Immobile in affitto ai camorristi: il caso rimbalza sull’assessore Morolli

Immobile in affitto ai camorristi: il caso rimbalza sull’assessore Morolli

L'autonoleggio Rent di Viserba, finito nella inchiesta che ha fatto luce su due clan rivali impegnati a gestire i loro affari illeciti e a contendersi la piazza di Rimini, dietro rivelazione di Marzio Pecci (Lega) piomba sull'assessore alla scuola.

Per inquadrare l’argomento può essere utile partire dal servizio realizzato da teleromagna24.it. “All’apparenza un autonoleggio di periferia, nei fatti una lavatrice per reimpiegare denaro proveniente da attività illecite compiute in Romagna”.

L’autonoleggio Rent di Viserba è balzato alle cronache sei giorni fa, quando la Dda di Bologna ha fatto scattare l’operazione Hammer, che ha scoperchiato e interrotto la guerra di camorra a Rimini: due clan rivali che si contendevano la piazza. Nel “regno di Ciro”, il giovane Contini, i metodi erano violenti, anzi feroci. La gravità di quello che è stato portato a galla è sotto gli occhi di tutti. Del resto è stato il sindaco Andrea Gnassi a commentare che «l’operazione Hammer ha tolto anche gli ultimi veli davanti agli occhi di chi non voleva vedere: da anni andiamo ripetendo che sbagliava chi preferiva nascondere, minimizzare, negare il problema. Anche sul territorio riminese esiste, come in tutto il territorio italiano, il tema della penetrazione della criminalità organizzata (uno stadio più avanzato dell’infiltrazione) ed è necessario averne consapevolezza se si vuole tentare di respingerla. Ecco perché in questi ultimi anni abbiamo cercato di guardare in faccia il ‘nemico’: Rimini ha portato il tema nel dibattito pubblico, abbiamo siglato protocolli operativi, istituzioni, categorie e forze dell’ordine hanno lavorato anche sul piano dell’approfondimento, del confronto, per cercare di capire come rafforzare gli anticorpi verso questo virus pericoloso».

“Arriva (Contini, ndr) qui nel settembre del 2018, mettendo insieme il suo gruppo e appoggiandosi a casa di sua sorella che vive nella zona di Viserba, dove impianta anche l’autonoleggio che funge da facciata per riciclare il denaro messo insieme con le attività criminali. La prima cosa che deve fare è quella di mandare un messaggio a ‘zio Pio’, Pio Rosario De Sisto, un personaggio di spessore, legato al clan dei Nuvoletta e che in riviera vive tranquillo con le sue ‘operazioni finanziarie’. Dopo avere pestato a sangue lui, si dedica quindi a soppiantare il clan che qui ha già messo radici, quello capeggiato da Massimiliano Romaniello e far passare sotto la sua protezione l’imprenditore a cui stanno estorcendo soldi da anni” (Carlino Rimini).

“Viserba Rent di Rimini intestata ad Armando Savorra, pluripregiudicato napoletano di 62 anni, ma di fatto gestita da Antonio Acampa ritenuto il braccio destro di Ciro Contini”. E’ un altro punto fermo che scaturisce da questa brutta storia, raccontato da tutta la stampa. Digitando il nome Armando Savorra sui motori di ricerca ci si imbatte almeno in un altro caso di cronaca giudiziaria che risale al 2010. Anche su Antonio Acampa non mancano notizie già dal 2015.

Ieri il capogruppo della Lega Marzio Pecci ha acceso un faro e aperto una connessione fra i “genitori di un assessore” e l’immobile di Viserba nel quale si era installato l’autonoleggio. Pecci ricorda “gli scandali sugli appalti Tecnopolo e Acquarena che vedono coinvolti un faccendiere PD ed il capo-gabinetto del sindaco, oltre a dirigenti e funzionari comunali e adesso, dopo l’operazione contro la criminalità organizzata denominata “Hammer”, siamo costretti a denunciare pubblicamente, notizia che riteniamo fondata, che alcuni familiari, molto vicini ad un Assessore del comune di Rimini, siano i locatori dell’immobile ove veniva svolta l’attività oggetto di indagini da parte della DDA”.
“Chi occupa incarichi pubblici ha il dovere di combattere ogni forma di illegalità perché essa si diffonde nella collettività a macchia d’olio per diventare, piano, piano, un modello ove le critiche non sono consentite e le denunce vengono definite “sterili polemiche di bassa lega”. Se i comportamenti scandalosi ed illeciti non vengono fermati si forma un sistema clientelare che produce disgregazione sociale, scoraggiamento, disinteresse, degrado e ostilità. Noi non vogliamo che a Rimini ciò accada”. Così Pecci.

“La mia famiglia è vittima di questa situazione e ancora non si capacita di quanto sta accadendo. Nè io né mia sorella possediamo alcuna quota dell’immobile e io non mi sono mai occupato della sua gestione”. E’ questa invece la versione dell’assessore Mattia Morolli fornita ieri, dopo che tutto è venuto alla luce del sole.
La sorella di Mattia Morolli, avvocato, aggiunge: “I miei genitori erano del tutto all’oscuro e sono dilaniati per ciò che sta accadendo, perché è chiaro che sono delle vittime inconsapevoli e in buonafede, non potevano sapere che quella persona a cui avevano affittato il loro immobile si sarebbe rivelato ciò che è emerso alle indagini“. E comunque “non si può chiedere il casellario giudiziale alle persone a cui affitti degli immobili, non è previsto dai contratti civilistici tra privati”.

Però:

il pluripregiudicato Savorra aveva già lasciato tracce rinvenibili anche online, e lo stesso dicasi per Antonio Acampa: qualche sospetto sarebbe potuto scattare anche senza disporre del casellario giudiziale;

i genitori dell’assessore affittano l’immobile a Savorra (pluripregiudicato) nel 2018, che passa da organizzarci all’interno prima un minimarket di ortofrutta e poi, pochi mesi dopo, un autonoleggio;

è lecito pensare che il cambio così repentino di attività possa nascondere “interessi” diversi, che con le attività stesse hanno poco o nulla da spartire: se ne parla da anni e anni in Riviera e le istituzioni invitano continuamente ad aprire gli occhi su episodi come questi e a segnalarli a chi di dovere. «C’è un aspetto di tutta questa vicenda che non posso fare a meno di sottolineare. Riprendo le parole del procuratore capo di Bologna Giuseppe Amato, che ha evidenziato la difficoltà di collaborazione da parte della società civile nel segnalare sospetti o situazioni anomale», ha detto il sindaco cinque giorni fa. «Faccio mio questo appello invitando chi avesse qualcosa da dire ad uscire dal silenzio, ad appoggiarsi e collaborare con lo Stato e le Istituzioni, avvalendosi anche dei canali associativi, degli sportelli di informazione: i cittadini devono sapere che c’è chi li può ascoltare. È necessario per difendere Rimini da coloro che sono convinti di poter mettere le mani sulla città: e hanno torto finché ci saranno istituzioni che operano e intervengono e una comunità solida, fatta da cittadini, associazioni, ordini professionali che non si chiudono gli occhi per paura o interesse»;

se si è assessori alla “scuola, politiche educative, formazione, lavoro, rapporti con il territorio, rapporti con il consiglio comunale, giovani” nel Comune di Rimini, quindi se si svolge una funzione pubblica tanto importante, si è costretti ad interessarsi anche di ciò che da normale cittadino si potrebbe considerare superfluo, soprattutto se si parla di un immobile di famiglia.

Nel consiglio comunale di oggi Pecci presenterà una interrogazione proprio su questa delicata vicenda.

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