Bicentenario di Angelo Mariani: le lettere da Rimini

Bicentenario di Angelo Mariani: le lettere da Rimini

Il maestro romagnolo, nato l’11 ottobre del 1821 a Ravenna, ebbe un ruolo centrale nel "primo" Aroldo, ovvero durante la stagione inaugurale del Teatro Nuovo (oggi Teatro Galli). Attilio Giovagnoli lo ricorda pubblicando alcune lettere della corrispondenza che intrattenne dalla nostra città nell’estate del 1857 con l’editore milanese Tito Ricordi.

di Attilio Giovagnoli

Fra i protagonisti del “primo” Aroldo a Rimini nel 1857 non possiamo dimenticare Angelo Mariani di cui proprio oggi ricorre il bicentenario della nascita!
Il maestro romagnolo era nato infatti l’11 ottobre del 1821 a Ravenna.
L’anniversario è stato ricordato ieri da Raffaele Mellace in un importante articolo pubblicato sull’inserto domenicale del Sole 24 ore [1] che mette in luce l’importanza di Mariani quale musicista a tutto tondo: violinista, compositore, direttore d’orchestra innovativo e moderno fra i più grandi di tutti i tempi.
Nella sua non lunga esistenza (morì nel 1873 a 52 anni) Mariani conobbe personalmente Rossini, Verdi e Wagner e ne interpretò genialmente i capolavori.
Rimini è una tappa importante della carriera di Mariani. Durante l’allestimento di Aroldo si stabilì quell’amicizia con Giuseppe Verdi che fu cordiale per oltre dieci anni finendo poi tristemente.
Di recente sul maestro romagnolo sono stati pubblicati alcuni studi [2] da citare il lavoro, ormai introvabile in libreria del prelato montefeltrano Amedeo Potito: Angelo Mariani (autobiografia e documenti) (1821-1873), Bruno Ghigi Editore, Rimini, 1985.
Vorremmo ricordare Angelo Mariani lasciandogli la parola… pubblicando alcune lettere da lui scritte, da Rimini nell’estate del 1857, all’editore milanese Tito Ricordi [3] a testimonianza che l’impegno di Mariani, durante la stagione inaugurale del Teatro Nuovo (oggi Teatro Galli), fu quello di autentico “factotum” a cominciare dalla formazione dei componenti dell’orchestra, alla custodia e alla spedizione delle partiture, alla posa per un ritratto, per finire alla concertazione e alla direzione di ben tre opere: Il Trovatore, Lucrezia Borgia e Aroldo. Si eseguirono inoltre la Sinfonia del Guglielmo Tell e lo Stabat Mater di Rossini, la cantata per soprano La fidanzata del guerriero (dello stesso Mariani) e i balli Carlo il Guastatore e Il fallo (di Rota) mentre per mancanza di tempo sfumò l’esecuzione di una Messa di Bellini per la Confraternita del Crocifisso.

[1] Raffaele Mellace, Il domatore d’orchestra. Angelo Mariani 1812-1873, Il Sole 24 Ore, domenica 10 ottobre 2021.
[2] Vittorio Cattelan, La cultura dell’Opera Italiana a Costantinopoli, Tesi di dottorato di ricerca, Università Ca’ Foscari Venezia, 2017, [consultabile in internet].
Carmela Bongiovanni, Angelo Mariani. Gli anni genovesi (1852-1873). Lettere e documenti, Ledizioni, Vignate (Milano), 2020.
Andrea Maramotti, Angelo Mariani. Un grande musicista dell’Ottocento, Longo Editore, Ravenna, 2021.
[3] ARCHIVIO STORICO RICORDI, Sito internet, Collezioni digitali.

Angelo Mariani. Ritratto a stampa litografica di Augusto Bedetti, Rimini 1857 (Biblioteca digitale New York Public Library).

