Sui banchi in pietra d’Istria della vecchia pescheria «apparecchiati» a ristorante

Sui banchi in pietra d’Istria della vecchia pescheria «apparecchiati» a ristorante

In base ad una autorizzazione che risale allo scorso maggio, l'opera dell'architetto riminese Giovan Francesco Buonamici è stata utilizzata, in via straordinaria, per scopi commerciali. Il punto di vista critico di Salvatore de Vita con risposta.

Non c’è pace per i monumenti riminesi e per i luoghi legati alla tradizione e memoria collettiva. Degli scempi che hanno aggredito il Ponte di Tiberio, Castel Sismondo, Piazza Malatesta ed altre storiche aree si è più volte denunciato. Ma dopo che la Piazzetta San Gregorio è stata di fatto privatizzata e cantineizzata, mi si perdoni il neologismo, ora tocca alla vecchia Pescheria.
Infatti, dopo avere favorito la distruzione della peculiarità economica e sociale della Piazzetta in questione, ora tocca alla vecchia Pescheria. Opera dell’architetto riminese Giovan Francesco Buonamici, venne eretta nel 1747, ed ha sempre rappresentato il cuore della vita sociale e commerciale della città unitamente al predetto luogo. Da tempo invece, un comune “contenitore” come tante pregevoli reduci costruzioni storiche locali utilizzate come tali da un’amministrazione cittadina attenta – a suo dire – alla cultura.
Il sito balza spesso all’attenzione delle cronache per fatti di degrado, baccano, affollamento e vicende analoghe ma, oggi, occupata anche da tavolate ad opera di alcuni locali di mescita o affini. Non contenti di avere permesso a quelle attività di piazzare tavolini e sedie in ogni dove, che non solo limitano il passaggio pedonale, ma rendendo pure l’idea di sciatteria urbana, oggi si autorizza pure l’utilizzo dei vecchi e bei banchi in pietra per essere usati a mo’ di tavolata. Ed ecco sedie e suppellettili utili a quelle attività, con dubbio distanziamento come è d’uopo in questo momento.
Pur comprendendo il momento che stiamo vivendo, si ha l’impressione che questi aspetti vadano oltre quello che dovrebbe essere il limite del decoro, e tra la concessione degli spazi pubblici ed il rispetto dei nostri monumenti.
In passato i discreti mercatini e le varie mostre allestite in questo complesso, avevano e davano un senso logico al sito, ma solo con un’amministrazione così attenta alla cultura si è arrivati a questo. E tutto nel silenzio, se non il “placet”, di chi dovrebbe vigilare sui beni culturali ed architettonici. Poi nessuno si indigna più per cosucce del genere in una città narcotizzata dalla garampiana macchina pubblicitaria, che spaccia queste scelte come giuste ed indispensabili per un radioso avvenire; perché a Rimini tutto si immagina, e la brutta realtà spesso è frutto di una altrettanto brutta immaginazione.
Lo hanno detto e ripetuto in molti che la fortuna della conservazione del Tempio Malatestiano è legata al fatto che il monumento non sia di proprietà comunale, e sembrava una provocazione. Ma alla luce di come sono stati ridicolizzati i pochi locali monumenti, siamo oltre a quella che sembra un’assurdità e non oso pensare a ciò che quel “contenitore” potrebbe essere destinato. Ma in ogni caso speriamo che i titolari di quel monumento non decidano mai di alienarlo, specie a certi locali improvvisatori della – del tutto discutibile – cultura.

Salvatore de Vita

Abbiamo chiesto all’assessore alle attività economiche del Comune di Rimini, Jamil Sadegholvaad, alla luce di quali provvedimenti sia stato autorizzato un utilizzo «commerciale» della vecchia pescheria. La risposta: in base alla autorizzazione temporanea per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche (n° 2020/327) firmata dal dirigente del settore marketing territoriale, water front e nuovo demanio, che ha dato il via libera ad occupare l’area pubblica in questione dal 29 maggio al 30 giugno 2020, e in base alla ordinanza del sindaco che aveva gli stessi riferimenti temporali. Siccome le fotografie che ci ha inviato Salvatore de Vita risalgono ai primi giorni del 2021, abbiamo anche chiesto all’assessore se gli stessi provvedimenti sono stati prorogati e dunque ancora vigenti. Non ci ha risposto. Non insistiamo con l’assessore perché non vorremmo disturbarlo, visto che in questa fase pare essere molto preso dalla politica e in particolare da un annuncio atteso a breve che potrebbe cambiare le sorti di Rimini. È comunque comprensibile che in un periodo così complicato per le attività economiche si prevedano delle misure straordinarie, ma almeno in un quadro trasparente dal punto di vista delle autorizzazioni. (Rimini 2.0)

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