«Lasciamo spazio alle imprese e valorizziamo chiunque stia costruendo una parte di bene comune in città». Perché candidato con la Lega? «Mi è sembrata da subito la destinazione naturale per me». Cos'è Rimini oggi? «Non si può negare l’impegno del sindaco Gnassi, ma le criticità sono enormi».
Ha deciso di candidarsi con la Lega alle elezioni comunali del 3 e 4 ottobre: qual è la valutazione politica che l’ha fatta prendere questa decisione?
Il panorama politico è cambiato molto negli ultimi 5-10 anni a livello nazionale e, di riflesso, locale. Il mio impegno politico nasce in ambito cattolico, moderato e popolare, ma mi sono sempre definito “identitario” quando si parla di temi cari alla tradizione cristiana, come la difesa della vita dal concepimento al suo termine naturale e la promozione della libertà educativa per le famiglie. Nell’attuale panorama, la Lega mi è sembrata da subito la destinazione naturale per me.
Quale giudizio ha maturato sul decennio che si chiude, col quale comunque bisognerà fare i conti visto che sono stati realizzati progetti che impatteranno a lungo con la città. Cosa lasciano di positivo e cosa di negativo.
Non si può negare l’impegno del Sindaco Gnassi per lasciare un segno di sé nella città. Il nuovo teatro Galli, opera peraltro pensata e perseguita dalle precedenti amministrazioni, il rifacimento di piazza Malatesta, il Parco del mare… la città è stata oggetto di grandi cambiamenti, anche grazie al contributo di riflessione e propositivo del Piano Strategico, fatto proprio, in parte, da Gnassi.
Ciò detto, come non ricordare la storia centenaria che è stata sacrificata dalla vision “pittoresca” di una novella piazza Malatesta, di cui il vostro giornale ha diffusamente raccontato, e qui il grande problema dei parcheggi e della viabilità, allo stesso modo carenti in corrispondenza del nuovo “parco del mare”. Criticità che rendono sempre più complicato il lavoro degli operatori economici. In ultimo, ma non per importanza, il problema della sicurezza salito alla ribalta delle cronache ancora pochi giorni fa e, in questo senso, l’abbandono delle periferie che sono state lasciate a se stesse.
Fra i tanti temi che indica nel suo programma elettorale, quali sono quelli che ritiene fondamentali e che seguirà con attenzione se eletto in consiglio comunale.
Come metodo, la stella polare, da tenere sempre presente, è quella della sussidiarietà che permette i migliori risultati per tutti a costi molto contenuti.
Sintetizzerei dicendo: lasciamo spazio alle imprese e valorizziamo chiunque stia costruendo una parte di bene comune in città.
Questo si declina in vari punti del mio programma personale:
– nella gestione e manutenzione dei campi sportivi per andare nella direzione di “smontare” un sistema centralista e, invece, valorizzare al massimo le associazioni sportive, in particolare laddove fosse dimostrata la funzione sociale di collante educativo per i giovani di un determinato quartiere.
– Riguardo alla scuola, si dovranno rafforzare ed ampliare le convenzioni arrivando ad un vero sistema integrato.
– Sul tema ambientale, sarà necessario rimettere mano al depuratore di Santa Giustina, andando anche nella direzione del riuso delle acque in agricoltura, in accordo con la regione.
– Sarà mia cura proporre l’istituzione di un assegno per le donne in gravidanza in difficoltà economiche.
– Per gli operatori del comparto pesca, sarà fondamentale diminuire la burocrazia già elevatissima e rendere, per quanto di competenza comunale, il lavoro sul porto il più agevole possibile.
Lei collabora col consigliere regionale della Lega Matteo Montevecchi in Regione e dunque le chiedo: si parla spesso del territorio romagnolo come di un’area penalizzata, per volontà politica, rispetto all’Emilia, eppure la Regione non si può dire non abbia foraggiato i progetti della giunta Gnassi e Bonaccini non è che sia mancato da Rimini, anzi negli ultimi anni non si è perso una inaugurazione o un evento importante. Come vede da Bologna il peso di Rimini in regione e cosa chiede di più rispetto al passato?
C’è sicuramente una grande verità nella domanda ed i problemi sono a vari livelli.
La nostra è una delle poche regioni che non ha mai cambiato colore politico e le dinamiche di partito, dei pesi e contrappesi, nei vari territori, incidono non poco.
Basta guardare il sistema delle infrastrutture strategiche, viarie, di scambio intermodale, aeroportuali, dei servizi a rete, della salute, della gestione ambientale e della riqualificazione territoriale, risolte per lo più in danno del nostro “core business”: il turismo.
Di fatto se ne sono avvantaggiati gli altri poli economici della Regione, mentre gravissimi ritardi sono stati accumulati nella nostra Provincia rendendola, ancor più, cenerentola sfruttata, in cerca del principe azzurro.
Il sindaco Gnassi, su pochi temi a lui cari si è fatto sentire, sul resto è stato letteralmente assente.
Spesso alle conferenze territoriali socio-sanitarie, non si è nemmeno presentato, quindi, con chi lamentarci che la nostra sanità risulti in difficoltà rispetto ad altre.
Sembra che, a volte, la bassa considerazione in Regione sia come indotta.
Per venire all’altra parte della domanda?
La mia candidatura nasce propriamente dall’esperienza recente maturata con il Consigliere Regionale Matteo Montevecchi in Regione.
Considerato che c’è, o dovrebbe esserci, un continuo dialogo istituzionale tra l’Ente regionale e i Comuni, e che non sempre i Comuni usano al meglio le opportunità che l’Istituzione regionale e la Comunità Europea possono offrire per il bene dei nostri territori, ho deciso di candidarmi per tentare di ridurre questo gap.
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