A febbraio la cassa integrazione a Rimini aumentata di 80mila ore (ma il covid19 non c’entra)

A febbraio la cassa integrazione a Rimini aumentata di 80mila ore (ma il covid19 non c’entra)

I dati forniti dalla Cgil regionale. Ma sarà a marzo che si vedrà l'esplosione della Cig.

Rimini +79.952 ore. E’ l’ammontare del ricorso agli ammortizzatori sociali attivati in provincia prima dell’emergenza Coronavirus, i cui effetti sul tessuto lavorativo e produttivo nel nostro territorio saranno chiari solo nelle prossime settimane. Lo rileva la Cgil regionale. Va detto che Rimini è la realtà col minore picco in Emilia Romagna e in Romagna dietro a Ravenna (+168.121 ore) e a Forlì Cesena (+230.785 ore).
A marzo vedremo, letteralmente, un’esplosione della Cig che probabilmente non avrà paragoni nella storia italiana e regionale. È importante che il Governo garantisca tutte le risorse che servono. Ed è importante che la Regione si prepari al confronto serrato con le parti sociali non appena il picco dell’emergenza sarà superato”, dice Luigi Giove, segretario generale della CGIL Emilia-Romagna.
In Emilia Romagna a febbraio il ricorso alla Cassa integrazione ordinaria (Cigo), a quella straordinaria (Cigs) e a quella in deroga (Cigd) è stato pari 3.460.427 ore (2.564.599 ore per quanto riguarda gli operai; 895.828 ore gli impiegati) con un aumento dell’85,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (1.592.558 ore in più).
Perché numeri così alti se si parla di ammortizzatori sociali attivati prima dell’emergenza Coronavirus? Lo spiega Paride Amanti, della segreteria della CGIL Emilia-Romagna: “Si tratta di un aumento importante ma non inatteso, il proseguo di un trend di decelerazione già in atto in questa regione e segnalato anche nell’ultimo Osservatorio OEL di Ires Emilia-Romagna”. La congiuntura internazionale, la flessione di questi scambi, le politiche dei dazi Usa, il rallentamento dell’economia tedesca e in parte l’effetto lockdown cinese che a febbraio ha messo in forte difficoltà le filiere strettamente legate alle materie prime, ai lavorati e semi lavorati cinesi. In questo contesto economico si inserisce anche l’Emilia-Romagna, chiarisce la Cgil, “la cui capacità di stare sul mercato globale è stato il punto di forza nell’uscire prima e meglio degli altri dalla crisi, ma che in una fase di contrazione del mercato globale rappresenta anche un forte rischio“.

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