Le lettere di Angelo Mariani all’editore Tito Ricordi sono pubblicate sul sito dell’Archivio Storico Ricordi, Milano

[Archivio Storico Ricordi LLT010406]

Angelo Mariani a Tito Ricordi

Rimini 12 Luglio 1857

Tito caro.
Eccoti un artico[lo] del Signor Casaretto sull’apertura di questo Teatro.
Il Signor Casaretto è la persona competentissima in materia d’arte e si occuperà pure della nuova opera del nostro Verdi che aspettiamo qui a braccia aperte.
Io non volli scrivere perché sono parte troppo attiva in questo Teatro.
Ti pregherei di far inserire quell’articolo sulla tua Gazzetta tale e quale ti vien spedito perché così il suo autore rimarrà soddisfatto e nello stesso tempo gli darai una prova della tua approvazione.
Ricevesti il mio manoscritto della riduzione in Quartetto dei Vespri.
Mandami il prossimo numero della tua Gazzetta nel quale io spero vi sarà inserito l’articolo che ti spedisco.
Non tralasciare però d’inviare la Gazzetta a Genova al mio indirizzo perché havvi persona colà incaricata di ritirarla e di conservarmela.
Gaetano Casaretto ti ha mandato quattro pezzi di musica, ti prega di dargli una risposta qui ti raccomando detti pezzi perché Gaetano Casaretto è un eccellente professore ed amico raro.
L’autore dell’articolo è suo fratello.
Un saluto a tutti.
Qui stò molto bene perché vivo fra gli amici sinceri e lontano dall’invidia.
Il tuo Angelo Mariani

[Archivio Storico Ricordi LLET010408]

Rimini 13 Luglio 1857

Caro Tito.
Ma per Dio! te lo dissi già un milione di volte: io sono qui il direttore generale e fò tutto in questo teatro come vedrai dall’articolo che ti spedii ieri.
Manda dunque le parti della nuova opera di Verdi che mi sarà carissimo di poterti rendere il servizio che mi chiedi.
Saranno da me custodite con religione.
Ti raccomando l’articolo di ieri e non dubitare che il Signor Casaretto farà il suo dovere quando andrà in iscena la nuova opera del nostro Verdi.
Non posso scrivere di più perché il corriere sta per partire.
Il tuo
Angelo Mariani

[Archivio Storico Ricordi ALLET010409]

Rimini 25 Luglio 1857

Amico caro!
Rispondo subito alla tua delli 23 cor: –
Ricevei regolarmente i due pacchi N° 170, 187 e 190 contenenti le parti Cantanti, da Suggerire e dei Cori degli atti 1mo 2do 3 zo non che i primi tre pezzi dell’atto quarto dell’Aroldo.
Verdi è qui sin dalla sera delli 23: gli consegnai la tua lettera e mi disse che tutto andava bene.
Dirai a Grolli che già emendai gli errori ed [omissioni] che egli m’indicò nel suo biglietto incluso nella tua [***] e coll’altra sua gentile lettera delli 19 trovata nel pacco 190 fra le pagine da lui perfettamente accomodate.
Ora tutto sta bene e ne ebbi già l’approvazione di Verdi: « Salutamelo tanto [***] Grolli ».
Attenderò colla diligenza di Bologna che giungerà qui Lunedì venturo l’altro pacco che mi annunzi [***]
Tuo Mariani
[***]

