combinare nulla, fra questi anche Prodi, D’Alema, Renzi, Letta e Gentiloni. Nella capitale del turismo gli agenti sono ancora costretti ad operare in locali vecchi e inadeguati, garage e strutture che in passato sono balzate agli onori delle cronache perché con la pioggia diventava necessario mettere i secchi per raccogliere l’acqua che cadeva dai soffitti. I sindacati di polizia si sono ormai stancati di denunciare questa situazione perché è come parlare al vento. Una vergogna assoluta.

Ma la stessa sinistra, invece di recitare il mea culpa e mettersi d’impegno per sbrogliare la matassa, solleva la caciara perché arrivano in città due sottosegretari della Lega che incontrano le cariche istituzionali (la sicurezza è materia dello Stato) sul territorio e vanno in visita (col loro “codazzo”, ha sentenziato il sindaco Gnassi) alle sedi della nuova questura e di piazzale Bornaccini. Quest’ultima il sindaco di Rimini avrebbe dovuto liberarla un anno fa per consentire alla polizia di insediarsi mentre all’interno c’è ancora il Centro per l’impiego. “Date attuazione al patto per la sicurezza“: così i sindaci del Pd si permettono di rimproverare i rappresentanti dello Stato sul territorio e il governo centrale, dimenticandosi che il primo a non concretizzare nei tempi stabiliti il “patto” è stato il sindaco di Rimini. Di “codazzi” a Rimini se ne sono visti parecchi, quando i papaveri dei governi succitati scendevano in città, ma in quel caso erano “codazzi” benvenuti e riveriti. Ora sono diventati pericolosi e mettono a rischio l’imparzialità delle istituzioni. In vista del voto sul referendum costituzionale del 2016, l’allora ministro dell’Interno Angelino Alfano (a capo del governo c’era Matteo Renzi) venne a Rimini e in mezzo al “codazzo” dei politici locali del centro sinistra si disse “sicuro” che il problema della nuova questura “si risolverà presto”. “Vorrei essere il ministro che sblocca la vicenda”, aggiunse. Campa cavallo. Qui sotto il video realizzato da Rimini 2.0 nel 2015.

Adesso quanto meno c’è un governo che, in attesa che si sblocchi qualcosa per l’ecomostro di via Ugo Bassi, si pone il problema di dare una temporanea dignitosa collocazione alla polizia di Stato. Ma probabilmente il Pd immagina che questo scenario potrebbe avere delle ripercussioni anche nelle urne, e intavola la battaglia.

E così abbiamo assistito alla polemica, anzi allo scontro istituzionale senza precedenti, che ha visto protagonista il sindaco di Rimini Andrea Gnassi e che è stato appoggiato da altri sindaci del Pd (Santarcangelo, Verucchio, Poggio Torriana, San Leo, Maiolo, San Giovanni in Marignano, San Clemente, Montegridolfo, Misano), e addirittura amplificato da due parlamentari dello stesso partito, l’onorevole Marco Di Maio e il senatore Daniele Manca.

Reagiscono i sindaci non targati Pd. “La recente visita di ben due Sottosegretari dello Stato, per vedere con i propri occhi e toccare con mano la situazione di stallo cui versa la Questura di Rimini, riteniamo sia stata una grande opportunità”, dicono in coro i sindaci di Riccione, Bellaria Igea Marina, Morciano, Coriano, Mondaino, Montefiore Conca, Cattolica, Pennabilli, Novafeltria e il vice sindaco di Sant’Agata Feltria. “Una opportunità perché il sottosegretario all’Interno Nicola Molteni e il sottosegretario alla giustizia Jacopo Morrone hanno dato prova tangibile dell’interesse e della volontà di individuare, una volta per tutte, una sede che possa permettere di lavorare in maniera dignitosa e con tutti i mezzi necessari alle Forze di Polizia del nostro territorio. Una visita istituzionale che noi riteniamo sia stata di grande rilevanza per velocizzare e trovare, nel più breve tempo possibile, la strada più idonea, così da uscire da uno stallo ultradecennale sotto gli occhi di tutti”. E aggiungono: “Il sopralluogo alla presenza dei rappresentanti dello Stato, quali sono il Prefetto e il Questore, riteniamo sia stato un grande segnale di vicinanza al territorio. Quando il Governo, di qualunque colore esso sia, pone l’attenzione su un territorio con una visita specifica, non possiamo esserne che soddisfatti. Quando sentiamo assicurazioni da esponenti di Governo, tali per cui si adopererà in ogni modo per dare una sede dignitosa agli agenti di Polizia con l’adeguamento di un immobile, seppur in via transitoria, noi in virtù della fascia tricolore che indossiamo, e per la quale siamo chiamati a rispondere ogni giorno di fronte ai nostri concittadini, ne siamo lieti. Questa è la nostra priorità. Perché di questo si è trattato. Affrontare a piene mani una priorità, senza passerelle istituzionali alle quali eravamo abituati ad assistere in passato. Ciò che conta, è che rappresentati dello Stato e del Governo, abbiano visto da vicino la gravità cui versa la situazione della questura di Rimini. Toni straordinariamente sopra le righe non aiutano a risolvere il problema della nuova questura e, francamente, preferiamo risparmiarli alle nostre città. La cronistoria e la scansione di una visita istituzionale di grande rilievo per il territorio provinciale, non ci interessa. Contano i fatti e su questi siamo fiduciosi. Niente altro”.

Interviene anche il senatore 5 Stelle Marco Croatti: “Nessuno tocchi i rappresentanti dello Stato, non si possono valutare le ragioni per cui due sottosegretari di Governo abbiano avuto un incontro con Prefetto e Questore senza la presenza del Sindaco. Non mi pare proprio il caso di stracciarsi le vesti e fare polemica sui mezzi di informazione tanto più che stiamo parlando di due rappresentanti dello Stato senza colore politico che hanno sempre svolto il loro compito a tutela dei cittadini senza mai aver dato adito a critiche di qualsivoglia tipo. Rimini da anni soffre per la mancanza di una sede adeguata della Questura e i tutori dell’ordine con spirito di sacrificio hanno dimostrato di saper svolgere comunque il loro lavoro con efficace professionalità. Questo è l’interesse preminente della città e ben vengano incontri istituzionali con i rappresentanti delle istituzioni e del Governo per risolvere un annoso problema. Il rispetto reciproco non deve mai venire meno e le legittime doglianze, nel caso, vanno fatte all’insegna di una maggiore collaborazione e non minacciando rottura dei rapporti. Questo è quello che serve per il bene della città”.

Il j'accuse dei parlamentari romagnoli del Pd
“È un fatto molto grave confondere le istituzioni con il proprio partito. Lo è se a farlo sono a membri del Governo e ancor di più se ad essi si affiancano strane “dimenticanze” del prefetto e del questore”. Così l’onorevole Marco Di Maio e il senatore Daniele Manca, parlamentari romagnoli del Pd. “Quello che è successo a Rimini, dove i vertici di questura e prefettura hanno omesso di comunicare ai sindaci della provincia la visita del sottosegretari Molteni, accompagnato dal collega Morrone, salvo poi consentire che la sede della questura diventasse luogo per foto e dichiarazione di partito con tanto di esponenti leghisti senza titolo per essere presenti. È un fatto grave di cui saranno chiamati a rispondere”. I due hanno deciso di presentare una interrogazione parlamentare con l’obiettivo di “difendere l’imparzialità delle istituzioni e i corretti rapporti che devono essere garantiti da Questura e Prefettura sul territorio con tutti, indipendentemente dalle appartenenze politiche”.

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