La lettera: nella Rimini di Mezzo comanda Gnandalf, facciamocene una ragione

La lettera: nella Rimini di Mezzo comanda Gnandalf, facciamocene una ragione

Il ponte di Mordor, il circo nel Castello e tanto altro. Protestare va bene ma meglio non illudersi.

Oggi Rimini 2.0 rende due interessanti articoli su fatti cittadini differenti tra loro, ma che si riconducono ad un unico filo conduttore; il brutto nuovo, e la ricerca di rendere altrettanto ciò che di bello abbiamo. Nel primo caso parliamo del sovrappasso di Via Roma di orrende fattezze definito benignamente il “Ponte di Mordor”; nel secondo si riporta l’accorato appello del prof. Rimondini affinché non si realizzi il progetto del Museo Fellini in Castel Sismondo.
Continua quindi il “grido di dolore” lanciato dai veri conoscitori dell’arte e della cultura, sia soggetti fisici che associazioni, per ciò che sta succedendo ai monumenti di cui siamo stati lasciati indegni eredi. Non c’è da illudersi però, perché chi pone in atto questi progetti non ha ascoltato né ascolterà mai alcuno; dato che ormai vige il concetto che trattare l’argomento “cultura”, sia come organizzare chiassose festicciole a base di stand gastronomici, stordente simil musica ed alcol a volontà. I cosiddetti “eventi” che puntualmente ci tediano programmati nel corso di ogni anno.
Poi pensando all’appellativo dato al cavalcavia, sembra proprio che tal manufatto sia in realtà appropriato per la città come se fosse una Terra di Mezzo. Intesa questa volta come una città indefinita alla costante ricerca di una spettacolarizzazione di se stessa, e che per questo ormai impasta cultura con sagre paesane, generando un prodotto di scarso livello qualitativo. Facciamocene purtroppo una ragione, anche perché ciò accade nell’indifferenza di tanti, troppi.

Salvatore De Vita

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