26 Luglio 57 Mariani A.
contenere le parti Cantanti, da Suggerire e dei Cori del Quartetto Finale oltre le parti d’orchestra del Primo e Secondo atto.
Lunedì venturo incominceremo le prove a P.F. di questo bellissimo Aroldo.
Da quanto mi disse l’amico Verdi posso arguire che il quarto atto sarà un capo d’opera.
Io sono contentissimo di trovarmi coll’Illustre amico, e sta sicuro che facciamo vita beata e da buoni compagni.
Io poi mi darò premura affinché tutto vada a seconda dei desideri suoi, e il novello successo del celebre Maestro sarà un’altra spina, ne sono certo, pel Signor C. A. G. il quale non cessa ancora di sparger sua bile come avrai veduto in quel giornalaccio fiorentino da trivio che si appella l’Armonia.
Ho ricevuto il N° 29 della Gazzetta.
Questa sera va in iscena la Lucrezia Borgia, sull’esito della quale ti manderò domani unito a questa mia un articolo del Signor Casaretto.
Fallo inserire subito e mandamene il numero.
Casaretto in seguito poi ti manderà un dettagliato articolo, sul nuovo lavoro di Verdi, e già egli sta occupandosi di ciò.
Nella prossima tua dimmi qualche cosa relativamente ai pezzi per Flauto e P.F. che ti spedì Gaetano Casaretto fratello dell’attuale tuo corrispondente per le notizie di questo magnifico Teatro.
Mandami una copia de miei quattro pezzi per Violoncello «Rimembranze di Arenzano.
e due copie del mio Canto Piceno «Lia è morta» che regalasti agli abbonati della Gazzetta Musicale.
Spero che arriverai in tempo di metter tutto ciò nel pacco delle parti dell’Aroldo che spedirai in seguito.
La Signora Vilmot Medori vorrebbe cantare per la sua serata di beneficio quella Scena ed Aria che le scrissi a Costantinopoli E’ questa La Fidanzata del Guerriero la cui partitura è di tua proprietà Se la manderai inclusa nel sudetto pacco del [sic] parti dell’Aroldo ne avrei sommo piacere perché se avrò tempo di concertarla sarà eseguita dalla valente Cantante non solo per il suo beneficio ma anche negli intermezzi dell’opera Lucrezia Borgia.
Qualora ciò procedesse mi dirai quanto ne vorrai di nolo con tua lettera che comunicherò alla stessa Signora Vilmot o all’impresario, ed in caso poi non si potesse eseguire per mancanza di tempo, io m’incarico a riportartela al mio ritorno a Genova.
Se questa mia ti giungesse che la spedizione delle parti d’orchestra dell’atto 3° e 4to dell’Aroldo fosse già stata fatta, allora sarai compiacente di mandare subito la partitura della Fidanzata del Guerriero ed i pezzi più sopra indicati in un involto diretto alla Signora Vilmot Medori.
Ho già trovato la persona che si è incaricata della custodia dello spartito d’Aroldo e [***]

[Archivio Storico Ricordi LLET010410]

Rimini 31 Luglio 1857

Tito mio carissimo
Il Pacco N° 195 che mi annunziavi nella tua delli 23 che già riscontrai, arrivò ieri sera coll’altro Pacco n° 199 che mi annunzi pure coll’altra tua delli 25 cor:.
Non ho potuto ancora ritirare i detti Pacchi ma credo che nulla mancherà per cui ti serva questa di quiete.
Delle cose che fin qui hai spedito Verdi ed io ne siamo contenti così, pure speriamo sarà del rimanente.
Le prove Piano Forte camminano bene e ci scambiamo la fatica l’un l’altro.
Subito incomincerò io le prove d’orchestra per guadagnar tempo.
Fin’ora la musica nuova di quell’Aroldo mi piace assai.
Ricevesti il manoscritto del libretto e una Lettera di Verdi?
Per carità mandalo presto acciocché non prenda l’inconveniente di andare in iscena senza libretto.
Ti ripeto sii tranquillo sulla consegna dello spartito.
La Confraternita del Crocifisso avendomi voluto onorare nominandomi membro di quella, ho creduto di dimostrarle la mia gratitudine incaricandomi della festa che va a celebrare nel venturo Agosto.
Io pertanto non avendo nulla di mio con me a proposito, crederei di più disimpegno fare eseguire in detta circostanza la Messa in Re di Donizzetti che credo stampata da te.
Mi si assicura vi siano pure le parti cantanti e d’orchestra stampate oltre alla partitura.
Se ciò è vero mandami, subito, l’una e l’altra con 30 raddoppi per cori, 10 violini tra primi e secondi, 3 viole 4 violoncelli, o contrabassi e il resto al solito.
Fai caso non avesti tu questa Messa fa di trovarmela in ogni modo di mandarmela a pronto corso di diligenza che poi per malaugurata combinazione non potessi trovarmi questa Messa mandami la migliore che tu abbia da poter servire in una grande solennità.
Sappimi dire cosa importa il nolo o il prezzo di vendita di detta messa: Se sarai ragionevole come ne [***] sicuro, ne farò acquisto per farne un presente alla Confraternita nella circostanza stessa della festa [***] che ho progettato di fare eseguire in questo teatro lo Stabat Mater di Rossini mandami dunque subito anche questo coi raddoppi come sopra più i raddoppi del coro donne in proporzione degli altri.
Anche su questo ti prego di essere ragionevole nel nolo perché ti replico è cosa tutta mia.
Mandami anche la Sinfonia del Guglielmo Tell (Rossini) partitura con parti di cui ti pagherò il nolo.
Monti è qui e mi ha detto che il ritardo del Pacco 195° è provenuto perché tu non hai diretto quella spedizione a lui in Bologna; per evitare dunque un simile inconveniente rapporto al resto che qui sopra ti commetto dirigi tutto in Bologna a chi credi il tutto perché diversamente sarei malamente compromesso.
A te mi raccomando.
La Vilmot Medori aspetta con impazienza la mia Fidanzata del Guerriero che spero sarà già in via.
Saluta l’ottimo Signor Cerri gli dirai che Verdi si mise a ridere quando lesse nella sua lettera a me diretta l’Illustre il Grande.
Un mio saluto pure al Prof. Mazzucato e a tutta la tua famiglia.
Voglimi bene
Il Tuo Angelo Mariani

