Tra la Abbagnato e Rudolf Nureyev, l’eroe è il riminese Sergio Metalli

Tra la Abbagnato e Rudolf Nureyev, l’eroe è il riminese Sergio Metalli

La più grande danzatrice al mondo è a Cattolica fino a venerdì prossimo. Ma la vera novità è il progetto straordinario del genio delle scenografie digitali. Che inaugurerà il teatro di Atene costruito da Renzo Piano. Ha shakerato l’intuizione di un alchimista del XVI secolo con le elezioni di Macron in Francia. Risultato…

10 anni di “DanzFest”: Eleonora cittadina onoraria di Cattolica
Nel frattempo, ne sono successe di cose. Sintetizzando brutalmente:
*un video con Vasco Rossi (per Ad ogni costo);
*una biografia, edita da Rizzoli, che s’intitola Un angelo sulle punte;
*la nomina, nel maggio del 2010, da parte del Presidente Sarkozy, a “Chevalier dans l’ordre National du mérite”;
*il momento più importante della sua carriera: la nomina a étoile dell’Opéra National de Paris, onore tributato per la prima volta nella storia a una ballerina italiana;
*la nomina, due anni fa, a direttrice del Balletto del Teatro dell’Opera di Roma;
*in mezzo, un marito, Federico Balzaretti, sposato nel 2011, da cui ha avuto due figli, Julia (2012) e Gabriel (2015);
*la partecipazione, ad alta risonanza nazionalpopolare, ad Amici.
Gli anni più intensi di Eleonora Abbagnato, la stella della danza italiana nel mondo, coincidono con i 10 anni di ‘DanzFest’, la scuola estiva di danza che si tiene a Cattolica dal 2008, unico evento a cui la Abbagnato partecipa con costante entusiasmo. “La fama di Eleonora è una diretta conseguenza del suo talento come ballerina”, ci dice Maria Perchiazzi Guaraldi, l’ideatrice della rassegna (“Il mio desiderio è stato quello di importare nel nostro Paese il cosiddetto ‘metodo francese’, che ha reso celebre nel mondo l’‘École de Danse de l’Opéra National de Paris’”), una che ha lavorato con Martha Graham, Pina Bausch, Kazuo Ohno, i titani della danza contemporanea. E che fa dell’eccellenza del ‘metodo’ un marchio di fabbrica. Non a caso il preludio di ‘DanzFest’ è un convegno, accaduto nel 2006 all’Università di Bologna, su Tradizione didattica dell’École de l’Opéra. “Il fatto che Eleonora sia ‘famosa’ non mi interessa, non può importarmi. Molto semplicemente, la Abbagnato incarna esattamente il percorso che DanzFest intende promuovere. Eleonora è una giovane ballerina di Palermo che a 12 anni si trasferisce a Montecarlo e poi approda a Parigi fino a essere eletta première danseuse nel 2001 e addirittura étoile nel 2013. Eleonora rappresenta la realizzazione di un sogno ottenuto attraverso la dedizione, il sacrificio, un metodo di lavoro di assoluta coerenza. Questa, in fondo, è ciò che rende esclusivo DanzFest”. Applausi. Ribaditi dalla Abbagnato (“Non posso dimenticare che l’incontro con Roland Petit, che segnò l’inizio della mia carriera, avvenne proprio con un’audizione simile a quelle che ogni anno si svolgono a Cattolica. Lunga vita a DanzFest”), che è a Cattolica, come docente, da oggi fino a venerdì prossimo.

