L'amministratore delegato saluta per la seconda volta Lorenzo Cagnoni. Era già accaduto nel 2016 e anche in quel caso non spiegò le vere ragioni del dissidio. Una panoramica per capire e i primi commenti. Compresa la reazione di piazza Affari.
I riminesi non a digiuno di storia della Fiera di Rimini non si scompongono più di tanto davanti alla sorpresona piovuta nelle redazioni poco prima della ore 14 di oggi: Ugo Ravanelli si è dimesso. Al massimo la reazione può essere stata la seguente: un’altra volta? Perché la Fiera, tecnicamente Italian Exhibition Group, è un “santuario” inviolabile e ovattato, guidato da una sorta di “monarca” quasi assoluto, dal quale da sempre non filtra nulla che non sia l’ufficialità. A dispetto della realtà, la vera ragione di quel che accade resta nascosta sotto uno spesso strato di silenzio. Come mai ha fatto i bagagli l’amministratore delegato? Non si sa.
Quando esisteva l’Unione Sovietica i leader del Pcus uscivano di scena per un raffreddore, ma dietro ai malanni di stagione si celavano ben più serie ragioni all’origine degli avvicendamenti.
Anche l’annuncio di Ieg rimanda ad altre epoche e ad altri sistemi: “Il Consiglio di Amministrazione di Italian Exhibition Group S.p.A. informa che in data odierna sono pervenute le dimissioni con effetto immediato dell’Amministratore Delegato Ugo Ravanelli da tutti gli incarichi ricoperti nelle Società e nelle Aziende da essa partecipate”. Le motivazioni? “L’Amministratore Delegato ha dichiarato che l’aver raggiunto, in questo breve periodo di collaborazione, tutti gli importanti obiettivi prefissati è per me motivo di orgoglio; oggi però non ci sono più i necessari presupposti per poter proseguire questa esperienza“. Vi sembrano motivazioni? Ravanelli rivendica il merito di aver fatto crescere Ieg e in particolare di avere centrato l’obiettivo della quotazione in Borsa (al secondo round), ma fa sapere che è accaduto qualcosa di imprevisto che lo costringe a farsi da parte. Se nel caso della ex Urss un po’ di storia può essere ricostruita grazie alla apertura di parte degli archivi, per quanto riguarda la Fiera non si può sperare nemmeno nella fruizione delle carte.
“Successivamente interpellato Ravanelli ha dichiarato: Come affermato nella call di presentazione dei risultati di ieri, il business della Società è solido. Sono infatti certo che l’impegno e la competenza che caratterizzano il management di IEG porteranno la Società a raggiungere gli obiettivi attesi“, prosegue il comunicato. Il che significa parlare d’altro rispetto alla causa delle dimissioni.
Segue un generico ringraziamento a Ravanelli da parte del consiglio di amministrazione “per lo straordinario lavoro svolto in questi mesi” coi “migliori auguri per il suo futuro”, che non sarà in Ieg. Cagnoni non emette suono, e questo è abbastanza significativo.
Ugo Ravanelli si era già dimesso in precedenza, esattamente nell’aprile del 2016, dopo soli quattro mesi al fianco di Lorenzo Cagnoni. Al tempo accampò motivi personali, ma quella che si consumò fu una rottura con il superpresidente.
Poi fu richiamato in servizio nel maggio dello scorso anno, dopo le clamorose dimissioni in massa rassegnate dai consiglieri di Ieg. Per “evitare la concentrazione di cariche in una sola persona e prevedere la separazione dei ruoli di Presidente e di Amministratore Delegato”, fu detto. E così, proveniente da Marr, dove ricopriva gli incarichi di consigliere indipendente e presidente del Comitato controllo e rischi, ripartì la sua avventura in Fiera. Il nuovo cda avrebbe dovuto rimanere in carica fino all’approvazione del bilancio 2020, ma non solo Ravanelli ha lasciato la compagnia prima del tempo. E’ rumorosamente uscito di scena anche il vicepresidente Matteo Marzotto, scattando una fotografia di Ieg che i più interpretarono come astio personale, ma che forse avrebbe dovuto essere meglio soppesata.
