Il bando regionale per la riqualificazione turistica ha partorito il topolino

Il bando regionale per la riqualificazione turistica ha partorito il topolino

A Rimini solo 49 domande. I finanziamenti per ristrutturazioni e ammodernamenti erano a disposizione di alberghi e altre strutture ricettive e ricreative, villaggi turistici, campeggi, stabilimenti termali e discoteche. Pochissimi dunque quelli che hanno colto l'occasione. Evidentemente l'offerta non era allettante. Anche perché i contributi che restano effettivamente nelle tasche di chi riqualifica sono circa un 20% in meno delle somme stanziate.

Si può tracciare un bilancio del tanto sbandierato bando regionale da 25 milioni di euro che finanzia progetti di riqualificazione, ristrutturazione e ammodernamento di alberghi e altre strutture ricettive e ricreative, villaggi turistici, campeggi, stabilimenti termali e discoteche in Emilia Romagna. Ha impresso una svolta dal punto di vista del restyling della Riviera nel comparto turistico, come ipotizzava l’assessore al Turismo Andrea Corsini? Purtroppo no. I contributi coprono una parte delle spese sostenute per la realizzazione di opere murarie e impiantistiche, acquisto di macchinari, attrezzature, finiture e arredi, oltre alle dotazioni informatiche e ai servizi per la creazione di siti internet per l’e-commerce e per le attività di progettazione. La dimensione dei contributi concedibili oscillava tra gli 80mila euro per stabilimenti e strutture balneari e locali di pubblico intrattenimento e i 100 mila euro per alberghi, campeggi e stabilimenti termali. Poi era stato fissato un tetto di 200 mila euro per singolo progetto, che poteva arrivare fino a 210mila euro nel caso delle imprese femminili e/o giovanili e di quelle localizzate in zone di montagna e in aree in ritardo di sviluppo. Risorse contenute, non certo adeguate per quel “piano Marshall” della Riviera auspicato da anni e da più parti che sarebbe necessario per imprimere una svolta.

Le domande sono arrivate in tre step. Inizialmente fra il 17 luglio e il 13 agosto 2019, ma i “cancelli” sono stati chiusi subito perché si è raggiunto nel primo giorno il plafond disponibile per la prima finestra temporale utile. Poi tra il 15 ottobre e il 9 dicembre e infine dal 7 gennaio al 31 gennaio 2020.

Il caso d’interesse è quello della Riviera romagnola: è stata ritenuta una opportunità interessante questa fonte di finanziamento regionale? Pare non abbia entusiasmato. In quanti sulla Costa l’hanno utilizzata? Pochini.
In base alla sede legale delle società che si sono fatte avanti, la classifica è la seguente:

Rimini 49 (domande)
Riccione 29
Cervia 20
Cattolica 10
Cesenatico 10
Bellaria 11
Ravenna 11
Misano 5
Santarcangelo 5
Gatteo 2
Morciano 1
Casteldelci 1

Il totale dà 154. Pochi. Soprattutto a Rimini, solo 49, e non sono tutte strutture ricettive ma anche stabilimenti balneari e altro. Fatta la proporzione anche solo con il numero di strutture ricettive esistenti, la montagna ha davvero partorito un topolino: 1.516 esercizi (dato 2018) fra alberghieri (1.101) ed extra-alberghieri (415).

La 1° finestra (risulta dalla determina dirigenziale della Regione Emilia Romagna del 24.10.2019) in Riviera ha visto queste domande:

Rimini 8
Riccione 8
Bellaria 3
Cattolica 2
Misano 1
Cesenatico 2
Cervia 8
Ravenna 5
Cesena 1

La 2° finestra (determina 14.11.2019):

Cattolica 1

La 3° finestra (determina 6.2.2020):

Rimini 41
Riccione 12
Bellaria 8
Cattolica 7
Misano 4
Santarcangelo 5
Morciano 1
Casteldelci 1
Ravenna 6
Cervia 12
Cesenatico 8
Gatteo 2

In questa tabella il riepilogo dell’ultima finestra considerata, che considera le 41 domande di Rimini, le 12 di Riccione, le 8 di Bellaria e così via.

La tabella qui sopra tiene conto non di tutte le domande presentate ma solo di quelle relative all’ultima finestra, quindi nel caso del comune di Rimini 41 su 49. Cosa emerge? Che, sempre a Rimini, per tutte le strutture che hanno partecipato al bando, il contributo assegnato è stato inferiore ai 3,5 milioni, che movimentano poco più di 17 milioni. Non è proprio una cifra da grandi riqualificazioni.

Un altro dato che fa riflettere sulla reale efficacia del bando è questo. Cosa resta effettivamente del contributo regionale assegnato alle diverse strutture? Il meccanismo è questo: il finanziamento è assistito dalla garanzia diretta fino all’80% da parte di un confidi selezionato da Cassa Depositi e Prestiti. Praticamente è obbligatorio chiedere un finanziamento bancario, almeno per il 20%, assistito dalla garanzia confidi. La banca ti concede il mutuo garantito, per il 20% della somma che ti finanzia, da un confidi che però assorbe il 12%. Poi c’è la quota che va al professionista che segue la pratica per ottenere il contributo regionale, che non è obbligatoria ma la complessità della presentazione della domanda (modulo di 14 pagine da riempire con una decina di allegati) è tale che praticamente tutti si rivolgono a qualcuno: è compresa fra il 7% e il 10%. Considerando un 8%, e aggiungendolo al 12% che va al consorzio di garanzia, si ottiene un 20% che deve essere tolto dalla somma elargita dalla Regione. Se un hotel ha ottenuto 100mila euro, gliene restano da spendere per la riqualificazione 80mila.

Fonte

Fotografia: archivio fotografico Apt Emilia Romagna, ph Giorgio Salvatori

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