Chiude l’Unione prodotto costa, nascono due nuove “scatole” con tanti nominati nei cda

Chiude l’Unione prodotto costa, nascono due nuove “scatole” con tanti nominati nei cda

Rispetto alla associazione Unione prodotto costa, che aveva solo un un direttore e un coordinatore, ora la riforma della legge regionale 7 prevede la Destinazione Romagna e la "cabina di regia". Con due consigli di amministrazione che possono arrivare fino a 29 consiglieri. Cosa cambia nella governance del turismo che vedremo all'opera nel 2017.

Con dicembre spariscono le Unioni di prodotto, nate quasi vent’anni fa, e quella della Costa sta organizzando la festa di addio, pare a Bellaria, per volontà del presidente in scadenza Enzo Ceccarelli, che è anche sindaco della città. E visto che, da quel che trapela ad oggi, non toccherà a lui la presidenza della nuova Destinazione, vuole ritagliarsi un’ultima parte in commedia.
Ma alla faccia della semplificazione (e va considerato che c’è già Apt servizi), al posto dell’Unione prodotto costa nasceranno la Destinazione romagna e la “cabina di regia. Se però l’Unione, ormai possiamo dire aveva, un presidente e un coordinatore – il primo nominato dai soggetti istituzionali pubblici e il secondo da quelli privati – (e considerate l’insieme delle Unioni quelle figure andavano moltiplicate per quattro), ma praticamente a costo zero (almeno da qualche anno in qua), la nuova governance vedrà schierati una quantità di nominati dalla politica e dal mondo delle categorie economiche.
La destinazione turistica avrà un consiglio di amministrazione composto (si legge nella bozza di statuto che andrà in approvazione nel consiglio provinciale di domani) “da un minimo di nove a un massimo di quattordici membri, compreso il presidente”. La cabina di regia (“svolge funzioni di concertazione sulle linee strategiche e programmatiche per lo sviluppo delle attività di promo-commercializzazione turistica della destinazione turistica”) avrà “da un minimo di sette ad un massimo di quindici membri”.
A capo della cabina ci sarà il presidente della Destinazione Romagna, ma avrà anche un aiutino quando entrerà in cabina: sarà affiancato da un coordinatore, espressione della componente privata e designato da questa, ovvero dalle organizzazioni del turismo e del commercio “maggiormente rappresentative a livello regionale” (leggasi Confcommercio, Confesercenti…).
Niente compensi né gettoni per questi nominati, né per quelli della Destinazione e né per quelli della cabina. Ma saranno tanti a sedere attorno ai tavoli della nuova governance, per non scontentare territori e portatori di interesse. D’altra parte le province da coinvolgere nell’area vasta del turismo romagnolo sono quattro: Rimini, Forlì-Cesena, Ravenna e Ferrara.
La cabina di regia è la modalità individuata per fare entrare dalla finestra della Destinazione quei privati che sono stati fatti uscire dalla porta, visto che la Destinazione vede solo soci pubblici (Province, Comuni, Unioni di Comuni, Camere di commercio e amministrazioni pubbliche operanti nel turismo).
La struttura operativa vedrà un direttore, che per la Destinazione Romagna pare possa essere l’attuale dirigente al turismo della Provincia di Rimini, e personale regionale distaccato presso le Province o, con le modalità del comando e della mobilità, in servizio presso enti locali e Regione. Ad essere stipendiato sarà, oltre a questo personale, anche il revisore unico (nominato dall’assemblea sulla base di una terna di nomi proposta dal cda della Destinazione) che riceverà un compenso ancora da definire.
Con ogni probabilità la Destinazione avrà sede legale in piazzale Fellini, come Apt Servizi (nella foto). La sua mission sarà quella di occuparsi delle linee strategiche di promo-commercializzazione turistica e del programma di promozione locale. Le sue entrate saranno soprattutto “pubbliche” (come per Apt e Unioni) ma rispetto agli enti fin qui noti viene aggiunta una voce che fa chic: attività di fundraising.
Per garantire gli equilibri politici dei territori, l’assessore Corsini ha pensato ad un rapporto matematico: il peso di rappresentanza nell’assemblea della Destinazione sarà dato, in ordine di importanza, dal numero delle presenze turistiche (valore del 40%), dal numero dei posti letto (un altro 40%), dalla popolazione (10%) e dalla estensione territoriale (10%). Ma non cambierà nulla rispetto alla bilancia dei pesi e contrappesi che regola da anni il parlamentino del turismo romagnolo (ma anche regionale). Si prosegue con il metodo Errani: tutti insieme appassionatamente. La nuova organizzazione rafforza il consociativismo che la legge 7 ha tenuto a battesimo e fatto crescere. Nella fase transitoria fra la chiusura della Unione prodotto costa e il parto della Destinazione Romagna (dovrebbe essere operativa nella prossima primavera), sarà Apt a gestire le danze. Che, meglio organizzata, potrebbe gestire tutto da sola (ha una trentina di dipendenti) e non solo per la fase della transizione.

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