[Archivio Storico Ricordi, Milano, LLET010411]

Rimini 7 Agosto 1857

Tito mio carissimo!
Rispondo in una a tre gradite tue 29 e 3 Luglio passato e 3 Agosto cor:
Ho ricevuto questa mattina in pacco N° 202 le parti pei supplementi all’Aroldo.
Ora tutto è completo relativamente alla suddetta opera, cioè di quello che hai spedito a me direttamente.
Incaricai mio fratello stesso della custodia dello spartito e parti, cosa che egli disimpegna a meraviglia.
Ieri sera facemmo la prima prova in orchestra coi cantanti e cori: andò a stupendamente e senza interruzione dal principio alla fine.
Verdi restò pienamente soddisfatto della mia orchestra che lodò, più volte con parole distintissime esprimendosi così «bravi, bravi e molto!»
Nei cori vi fu, qualche nota non troppo precisa, ma oggi io ho fatto due prove a pianoforte, per rinfrancarli, ond’è che domani Verdi ne rimarrà contento quand’egli assisterà ad un’altra prova particolare di piano forte che faremo per loro non essendosi potuto aver libero il Teatro oggi che è occupato coll’orchestra fino la messa in iscena del nuovo ballo, Il fallo di Rota, per domani sera!
I cantanti come al solito, hanno fatto scobbare [sic] il povero Verdi per insegnar loro la parte: se Pancani starà bene di voce potrà cavarne molto effetto; la Lotti ha una magnifica voce, ma avrebbe duopo di più sentimento artistico; Ferri molto bene, così pure il Cornago che gentilmente accettò di eseguire il Briano Sacerdote.
Anzi è provato per tua regola che la parte di Briano sembra di poca entità, ma in effetto non può trascurarsi senza far perdere molto effetto a tutto l’insieme e specialmente nell’Angele Dei del quarto atto.
Ci vuole assolutamente un Basso che abbia voce voluminosa e di carattere maestoso, et che ti deve servir di norma di raccomandare quando darai lo spartito, o meglio di mettere in patto di contratto che suddetta parte venga affidata ad un artista dai mezzi su indicati e non secondario.
E’ ben vero che molti bassi profondi potranno rifiutarsi di eseguire quella parte non avendo essa la cavatina d’obbligo per costituire parte primaria, ma tuttavia nella scarsità di opere in cui vi siano parti per i bassi profondi, costoro saranno ben contenti di averne un’altra nell’Aroldo da buscarsi un tozzo di pane indegnamente.
Parlo franco con te perché so bene fin dove giunge la tua discrezione e l’amicizia che ci lega.
Circa alla musica, questo Aroldo è un lavoro forse uno dei più belli di Verdi: racchiude dei pezzi di un effetto sicurissimo.
Il quarto atto che è tutto nuovo, è una cosa stupenda; hevvi una tempesta in esso con Coro pastorale, ed un Angele Dei trattato a canone di una fattura musicale felicissima.
Su questo particolare avrai un articolo dettagliato per la tua Gazzetta dal Signor Casaretto, il quale lavorerà da uomo.
Aspetto il pacco 1094 con quanto m’indichi contenere coll’ultima tua tre corrente.
Questa benedetta diligenza da Bologna non viene che due volte alla settimana!
Ieri non lo ricevei, almeno mi giungesse il tutto Lunedì prossimo.
Veramente non so come esprimermi per ringraziarti abbastanza quanto meriti per la premura che hai posto in secondare anzi nell’indovinare i miei desideri; te ne sono veramente obbligato.
Sta bene circa al nolo della Fidanzata; rapporto al resto, la tua cortesia non mi giunge nuova ma mi ha fatto meritare le più cordiali espressioni di quei gentili che formano parte della confraternita del Crocifisso, che me ne incaricò.
Di ciò sono assai penetrato, e ben volentieri ti metto a gran parte della mia compiacenza.
Ho piacere che tu stampi i pezzi per Flauto e Piano Forte del mio amicissimo Gaetano Casaretto buono per quanto bravo.
Lo devi contentare anche coll’incoraggiarlo a lavorare dandogli prova della tua soddisfazione mandandogli in ricompensa copie, o per meglio dire esemplari 30 di ciascun pezzo.
Monti è ancora qui e gli ho fatto la tua commissione.
Mio fratello ha fatto mettere un Lucchetto all’armario che serve di custodia alle parti d’orchestra dell’Aroldo in Teatro.
Le partiture mi vengono riportate in casa ogni volta che è terminata la prova; le parti cantanti e dei cori le farò ritirare appena saranno in iscena.
Ti ripeto un’altra volta, sii tranquillo sulla custodia di quell’opera, Mercoledì, o Giovedì al più tardi anderemo in iscena.
Io lavoro come un cane, e appena posta in scena l’opera di Verdi avrò tutta la faccenda dello Stabat della Fidanzata, delle Messe, dei Vespri, delle serate dei cantanti e del diavolo che se li porti.
La nostra stagione terminerà circa il 25 del cor:

