Mentre Airiminum comunica dati in crescita dei passeggeri e del fatturato, Mario Pari si rivolge al presidente Bonaccini con una lettera aperta. E Raffaella Sensoli chiede l'audizione in Commissione di Fincato e Corbucci.
Lettera aperta al presidente Bonaccini
Signor Presidente,
in un documento dell’Assessorato regionale ai trasporti del luglio 2016 si sottolinea, in merito al “sistema aeroportuale regionale”, che “la regione esercita le funzioni amministrative di intesa con lo Stato per la programmazione e la realizzazione degli interventi di comune interesse negli aeroporti di rilievo nazionale, acquisita la proposta della Città Metropolitana.”
L’attenzione posta dalla Regione sul coordinamento dell’attività aeroportuale regionale, ci suggerisce di porre alla Sua cortese attenzione alcune problematiche – più volte poste a livello parlamentare, regionale e sulla stampa – che potrebbero essere ostative al funzionamento dello scalo aereo di Rimini, problematiche che sono rimaste senza risposta da parte dagli enti governativi di competenza.
Esse si riferiscono a: capitale sociale della società di gestione; richiesta della società gestione di contributi per incrementare il traffico; investimenti infrastrutturali.
Capitale sociale. I disciplinari di gara pubblicati da ENAC relativi alla concessione trentennale per gli aeroporti di Rimini e Forlì, ai punti 3, 4 e 7 prevedevano: 3b) “capitale sociale non inferiore a € 120.000, da incrementare fino a € 3.098.752, ove non già posseduto, in caso di aggiudicazione”; 4) “Nel termine di 30 giorni dalla richiesta da parte dell’Ente, il concorrente singolo aggiudicatario provvisorio abbia incrementato il capitale sociale a € 3.098.741….”; 7) “…L’aggiudicazione definitiva della concessione sarà disposta dal Direttore Generale dell’Ente soddisfatte le condizioni di aggiudicazione di cui al punto 4) del presente Disciplinare di gara”.
Alla richiesta inoltrata dai partecipanti alla gara per l’aeroporto di Forlì, il cui disciplinare era perfettamente identico a quello di Rimini, in merito al quesito “il capitale sociale di 3.098.471 euro (lettera b art. 3.2 del bando) si intende nominale o interamente versato?” ENAC risponde: “il capitale sociale di € 3.098.741 dovrà essere interamente versato (punti 4 e 7 del Disciplinare di gara). Risposta analoga fu data dal Responsabile Unico per la gara di Forlì. In una intervista rilasciata dal Presidente dell’ENAC al quotidiano ‘il Resto del Carlino’ si legge: “Se AirRiminum versa per intero il capitale richiesto e ottiene tutte le certificazioni noi possiamo dare le autorizzazioni entro 46-50 giorni”.
Per quale motivo il Direttore Generale dell’ENAC – ignorando quanto precisato dai suoi funzionari e dal presidente dell’Ente in merito al “versamento integrale” come da disciplinare – nel suo provvedimento per l’assegnazione definitiva attesta che Airiminum 2014, è in “possesso di un capitale sociale non inferiore a € 3.098.731”, che è nominale e non versato? La società in data 29/05/2017 ha dichiarato che il capitale sociale versato è di € 1.695.723!
Le risposte fornite (non dall’ENAC) ma dall’a.d. di Airiminum 2014 agli interrogativi posti dal giornale ‘Il Fatto Quotidiano’, dall’On. Sarti e dalla Consigliera regionale Sensoli, sono state, riassumendo: al “Fatto Quotidiano’: …lo “stesso estensore…addirittura sembra ignorare nozioni di base della disciplina civilistica delle società di capitali…”; all’On. Sarti spiega che “secondo il dizionario della lingua italiana il verbo “incrementare è sinonimo di aumentare”. Non si tratta di “sinonimo” ma di versare integralmente come richiesto da ENAC. Dopo l’interrogazione regionale, in un comunicato emesso da Airiminum il 29 maggio scorso si riporta “che è davvero sconfortante per le sorti del nostro Paese dover assistere al miserevole spettacolo di esponenti politici incompetenti e improvvisati che si avventurano ad esprimere giudizi e valutazioni casuali….! Tra gli “incompetenti e improvvisati” vanno anche considerati i funzionai dell’ENAC e il suo Presidente (già docente universitario di diritto amministrativo) che si sono permessi di chiedere il versamento integrale come previsto dal disciplinare di gara?
