Concussione: l’Emilia Romagna fa scuola, lo dice l’Istat

Concussione: l’Emilia Romagna fa scuola, lo dice l’Istat

La corruzione galoppa in Italia e in Emilia Romagna raggiunge livelli poco invidiabili. Quasi i peggiori se messi a confronto con l'intero nord. I dati sono il frutto dei quesiti posti dall'Istituto nazionale di statistica ai cittadini italiani nell'indagine sulla sicurezza.

Agli occupati e a coloro che hanno lavorato in passato è stato chiesto se hanno mai assistito, nel loro ambiente di lavoro, a scambi di favori o di denaro che hanno considerato illeciti o inopportuni. È capitato a oltre 1 milione e 900 mila persone (5,0%) in Italia e se secondo l’Istat al primo posto c’è il Lazio, l’Emilia Romagna si piazza in alto nella classifica, dopo Veneto, Liguria e Sardegna, col 5,8%, prima della Lombardia (5,5%). I settori di attività economica in cui più di frequente si assiste a questi scambi sono quelli delle intermediazioni monetarie e finanziarie (13,6%), sanità e altri servizi sociali (8,8%) e costruzioni (7,4%).
Emerge dalla ricerca sulla corruzione realizzata dall’Istituto nazionale di statistica attraverso domande poste direttamente alle famiglie. “Si tratta di un approfondimento che per la prima volta vuole offrire una stima del numero di famiglie coinvolte nel corso della propria vita in dinamiche corruttive: sono state intervistate 43mila persone tra i 18 e gli 80 anni di età”.

Nella mappa della corruzione del Belpaese, gli emiliano-romagnoli superano tutto il nord Italia (tranne la Liguria) ma anche Toscana, Marche, Umbria e sono a pari merito con la Calabria.
Ma dove la nostra regione eccelle (si fa per dire) è nella concussione (insieme all’Abruzzo), ma va forte anche la raccomandazione, “malcostume che appare più diffuso nelle regioni del Centro Italia (11,3%) e al Nordest (10,8%), in particolare in Emilia Romagna, Lazio, Umbria e Veneto, e nei comuni centro dell’area metropolitana (9,2%)”.

Se si guarda invece al voto di scambio, dove lo scettro va al sud e alle isole, l’Emilia Romagna si colloca al di sotto della media nazionale ma con importanti differenze da altre regioni del nord: se il Friuli Venezia Giulia ha una percentuale dell’1,1%, il Piemonte del 3%, così come la Lombardia, l’Emilia Romagna si trova al 3,5% (come la Liguria).

Nel capitolo delle persone che conoscono qualcuno (amici, parenti, colleghi) a cui è stato richiesto denaro, favori, regali in cambio di servizi, fra i settori principali in cui si è verificata la richiesta in Emilia Romagna emerge quello del lavoro, e in questa graduatoria si piazza al decimo posto dietro – in ordine – Puglia (24,9), Abruzzo (12,8), Lazio (11,8), Basilicata (9,4), Campania (9,4) Sardegna (8,8), Liguria (8), Umbria (8), Sicilia (7,4). L’Emilia Romagna è al 5,2, assai distante da Lombardia (2,8), Veneto (2,4), Piemonte (2,2), Toscana (3,8). Ma anche negli uffici pubblici le stesse richieste non sono basse e l’Emilia Romagna si trova al decimo posto.

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