Sabbato mattina otto.
Ricevo in questo momento la tua delli 5.
I concerti col Sig. Monti furono già presi, e come ti ho detto più sopra attendo il pacco 1094 Lunedì.
Non ho potuto consegnare la lettera che m’includi a questo Signor Monti perché è andato al Bagno, lo farò oggi.
Verdi è qui presente e mi dice che ti aveva scritto già perché tu sospendessi la seconda spedizione dei libretti, ma che la sua lettera ti sarà pervenuta dopo che tu avevi già mandato all’ufficio della Diligenza il pacco 1094 che m’annunzi.
In ogni modo ciò che hai fatto sta bene e rimanderemo al Sig. Monti Bologna quei libretti che resteranno.
Siamo alla prova dei cori: Verdi ora ne è contentissimo ed io pure ne sono soddisfatto perché vedo che le mie fatiche di ieri furono coronate con felice risultato.
Verdi ti saluta e ti prega di ricompartire i suoi saluti all’ottimo Signor Cerri.
Fammi grazia di mandare subito sotto fascia, o come credi meglio un libretto dell’Aroldo al Signor Sanguineti impresario a Genova perché io dovrei spendere molto per spedirlo di qui.
Questa voce mi distrugono molto anche m’è forza di tralasciare.
Un mio saluto anche per me al Signor Cerri e mille ringraziamenti per le novelle prove di bontà che mi ha dato.
Ricordami alla Signora Peppina e [tutta] la tua [famiglia]
Il Tuo Angelo Mariani

[Archivio Storico Ricordi, Milano, LLET010412]

