Vandalizzato l’anfiteatro romano

Vandalizzato l’anfiteatro romano

Ci mancava solo la scritta, con vernice nera, su un muro del bene monumentale tutelato, ormai abbandonato al proprio destino nonostante le varie promesse che si sono succedute nel tempo. Una vergogna per la città candidata a capitale della cultura.

L’abbandono porta, e favorisce il degrado. È ciò che continua ad accadere nell’ormai annosa ed irrisolta storia dell’Anfiteatro di Rimini, a suo tempo uno fra i più importanti della romanità, oggi derelitto scomodo e ingombrante coinquilino del CEIS. Nella città che si candida a divenire capitale della cultura, succede anche questo.
Il monumento negato ora, pare sottoposto al buon proposito di “sondaggi” per capire ciò che è stato ampiamente chiarito fin dagli anni ’20 del secolo scorso, con buona spesa di denari pubblici che sarebbero stati più utili e proficui per la sua valorizzazione, giace nello stato in cui si vede. Continua quindi ad andare in scena l’ennesima puntata di una saga di cui si sa bene già la conclusione; il mero aspetto dilatorio, e chiaro nel non volere risolvere la situazione.
Vulnerabile, abbandonato e a disposizione di qualsiasi figuro che lo possa agevolmente vandalizzare a proprio piacimento; esercizio molto più facile, rispetto a quello della conservazione. Ma siccome a Rimini di questi “creativi” non ne abbiamo abbastanza, occorre anche “importarli”.
In questi giorni, infatti, un muro dell’importante monumento (tranquilli non si tratta del CEIS) è stato deturpato da una scritta che pare sia in carattere cirillico.

Una vergogna – tra le diverse presenti in città – che perdura nel tempo e alla quale, nonostante le stesse amministrazioni nostrane siano state costrette ad emettere piani urbanistici a tutela dell’area, in forza delle prescrizioni della soprintendenza, poi tutte sistematicamente e puntualmente disattese.
È questo il clima con cui si ambisce a divenire capitale della cultura, nonostante la gloriosa storia della città supererebbe di gran lunga quella di altre città italiane. Basterebbe pensare solo quale importanza ebbe Rimini in epoca romana, ma anche durante il Rinascimento ed oltre; ma da alcuni anni tutto ciò che non si riferisce a Fellini è cosa inesistente.
Triste assistere a tutto ciò, come pure alla facilità di potere agevolmente rovinare un monumento importante, ancor prima negato, e privo di qualsivoglia tutela.

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