Il popolo della famiglia chiede a don Turchini di ritirare l’adesione al Festival di Santarcangelo

Il popolo della famiglia chiede a don Turchini di ritirare l’adesione al Festival di Santarcangelo

Che ci fa la parrocchia di Santarcangelo fra i collaboratori del festival? "La cosa è a dir poco sorprendente se si considera che la manifestazione santarcangiolese è espressione di valori e tendenze che con la cultura e il sentire dei cattolici hanno davvero poco a che vedere".

Mentre a Riccione il Sindaco Renata Tosi nega il patrocinio del Comune al “Summer Pride”, manifestazione che esalta lo stile di vita gay, all’altro capo della provincia, in un contesto come quello del Santarcangelo Festival che per molti aspetti è culturalmente affine al “Pride”, una istituzione ecclesiastica – la Parrocchia di San Michele Arcangelo – figura tra i collaboratori di questa più che discutibile kermesse.
La cosa è a dir poco sorprendente se si considera che la manifestazione santarcangiolese è espressione di valori e tendenze che con la cultura e il sentire dei cattolici hanno davvero poco a che vedere. Anzi, possiamo dire che il Festival di quest’anno esprime e veicola in modo del tutto evidente anche ai più distratti, valori e stili di vita anticristiani, contrari all’insegnamento della Chiesa, del tutto alieni rispetto alla vita e agli interessi delle comunità parrocchiali.
Ci chiediamo quale possa essere la natura di tale collaborazione e la ragione di questa scelta. Desiderio di compiacere la pubblica amministrazione e la sua classe dirigente? Paura di apparire chiusi e poco dialoganti? Ammesso che un qualche dialogo sia possibile coi rappresentanti della ”eco sessualità” – quelli che fanno sesso con gli alberi – solo per fare un esempio delle idiozie “culturali” presenti al Festival, è bene ricordare che dialogare è molto diverso da sponsorizzare.
Benché sia più che legittimo che una parrocchia ambisca ad essere pienamente inserita nel tessuto cittadino di cui è parte, questo non può significare concedere la propria adesione a manifestazioni che contraddicono in modo evidente e perfino provocatorio la fede cristiana. Questo vorrebbe dire rinnegare se stessi e la propria missione. Si addicono allora le parole del Papa del Concilio: “…Non ci si fida più della Chiesa; ci si fida del primo profeta profano che viene a parlarci da qualche giornale o da qualche moto sociale per rincorrerlo e chiedere a lui se ha la formula della vera vita. E non avvertiamo di esserne invece già noi padroni e maestri” (Paolo VI).
Invitiamo i responsabili parrocchiali di Santarcangelo a dire una parola di chiarezza e a ritirare l’adesione al Festival degli eccessi e delle provocazioni.

Il popolo della famiglia – Rimini

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