Rimini 16 Agosto 1857 ore una e mezza dopo mezzanotte

Tito carissimo.
Vengo dal Teatro, anzi dalla casa di Verdi ove ho lasciato una quantità di popolo con banda musicale, torcie a cera, evviva ed ovazioni le più frenetiche!
L’Aroldo ha fatto furore, non ci fu pezzo che non fosse applaudito; il maestro fu chiamato un’infinità di volte sulla scena.
Egli ne è contentissimo, l’esecuzione fu buona: per ora non ti dico altro perché, et e di più lo saprai dall’articolo, che ti manderà Casaretto mercoledì venturo e che riceverai a Milano venerdì.
Lascia dunque lo spazio nella tua Gazzetta per tale articolo che ti giungerà senza fallo.
Ho la tua lettera del 6 trasmessami dal Signor Marzi.
Dal Sig.r Fantinelli di Sinigaglia non ho ancora ricevuto il 37° Caher dell’opera 110 di A. Fumagalli.
Se me lo manderà l’unirò al pacco della musica che ti devo rimandare.
Ricevei il pacco 1094
Riscossi le 30 £ austriache dal Signor Marzi pel nolo della Fidanzata.
Feci unire, in un sol libro cadauna parte d’orchestra dell’Aroldo che tu mi mandasti in due voltagne ciò per evitare maggiori pericoli di smarrimento di alcune di esse.
Mio fratello custodisce quell’opera con ogni cura; sii pur certo che la tua proprietà non verrà lesa menomamente.
I 300 libretti dell’Aroldo che trovai nel pacco, N° 1094 li impegnai al M° Verdi: Monti te ne avrà già dato raguaglio, rimborsai questo Signore della spesa che fece il suo incaricato a Bologna per la spedizione del suddetto pacco N° 1094.
Dimmi a pronto corso di posta dove devo spedire le parti dell’Aroldo.
Per tua norma ti dico che in esse furono praticati diversi cambiamenti; ora si possono mandare in qualunque teatro perché sono correttissime secondo l’intenzione del M° Verdi.
Troverai quei stessi cambiamenti indicati sulla partitura originale, dalla quale dirai che si regoli l’amico Grolli per le future copie che si dovranno estrarre.
Avrò bisogno di tenere qui la detta partitura fino alla fine della stagione che sarà il giorno 25 cor., ed abbenché Verdi mi abbia mostrato quella lettera dove tu lo preghi di portar seco detta partitura, io ti dico che assolutamente m’è necessità di tenerla qui per la semplice ragione che l’adopero per la direzione: se ne volessi far di meno, non saprei di quale parte servirmi, che il Principale ne fa uso il primo violino cosidetto di spalla.
Se credi io potrei portare meco detta partitura fino a Genova e di là spedirtela a Milano:
sarà facile ch’io passi per Milano per rientrare in Piemonte, ma non ne sono certo; basta dimmi tu come brami riavere quel prezioso originale.
Ciò che ti dissi nell’ultima mia riguardo alla parte del Basso Briano, Verdi mi soggiunse che era però necessario tu avessi messo in patto agli impresari le stesse condizioni ma l’altra parte del comprimario Tenore Godvino e cioè che venga afidata ad un buon comprimario e non ad un secondo tenore.
Mandasti il libretto dell’Aroldo a Sanguineti? se non lo hai fatto fallo subito.
Salutami il Professore Mazzucato e l’amabilissimo Signor Cerri.
Fu chiamato al Proscenio anche il caro Checchin Marietta Piave e ne è così soddisfatto che non stà più nei panni.
Scrivimi subito e voglimi bene.
Ricordami affezionato alla Signora Peppina e a tutta la tua ottima famiglia
Il Tuo Angelo Mariani.
Sono occupatissimo nelle prove delle messe, dei Vespri, dello Stabat e di un infinità di pezzi che si dovranno eseguire per le serate delle prime donne non ne posso più!
Caro Sig. Tito
Dunque l’Aroldo furore. Mi rallegro con Voi per buoni affari che ci procurerà.
Accettate i miei saluti per voi la [**] famiglia il Sig. Cerri ecc. ecc. – Addio
F.M. Albini

[Archivio Storico Ricordi, Milano, LLET010414]

