“Violazione del vincolo monumentale”: Rufo Spina annuncia importanti novità sull’Anfiteatro

“Violazione del vincolo monumentale”: Rufo Spina annuncia importanti novità sull’Anfiteatro

I vincoli posti sull'Anfiteatro romano nel 1913 e nel 1914 sono di diversa natura: uno archeologico e uno monumentale. Se il primo "salva" qualcosa del Ceis, il secondo no, perché nessuna autorizzazione è mai stata data per quanto riguarda il vincolo monumentale. "La Soprintendenza notificherà a breve al Comune, proprietario dell'area, e al Ceis, attuale occupante, un atto con cui intimerà la riduzione in pristino dell'area per violazione, in ogni caso, del vincolo del 1914". E si tratta di violazioni che non si prescrivono. Intervista al capogruppo di Forza Italia.

Mentre si attende che lo Sportello unico per l’edilizia emetta la diffida nei confronti del Ceis chiedendo il ripristino dei luoghi, come già annunciato dal dirigente nella commissione congiunta del 7 gennaio, pare che sia in arrivo anche una importante decisione della Soprintendenza per far valere il vincolo monumentale che interessa tutta l’area archeologica. Lo spiega il capogruppo di Forza Italia Carlo Rufo Spina in questa intervista.

Carlo Rufo Spina

Grazie alla sua interrogazione, l’ufficio controlli edilizi del comune di Rimini a novembre ha redatto l’ormai nota relazione di accertamento che mette in fila, anche se si attende ancora di conoscere la memoria del Ceis e di conseguenza il quadro definitivo, una serie di abusi compiuti sull’area dell’anfiteatro. L’impressione però è che l’amministrazione comunale non abbia nessuna fretta di liberare l’area. Inoltre i tempi di realizzazione della nuova sede dell’asilo italo-svizzero non pare potranno essere brevi. Cosa ne pensa al riguardo e, a suo parere, cosa dovrebbe fare, e in quali tempi, l’amministrazione comunale.
L’impressione è sicuramente quella. Il comune targato Pd, anche adesso che non può più fare a meno di chiudere gli occhi come ha fatto per 70 anni, sta prendendo tempo perché è in forte imbarazzo nei confronti del Ceis, che rappresenta un suo storico centro di potere e di consenso: purtroppo i vertici del Ceis sono nominati politicamente e quindi la politica ha giocoforza sempre esercitato un ruolo egemone. Dal mio punto di vista l’amministrazione comunale adesso non ha altra scelta che trovare subito un’area pronta e disponibile per lo spostamento, e la deve individuare entro l’estate, anche più grande in modo che la scuola possa svilupparsi, poi provvedere a organizzare il trasferimento, di concerto col Ceis (stipulando una convenzione di concessione), poi – dopo il trasferimento – che dovrebbe avvenire entro l’anno prossimo, cambiare lo statuto trasformando il Ceis in una scuola privata pura, senza nomine da parte del Comune. Credo che in questo saremo avvantaggiati e sostenuti dalla inequivoca posizione espressa da Patto civico: in buona sostanza questa linea sopra tracciata è attualmente maggioritaria in consiglio comunale, quindi l’amministrazione non può fare a meno di prenderne atto.

Come giudica il silenzio del sindaco su questa materia?
Il silenzio del sindaco è imbarazzante, manda avanti gli altri a rilasciare dichiarazioni vaghe e generiche, perché sa bene che pestare i piedi a coloro che sono sempre stati suoi sostenitori è difficile e lo mette in difficoltà, anche se il rispetto del principio di legalità adesso gli impone di agire, come è stato fatto recentemente, ad esempio, con il bar Tricheco.

Fino ad oggi si è quasi esclusivamente parlato del vincolo del 1913, ma ce n’è un secondo del 1914: può spiegarci qual è la differenza fra i due e quali sono le loro ripercussioni concrete nella vicenda Ceis-Anfiteatro?
E’ esattamente così, i vincoli sono due, come ha sempre sostenuto il ministero e come ho sempre ricordato: uno del 1913 e uno del 1914. Non ho ancora avuto modo di leggerli attentamente, anche se la richiesta di accesso agli atti in Soprintendenza è partita da tempo. Finora avevo sempre pensato che fossero entrambi due vincoli archeologici, invece con l’ultimo incontro in Soprintendenza ho appreso che in realtà uno è un vincolo archeologico, l’altro è un vincolo monumentale.

E quindi?
La circostanza è decisiva, perché l’unica autorizzazione che pare esserci per l’unico fabbricato in muratura legittimo riguarderebbe il vincolo archeologico, mentre nessuna autorizzazione è mai stata data per il vincolo monumentale; ne consegue che in ogni caso la Soprintendenza notificherà a breve al Comune, proprietario dell’area, e al Ceis, attuale occupante, un atto con cui intimerà la riduzione in pristino dell’area per violazione, in ogni caso, del vincolo monumentale. Le violazioni di questo genere sono cosiddette “permanenti” quindi non si prescrivono. Direi che la situazione è tutta a vantaggio dell’anfiteatro. Io ci sono per arrivare al risultato che tutta Rimini attende da decenni.

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