Duemilionicinquecentomila? Vogliamo sapere quante sono le presenze reali portate dalla Notte Rosa. Quale beneficio per l'economia turistica. E, soprattutto, quanto costa agli enti pubblici questo rotolone di eventi che da 12 anni viene spalmato su 130 chilometri di costa? Tre domande semplici semplici all'assessore regionale al turismo.
Duemilionicinquecentomila presenze. Scriviamolo così, che fa più record. Seguendo il ritornello idiota della Notte Rosa dei record, che fa pendant con la Riviera dei record, ora ci stanno rifilando di tutto. Numeri sparati in faccia al mondo credulone che beve e pubblica di tutto senza farsi domande. Lo dice la velina del Comune, della Regione o di qualche altro ente della fitta schiera dei comunicatori pubblici, e come replicanti lo ripetono tg, quotidiani e giornali online. Ora basta, però. Facciamo un patto con Corsini, Gnassi e compagnia: o ci dimostrano la fondatezza dei numeri che servono alla libera stampa come Spritz freschi e dissetanti che non si possono rifiutare, oppure smettano di darne. Non siamo discariche della loro smania di apparire e gonfiarsi il petto rifilandoci mirabilia che somigliano a patacche.
2,5 milioni di presenze dove, quando, perché, chi le ha contate? Hanno lo stesso valore dei 200 mila della Molo? (praticamente pari al pubblico di Vasco a Modena). Un po’ di ritegno, please.
Fino a prova contraria la Notte Rosa è un miraggio turistico, per giunta costoso, che oggi anche gli amici di colui che l’ha concepita (colorando di rosa le già ben rodate notti bianche) giudicano vecchia, ripetitiva e stanca, assolutamente da rilanciare. Si, ma prima di porsi il problema di rilanciarla, vogliamo farlo un bilancio realistico dei suoi primi dodici anni? E allora cominciamo, ponendo all’assessore regionale al turismo, Andrea Corsini, alcune domande alle quali ci auguriamo voglia presto rispondere.
Si fa presto a dire “130 chilometri di concerti, performance teatrali, reading, installazioni, convegni, mostre, spettacoli, magiche scenografie”, come si legge sul sito della Notte rosa. Ai quali va aggiunto il prolungamento in terra marchigiana. Ma, prima domanda, quanto costa agli enti pubblici questo rotolone di eventi? Quanto è stato speso per concerti vari, quelli che incidono di più sul costo complessivo, da Comacchio a Cattolica in questi dodici anni? E’ ridicolo, un po’ vergognosetto addirittura, che dopo oltre un decennio di celebrazioni rosa nessuno abbia pensato di rendere trasparente questo elementare dato di partenza, indispensabile per valutare una iniziativa. Siete in grado di mettere in fila due colonne di numeri? Costi e benefici. Sui benefici l’assessore non avrà bisogno di suggerimenti per compilare la lista. Ma per quanto riguarda i costi vogliamo minimamente quantificare anche quelli legati alla sicurezza? Questo primo quesito ne porta con sé un altro (diciamo domanda 1b): perché gli enti pubblici gestiscono questo genere di manifestazioni? Dj Andrea (Gnassi) ne va pazzo, lo sappiamo, ama essere e apparire politico-imprenditore della notte e del giorno. Ma va bene così? Oppure il Comune dovrebbe totalmente sfilarsi lasciando ai privati (albergatori, commercianti ecc.) l’onore e l’onere di farla (pur con qualche aiutino pubblico) questa benedetta Notte rosa? Si scoprirebbe così se la baraonda rosa funziona davvero, perché non si è mai visto privato disposto a perdere tempo per qualcosa che non porti utili all’impresa. A farla coi denari pubblici ovviamente i privati dicono di sì, ma se dovessero metterci del loro direbbero ancora di si?
Il pubblico della Notte rosa invade e colora. Il cliché ripetuto fino all’ossessione è questo e noi tutti ormai la vediamo questa massa, anche se non c’è, di milioni di presenze, come un Blob buono, un fluido vitale e non mortale. Domanda numero due: dopo averci riempito la testa di stupidaggini (“due milioni e mezzo di lampadine rosa”, “un milione di piadine cotte, di cui almeno 30.000 di colore rosa”), vorremmo sapere quante sono le presenze reali della Notte rosa. Quali, in particolare, quelle che fanno crescere i fatturati di hotel, ristoranti, stabilimenti balneari. Perché, diciamolo subito, 2,5 milioni di presenze dove le mettiamo? Abbiamo meno di 500 mila posti letto (compresi i campeggi) in tutta la regione. E sulla riviera di Rimini per la Notte rosa 2017 di camere libere (nonostante i prezzi davvero a buon mercato) ce n’erano eccome, così come a giugno e in questa prima metà di luglio: le presenze salgono nei weekend e precipitano per la maggior parte della settimana.
Domanda numero tre: nell’ultima edizione quanti articoli ha guadagnato l’evento? Soprattutto, quanti sulla stampa nazionale ed estera? Sul sito della Notte rosa la rassegna stampa è ferma al 2010. Non dovrebbe essere difficile prendere la rassegna confezionata da Apt, ad esempio, e renderla consultabile a tutti su lanotterosa.it. Quindi, assessore, ci illumini anche sui chilometri di articolesse rosa.
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