Rimini 26 Agosto 1857

Tito mio Carissimo
In seguito alla mia di questa mattina, la presente ti annunzia che oggi stesso ho consegnato a questo ufficio postale un pacco contenente tutte le parti di canto, cori, ed orchestra dell’opera Aroldo; più la partitura e parti della mia e aria Matilde, inoltre partitura e tutte le parti dello Stabat Mater, Sinfonia del Guglielmo Tell, ed una sola delle cinque copie della Messa di Bellini. Il tutto ho affrancato sino a Bologna dirigendolo al tuo Agente Sig Luigi Monti, il quale s’incaricherà di mandartelo sino costà pure franco di porto come sono già d’intesa col medesimo e con questo municipio che deve rifargliene le relative spese.
Questa doppia operazione è stata indispensabile perché da qui non è possibile affrancare un collo qualunque per via della diligenza fino Milano.
Troverai mancante una o due carte nelle parti dei cori dell’Aroldo perché come sai me li mandasti scritte in diverse volte, cosa che è di nessun pregiudizio.
Manca pure una parte del coro della mia Matilde, e una altra parte dei cori dello Stabat, cose ancora queste inconcludenti.
Ti assicuro che a riuscire fino a questo punto per conservarti il tutto come deve un galantuomo mi è costato assai fatica e molti pensieri.
Ho fatto perfino io stesso il pacco che troverai assai bene condizionato; e se di ciò non mi ringrazî di che ringraziar suoli ????
Il fatto sta che non ho fatto mica nulla delle cose mie per mettere in luce un così bel pacco ed ora che lo so consegnato all’ufficio postale ne sono veramente tranquillo, ho la mia ricevuta e sono in pienissima regola.
Quattro esemplari della messa di Bellini ho creduto bene di non rimandarteli perché stante la copiatura in fretta si sono un poco sciupati.
Questa musica non si è potuta eseguire per mancanza di tempo ed io mi sono preso la libertà di indicarla alla deputazione della festa perché possa servirsene in altro incontro dietro il pagamento di Franchi 40 di cui ti do credito nel nostro conto corrente, come pure ti ho accreditato di altre 30 Lire austriache che ricevei dal Marzi per il nolo dell’aria mia.
Per le spese d’imballaggio ed affrancatura del Pacco fino a Bologna fui rimborsato dal ministro Teatrale di qui, il quale rimborserà pure Sig. Monti per l’affrancazione sino a Milano quando gliene darà scarico.
Io non so quale contratto avessi tu coi Marzi per l’opera Aroldo, ma il fatto sta che io ho combinato così per il meglio.
Già qui va tutto a conto del comune per cui tutto è sicuro!
Ho dato una regalia di 25 Lire austriache a quello che ritirava la musica alla presenza di mio fratello, e a questo donai le composizioni per violoncello che mi mandasti pel zelo con cui sorvegliò e custodì la tua musica.
Ho ricevuto la Gazzetta Musicale di Domenica coll’articolo del Signor Casaretto al quale manderai il prossimo numero colle altre notizie che ti ho mandato questa mane.
Io partirò domani mattina pel Monte Feltro, ritornerò fra due giorni qui, mi recherò a Ravenna per salutare mia madre e mercoledì della settimana ventura sarò a Genova.
Scrivimi colà per mia quiete posta restante.
Circa alle partiture dell’opera di Verdi mi rimetto alla mia di questa mattina.
Vo a fare anche le mie valige che la tua ho già fatto, vogliami bene e salutami l’ottimo Signor Cerri, Mazzucato la tua famiglia
L’amico Mariani Angelo
da Ravenna colle braccia
rotte per condizionare
il tuo pacco

Qui, mio caro, bisognava far di tutto.
Verdi stesso fece più volte l’avvisatore e si portò le sue partiture in Teatro: del resto, però questo pubblico è di una espansione impareggiabile.
Per tua norma il pacco delle Parti dell’Aroldo non partirà di qui che Venerdì notte colla diligenza non essendovi prima altro mezzo di spedizione sicuro.
Da Sinigallia non ricevei la musica di Fumagalli che mi annunziavi in una tua lettera (vedi esatezza di me corrispondente).
I professori di questa stupenda orchestra hanno voluto onorarmi col farmi litografare il mio ritratto.
Te ne manderò copia appena sarò in Genova.
Fecero pure litografare il ritratto dell’Illustre Verdi.
Se credi di annunziare ciò sulla tua Gazzetta fallo, i ritratti sono belli assai ed assomiglianti.
Per tua norma fummo i soli che ebbimo questo onore.
Come va l’incisione del quartetto dei Vespri?
ne parlai a Verdi ed egli ne rimase soddisfatto: anzi ti avverto che accompagnerò quel lavoro con una mia lettera di dedica al celebre autore ed amico.
Che dice il Sig. Gambini? Si deve mordere la lingua, e quando saprà che qui abbiamo tanti onori ?!!
Basta, è tardi, vò alle valige da Rimini ti do un addio, a rivederci in Genova.
Il tuo Angelo Mariani

Il Professore Casaretto qui presente ti saluta e ti prega quando avrai stampati i suoi pezzi per Flauto di mandar le prove a Monti in Bologna il quale penserà di fargliele avere ove si troverà.

Tutti sono partiti e
di Rimini le vie più non son liete
di canti e danze.

Silvio Pellico nella sua Francesca

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