L’Unione europea e la Riviera di Rimini: un bilancio turistico da brividi

L’Unione europea e la Riviera di Rimini: un bilancio turistico da brividi

Dieci Paesi esteri che non hanno più collegamenti aerei stagionali con Rimini. Cosa accadeva alla fine degli anni 80 a confronto col 2018.

Nel 1987 e 2018 gli arrivi in Riviera provenienti dai Paesi dell’Unione europea hanno rappresentato sul totale di 613.815 e 736.151, rispettivamente l’88% e il 53% dei turisti in arrivo dall’estero.
L’utilizzazione dell’aereo passa dal 24% (128.776) al 9% (36.649).

Raffronto 1987-2018 degli arrivi in provincia e in aeroporto


Nel corso di 31 anni i turisti arrivati in provincia sono diminuiti di 137.626, in aeroporto di 92.127.
I Paesi esteri che non hanno più collegamenti aerei stagionali con Rimini sono dieci: Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Irlanda, Norvegia, Olanda, Svezia e Svizzera.
Recentemente la Regione Emilia Romagna (a che titolo?) a favore del gestore privato dell’aeroporto di Rimini si è inventata un bando che stanzia oltre 4 milioni di euro, senza considerare che lo stesso gestore nel suo piano con il quale ha vinto la gara per la gestione dello scalo aereo di Rimini, ha previsto per i primi anni la concessione di un contributo di circa 10 euro per passeggero in partenza.
Non sarebbe stato più utile e produttivo se l’assessore regionale al turismo avesse promosso, in collaborazione con i tour operator di quei Paesi, una iniziativa tesa ad eliminare le cause ostative per l’uso dell’aereo?
E non sarebbe altrettanto positivo se il gestore aeroportuale anziché, come disse a suo tempo, pensare alla Cina e al Vietnam, rivolgesse lo sguardo all’Europa?

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