Rurali in vacanza

Rurali in vacanza

Non mi piacciono i grandi alberghi, i villaggi con piscina, il turismo delle pecore ... Voglio altro.

Ho in testa questo pezzo da quando sono partito, perché come si dice oggi la vacanza è emozionale. La vacanza è nella testa, la vacanza è prima. Cogli l’attimo e la fanciulla, recitava una vecchia canzone.
Premessa doverosa: amo profondamente il Sud. Non c’è nulla di più bello dell’Italia meridionale. Mi fate un baffo voi con le isole esotiche, voi gabbiani, voi cocali che non siete ancora arrivati al Conero, e le Tremiti non le avete mai viste neppure da Lesina.
Ho iniziato a vent’anni con Marzamemi e Vendicari, ospite del Dott. Domenico “Nico” Arangio e della sua famiglia. Sono ricordi che rimangono nel cuore e aiutano a vedere ed immaginare il futuro con occhi diversi. Gli occhi dello stupore, della bellezza, della Causa Prima aristotelica. Nulla di più bello, niente da aggiungere.
Poi negli anni Calabria, Lucania, Puglia, Campania, hanno riempito il mio animo e arricchito il mio sapere. Una vacanza è sempre culturale. La vacanza è cultura. La cultura è nel barocco di Noto, nella Reggia di Caserta, nell’aria di Tropea. E’ nel piatto della Taieddha salentina, è nella tradizione raccontata oralmente da chi ti accoglie come ospite, l’inviato da Dio; mai cliente, sempre ospite nel duplice significato. Non mi piacciono i grandi alberghi, i villaggi con piscina, il turismo delle pecore dove sei solo un numero. Voglio le persone, gli uomini, meglio ancora le donne che ti sorridono, che parlano, che raccontano la loro storia, la famiglia, le radici, inevitabilmente rurali, e profumano di terra e di cose buone come noi ospiti a Veglie, di Realino e di Maria Rosaria.
Rurali sempre.

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