Nel mezzo ci sono stati il terremoto legato alla inchiesta giornalistica del quotidiano La Stampa, la prima quotazione in Borsa mancata e la seconda andata a segno. A fine giugno Ravanelli brindava con Cagnoni e Gnassi all’ingresso di Ieg in Borsa. Due mesi dopo l’addio.
A Radiocor Ravanelli ha detto che “forse manca chiarezza sugli obiettivi futuri, non lo so”, assicurando di non aver avuto divergenze con i soci e i vertici dell’azienda: “Da una parte è stata una mia scelta personale, ho 65 anni, ed è giusto che un progetto di lungo periodo sia perseguito da qualcuno più giovane che lo porti avanti”. Quanto ai risultati della società, che ha chiuso un primo semestre in crescita, “si tratta di un gruppo solido, che va bene, e questi risultati sono frutto di un impegno collettivo. Dovendo scegliere il momento giusto per lasciare, ho scelto questo proprio perché l’azienda va benissimo”. Ha anche aggiunto che “allargare Ieg ad altri quartieri fieristici è assolutamente necessario, e dentro la società ci sono le competenze per riuscirci”. Al massimo, “le divergenze sono nelle modalità con cui realizzare questo progetto“.
“Abbiamo appreso la notizia delle dimissioni con sorpresa e colgo l’occasione per ringraziare l’amministratore delegato di IEG Ugo Ravanelli per gli ottimi risultati conseguiti, tra l’altro resi noti proprio in questi giorni. Per la sua successione è quantomeno necessario individuare un professionista con grande esperienza in campo fieristico, che sia in grado di far proseguire questo trend positivo. Credo sia doveroso un confronto con Rimini per individuare una valida figura che garantisca un futuro positivo per l’ente e per questo motivo chiederò un incontro entro breve”, dichiara il sindaco di Vicenza Rucco, che dà ancora una volta l’impressione di apprendere a scoppio ritardato quel che avviene a Rimini.
Il consigliere comunale di opposizione Gennaro Mauro commenta che “dopo la brillante operazione di quotazione in borsa di IEG e le ottime performance della società e l’annuncio di partecipare insieme ad promozione alberghiera al bando promosso dal comune di Rimini per la promozione turistica del nostro territorio, non ci saremo aspettati le dimissioni con effetto immediato dell’amministratore delegato Ugo Ravanelli. Non è la prima volta che Ravanelli abbandona gli incarichi in IEG, appare chiaro che è la conseguenza dei forti contrasti che perdurano all’interno del management di IEG e probabilmente strettamente legati alla prossima fuoriuscita del presidente Lorenzo Cagnoni dalla compagine aziendale e alla lotta per la sua successione”. Mauro vede la manina del sindaco di Rimini (“quale è stato il ruolo esercitato in questa vicenda dal sindaco Gnassi quale maggiore azionista della società?”) ma probabilmente attribuisce troppo potere al primo cittadino dentro il recinto della rocca fieristica. Che non è la rocca malatestiana, nella quale può purtroppo spadroneggiare a piacere.
“Nei prossimi giorni chiameremo Gnassi e l’amministratore unico di Rimini Congressi a dare spiegazioni dell’accaduto in Consiglio Comunale e sopratutto di declinare le prospettive di sviluppo della società anche in relazione di possibili alleanze con altri comparti fieristici italiani e stranieri”, fa sapere Gennaro Mauro.
In Borsa oggi Ieg ha perso il 6,19% dopo essere stato sospeso dalle negoziazioni ed essere precipitato anche a -9. Aveva aperto a 4,2 e fino a tarda mattinata si era mantenuta su quei valori. Poi la discesa: alle ore 14 a 3,9988 fino a toccare 3,8353 alle 14,09, quindi una leggera risalita per chiudere a 3,94. Ravanelli, ha fatto sapere Ieg, “detiene alla data delle dimissioni 5.000 azioni ordinarie della società”.
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