Eleonora Abbagnato a Cattolica

Nureyev risorge in piazza. Grazie a un trucco riminese
Per un attimo, però, le luci della ribalta non sono per la Abbagnato. Un altro le ruba la scena. Tale Rudolf Nureyev. Che c’entra? C’entra perché ‘DanzFest’ è l’incubatrice e l’alcova del progetto Straordinario Nureyev, costruito da Maria Perchiazzi Guaraldi e dalla sua associazione, ArtFest. Il progetto, condiviso con la Fondation Nureyev, con Daniel Agésilas – direttore artistico del progetto e docente a DanzFest – e con i maggiori teatri d’opera europei, si svolgerà nel 2018 a Firenze, con l’intenzione di toccare le capitali europee. I giovani danzatori delle scuole europee saranno chiamati a confrontarsi con il leggendario repertorio di Nureyev, il “più celebre danzatore e coreografo al mondo”. La ‘chicca’ del progetto è l’idea, spettacolare, di far ‘risorgere’ Nureyev in tre dimensioni. Tramite un trucco antichissimo. L’eroe di questo gioco di prestigio è riminese, si chiama Sergio Metalli ed è un genio mondiale delle scenografie digitali. Fermarlo è pressoché impossibile. Lo blocco, via telefono, dopo un paio di tentativi a vuoto, mentre torna da Spoleto per una rapidissima sosta riminese. Guai a domandargli, a cosa sta lavorando? Rischi di fare il giro del mondo in 60 secondi. “Beh, intanto a settembre ho la produzione, per l’Opera di Pechino, di un grande lavoro cinese; poi devo inaugurare il nuovo teatro di Renzo Piano ad Atene, con l’Elektra di Richard Strauss con la regia di Yannis Kokkos; da lì devo andare a Xi’an, la capitale della Via della Seta, dove va in scena una Turandot, poi ho un musical arabo in Kuwait… e questo è solo il mese di ottobre”. Incredibile. “Per me, è la norma”. Questo è Sergio Metalli, che vegeta una decina d’anni in Rai, finché nel 1999 “quando faccio la mia prima Traviata a Busseto e poi il Viaggio a Reims secondo Luca Ronconi a Pesaro”, crea Ideogamma. Dalla sede di Rimini, con pochi dipendenti tenaci e capacissimi – “siamo in sette” – alla conquista del globo dell’arte digitale. “Il mio segreto? Essermi inventato un lavoro prima degli altri. A fare questo mestiere siamo pochissimi al mondo”. A Metalli, Maria Perchiazzi Guaraldi ha chiesto l’impossibile. Far rivivere le movenze immortali di Rudolf Nureyev. La chicca del progetto “Straordinario Nureyev”, in atto nel 2018.
Ci spieghi come è possibile ‘dar vita’ al grande ballerino.
“Il concetto si chiama ‘fantasma di Pepper’, è una illusione ottica. Non ho inventato nulla, sia chiaro: lo stratagemma è vecchio di 500 anni”.
Cosa vuol dire?
“Che il primo ad averlo adoperato è Giovanni Battista Della Porta, filosofo, alchimista, commediografo e scienziato napoletano del XVI secolo. Il principio è quello della rifrazione ottica su un materiale semitrasparente. Lo stratagemma fa sì che a chi osserva sembra di vedere una cosa sospesa nell’aria”.
L’invenzione è di grande effetto…
“…è fatta per meravigliare. Nel caso del progetto su Nureyev, lo stratagemma si arricchisce di un valore in più”.
Quale?
“Il pubblico non vedrà un ologramma frontale, ma potrà girare intorno all’esibizione, godendo di una esperienza a 360°”.
Ma… ha già realizzato il Nureyev tridimensionale o stiamo parlando per astrazioni?
“Ho creato un modello in scala, ovviamente, che ho condiviso con Maria Perchiazzi Guaraldi. Se mi chiede se lo so costruire, beh, sì, so farlo, l’ho già fatto”.
Insomma, vedremo Nureyev ballare in mezzo a una piazza, visibile ovunque, giusto?
“Proprio così. Va detto che lo stesso sistema è stato usato dal candidato alla presidenza di Francia, Emmanuel Macron, per tenere i comizi elettorali in diverse città della Francia. Lo stratagemma, come vede, ha avuto successo”.
Dall’alchimista napoletano del Cinquecento al Presidente della Repubblica Francese…
“…nel segno di Nureyev, sì”.
Gli impegni di Metalli non si esauriscono con il progetto su Nureyev.
“Certo che no. Nel 2018 e nel 2019 sarò negli Stati Uniti, lavorando a una Aida che va a Chicago, prodotta dal teatro di Madrid con Ugo Deanna alla regia. La stessa Aida andrà a Colòn, in Argentina, e in Cile. Poi avrò un musical a Charleston e un altro musical a Washington…”.
Bisogna fermarlo, perché Metalli, alchimista delle scenografie speciali, ci fa letteralmente girare la testa.

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