Uni.Rimini non naviga nell’oro ma aumenta la spesa per gli organi sociali

Uni.Rimini non naviga nell’oro ma aumenta la spesa per gli organi sociali

Per il consiglio di amministrazione di Uni.Rimini nel 2017 si è speso di più che nell'anno precedente. Mentre le risorse per l'attività del Campus non sono in aumento ma in calo.

Pare che il bilancio 2017 di Uni.Rimini, la società che supporta il Campus universitario, veda diminuzioni generalizzate negli investimenti relativi al core business della società consortile, ovvero lo sviluppo della formazione che viene svolta nella sede che rappresenta la propaggine “balneare” dell’Alma Mater. Ma, per contro, emergerebbe invece un incremento degli oneri generali, compresi i costi relativi agli organi sociali: consiglio di amministrazione, collegio sindacale, oltre che per il personale.

Non si sta parlando di cifre spropositate, a quanto sembra, ma sempre di segni più in mezzo a parecchi meno. Per il CdA l’aumento equivarrebbe a poco meno di 5 mila euro, per il collegio sindacale a meno di 2 mila euro. Poco, si dirà, ma Uni.Rimini è alle prese con ridimensionamenti e annunci di Comuni che vorrebbero uscire dalla compagine sociale. La Fondazione Carim, che è stata il principale salvadanaio di Uni.Rimini, versa nelle ben note condizioni (a seguito di quel che è accaduto in Carim), tanto che durante la commissione consiliare che a ottobre discusse la situazione generale del Campus di Rimini, il presidente di Uni.Rimini Leonardo Cagnoli parlò al riguardo della Fondazione di “timori concreti legati agli equilibri di bilancio”. E dunque è il segnale “politico” che Uni.Rimini manda all’esterno a non essere particolarmente soddisfacente, vista l’aria – finanziaria – che tira.
Anche perché pare che le risorse destinate ai corsi abbiano subito una cura dimagrante nel 2017. Solo per fare un esempio, per la scuola di Farmacia, biotecnologie, scienze motorie, più quella di lettere e beni culturali, si passerebbe dagli oltre 214 mila euro del 2016 a poco più di 79 mila euro del 2017. Con la previsione di dimezzare, quasi, nel 2018. Se così stanno le cose, anche un piccolo aumento delle spese per gli organi sociali suona stonato.
Abbiamo cercato l’ufficio stampa di Uni.Rimini per approfondire la notizia, ma Uni.Rimini non ha più un ufficio stampa.

Stando ai compensi pubblicati sul sito di Uni.Rimini, il presidente percepisce 12.408,12 euro lordi l’anno e ne percepiva 12.286,08, il vicepresidente 9.650,04 euro (erano 8.640 euro), mentre i compensi dei consiglieri variano da 325,12 euro a 1.080 euro, più rimborsi chilometrici per spostamenti fuori Rimini e la diaria che scatta oltre i 50 chilometri. Non percepisce nulla il presidente della Camera di Commercio.

I soci di Uni.Rimini sono il Comune di Rimini col 25,48% delle azioni, pari a 400 mila azioni per un valore di 204 mila euro, la Fondazione Cassa di Risparmio col 13,50% (azioni 211.867, valore 108.052,17 euro), la Camera di Commercio della Romagna (Forlì, Cesena e Rimini) col 12,74% (200 mila azioni per un valore di 102 mila euro) e la stessa quota per Maggioli SpA (200 mila azioni, valore 102 mila euro), Italian Exhibition Group al 7,64% (120 mila azioni, valore 61.200 euro), Confindustria Romagna 4,46% (70 mila azioni, valore 35.700 euro), il Comune di Riccione l’1,40% (22 mila azioni, valore 11.220 euro), Confartigianato della provincia di Rimini l’1,27% (azioni 20 mila, valore 10.200 euro), come Società Gas Rimini e Banca di Credito Cooperativo di Gradara. Seguono il Comune di Bellaria Igea Marina con lo 0,76%, la Fondazione Enaip “Zavatta” con lo 0,65%, il Comune di Santarcangelo con lo 0,64%, il Comune di Misano con lo 0,26%. Uni.Rimini detiene il 15,92% di azioni proprie, per un valore di 127.500 euro.

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