E’ attualmente in corso il decreto interministeriale per l’approvazione della concessione trentennale, che dovrà essere inviato alla Corte dei Conti per la registrazione. Nell’ipotesi che la Corte ritenesse non valido il versamento parziale e conseguentemente non registrasse il decreto, la Riviera potrebbe essere seriamente danneggiata da una seconda chiusura dello scalo.
Richiesta di contributi e infrastrutture
I contributi. “Sarà difficile aumentare i voli su Rimini dalla Germania e da altri Paesi strategici per la Riviera, se non riceveremo il concreto sostegno economico di operatori privati e istituzioni”. Così la Presidente di Airiminum in una intervista del 6 maggio scorso.
Il “disciplinare di gara” al punto “Requisiti/elementi di valutazione prevedeva 20 punti /tutti acquisiti da Airiminum) per: “Strategie societarie finalizzare allo sviluppo dell’attività aeroportuale e previsioni di traffico per il periodo concessorio”. Per acquisire il massimo punteggio si ritiene che anche Airiminum, come hanno proposto gli altri tre concorrenti i cui piani non sono “strettamente riservati”, abbia previsto nella sua offerta le risorse necessarie per supportare l’incremento del traffico charter e low cost.
E’ opportuno ricordare che la soc. ‘pubblica’ Aeradria nel periodo 1987-2001 ha sostenuto, senza contributi da terzi e bilanci d’esercizio in attivo, per il co-marketing con i T.O. una spesa di circa 13,6 milioni di €, il cui costo per passeggero partito dei 1.639.283 è stato di circa € 8,30.
Sig. Presidente, pur dando atto che oggi le richieste delle compagnie low cost per il co-markering risultano essere più onerose non si può non considerare che oggi l’incremento del traffico si basa sull’acquisizione dei voli low cost. Si ritiene pertanto che tutti i soggetti privati che hanno partecipato alla gara pubblica per la gestione dell’aeroporto di Rimini hanno certamente previsto nei loro piani di sviluppo le risorse necessarie a tal fine. Non sembra pertanto giustificata la richiesta della soc. Airiminum quando afferma: o contributi privati e pubblici o i low cost restano una chimera.
Investimenti. Tutti i “piani degli investimenti” dei partecipanti alla gara prevedevano il loro inizio a partire dal 2015. All’aeroporto di Rimini si sostiene che l’inizio avverrà dopo l’approvazione del decreto per la concessione trentennale.
Va precisato che la convenzione per la concessione, sottoscritta l’11 marzo 2015 dal Direttore Generale ENAC e dall’a.d. di Airiminum 2014, prevede che “La presente convenzione è vincolante per la concessionaria dal momento della sottoscrizione della stessa mentre per l’ENAC diventa vincolante dal momento dell’efficacia del decreto interministeriale di affidamento della concessione di gestione totale aeroportuale”.
Risulterebbe che nonostante gli investimenti previsti nel piano presentato dalla società all’ENAC (max 20 punti, tutti acquisiti), i lavori a oltre due anni dalla firma della convenzione non sono ancora iniziati.
Sig. Presidente, confidiamo in un Suo cortese e fattivo interessamento tendente a verificare se:
per le motivazioni sopra esposte la Corte dei Conti possa non registrare il decreto per la concessione trentennale;
in quale misura gli Enti territoriali, ammessa la fattibilità, come più volte chiesto dagli amministratori di Airiminum 2014, potranno contribuire per fare acquisire entro 20 anni un movimento passeggeri di 13 milioni, come annunciato dall’a.d. nel convegno del 15 maggio, a fronte dei 2 milioni – in 30 anni – come previsto dalla stessa società nel piano che ha vinto la gara nell’agosto 2014.
Con ringraziamenti e deferenti ossequi.
Mario Pari
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