Bancarotta Wind Jet, compagnia che lasciò il segno anche a Rimini: arrestati Pulvirenti e Rantuccio

Bancarotta Wind Jet, compagnia che lasciò il segno anche a Rimini: arrestati Pulvirenti e Rantuccio

Ai domiciliari i vertici della compagnia aerea low cost che dal marzo 2011 all’agosto 2012 operò sul Fellini. Aeradria l’aveva strappata ai concorren

Ai domiciliari i vertici della compagnia aerea low cost che dal marzo 2011 all’agosto 2012 operò sul Fellini. Aeradria l’aveva strappata ai concorrenti forlivesi. Un’operazione che fu salutata come una grande manovra dei responsabili dell’aeroporto di Miramare che si concluse dopo poco più di un anno con tutti i passeggeri a terra per la sospensione dei voli. Le conseguenze di quella disastrosa collaborazione pesarono sulla gestione di Aeradria, poi fallita.

Antonino Pulvirenti, fondatore, e Stefano Rantuccio, amministratore delegato di Wind Jet, sono stati arrestati questa mattina all’alba per ordine del giudice di Catania nell’ambito dell’inchiesta sul fallimento della compagnia aerea low cost. L’accusa nei loro confronti è di bancarotta fraudolenta. Pulvirenti e Rantuccio sono ora ai domiciliari. Una ventina di persone iscritte nel registro degli indagati e sono stati effettuati sequestri per oltre cinque milioni di euro. La compagnia aerea avrebbe un passivo di oltre 238 milioni di euro e le manovre su cui hanno puntato le loro attenzioni gli investigatori sarebbero iniziate nel 2005, un anno dopo la fondazione di Wind Jet. Pulvirenti fu già arrestato nel giugno del 2015 con l’accusa di aver comperato delle partite del campionato di serie B in cui militava il Catania di cui l’imprenditore era il patron.
Da quanto emerso nelle indagini i fondi sottratti alla compagnia aerea sarebbero stati portati all’estero.
Quello di Wind Jet è un nome noto ai riminesi perché nel 2011 la compagnia ha iniziato ad operare sull’aeroporto Federico Fellini, diventato poi sua base operativa. Una collaborazione, quella tra Wind Jet e l’aeroporto riminese, che fu salutata con grande enfasi dalla stampa. Imponente il numero di voli messi in cantiere: Palermo, Catania, Mosca, Kiev, San Pietroburgo, Berlino, Colonia, Parigi, Copenhagen, Bucarest…
La collaborazione con Rimini fece seguito al celebre “strappo” con Forlì, aeroporto su cui operava in precedenza la compagnia etnea. In sostanza l’operazione venne presentata come la capacità di Rimini di essere più “attrattiva”, grazie ad un’offerta ritenuta più vantaggiosa da Wind Jet, rispetto al concorrente romagnolo. In realtà a Forlì le cose non erano andate così bene. Nel 2010 la compagnia aveva promesso un numero esorbitante di voli e passeggeri che, dopo pochi mesi di attività, si rivelarono più bassi di quanto prospettato, provocando perdite per circa 3 milioni nel bilancio dello scalo forlivese che aveva sborsato per l’operazione Wind Jet quasi 10 milioni di euro.
L’avventura riminese di Wind Jet non ebbe sorte migliore. Nell’agosto del 2012 la compagnia sospese tutti i suoi voli creando enormi problemi ai passeggeri e agli aeroporti. Una vicenda fantozziana che diede dell’Italia anche all’estero una pessima immagine. Il resto è storia, che purtroppo i riminesi conoscono fin troppo bene.
La vicenda Wind Jet ebbe infatti un peso significato nelle disavventure di Aeradria culminate poi nel fallimento della società che gestiva l’aeroporto di Rimini. Nacque un contenzioso legale con Wind Jet che chiedeva 18 milioni di euro di danni, mentre nel tentativo di concordato che seguì al blocco dei voli, Aeradria risultò creditrice per due milioni di euro nei confronti di Wind Jet.

Il colpo mortale di Wind Jet su Aeradria

La notizia dell’arresto di Pulvirenti e Rantuccio riapre una profonda ferita a Rimini. Era il 2011 quando la compagnia siciliana iniettava ottimismo sull’aeroporto di Rimini. Il “Fellini” era riuscito a mettere a segno 60 collegamenti aerei, fra città e capitali, e poteva contare su più di dieci compagnie aeree low cost. Il matrimonio con quella che era la più importante compagnia aerea low cost italiana, Wind Jet, appunto, avrebbe dovuto assicurare il decollo definitivo dell’aeroporto di Rimini. I primi voli partono nel marzo del 2011 (da Catania e Palermo) e l’offerta di Wind Jet mette sul piatto 9 paesi dell’Europa centrale e dell’Est, ai quali si aggiungono poi Oslo, Rostov e Samara. Il Fellini si avvicinava al traguardo del milione di passeggeri.
Ma le speranze durano poco. Wind Jet “buca” la fusione con Alitalia e finisce nel baratro. La situazione finanziaria precipita e la compagnia aerea cancella di colpo tutti i collegamenti e chiede a Enac la sospensione della licenza di volo. Un disastro per Rimini, che si verifica proprio nel bel mezzo di agosto: passeggeri a terra (tanto che è necessario attivare l’unità di crisi Enac e approntare collegamenti sostitutivi) e caos generale. In seguito il posto di Wind Jet viene preso da New Livingston, che poi continuerà i voli fra Rimini, Russia e Ucraina. Ma ormai il danno è fatto.
Wind Jet risolve il contratto con Aeradria e chiede il pagamento di una penale di quasi 19 milioni di euro. Aeradria risponde che Wind Jet deve ad Aeradria e Air, rispettivamente oltre 26 milioni di euro e 2 milioni e mezzo di euro. Strascichi a non finire, che entreranno anche nella richiesta di concordato e nell’inchiesta sul crac Aeradria.

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