Quarta puntata dell’inchiesta sulla gestione dell’“oro blu”. Drammatici i dati resi noti dall’osservatorio regionale, suddivisi per provincia: la nostra è quella che fa peggio delle altre.
Circa 10 milioni di metri cubi di acqua si perdono ogni anno in provincia di Rimini a causa dell’inefficienza della rete idrica: una quantità pari a più della metà dell’acqua presente in questi giorni nell’invaso di Ridracoli.
Allargando lo sguardo all’intera Emilia-Romagna, le perdite idriche annuali (136,5 milioni di metri cubi) sopravanzano di circa 46 milioni di metri cubi il totale di risorsa naturale prelevata nell’anno dalla sola Romagna Acque (90,8 milioni). In altre parole, nel ciclo idrico integrato regionale ogni anno si disperde una quantità di gran lunga superiore all’intera produzione di Ridracoli.
Sono i dati drammatici che emergono dai rapporti regionali sul funzionamento, e sulle disfunzioni, del Servizio Idrico Integrato.
Pur mettendo nel conto che la situazione lungo la via Emilia è migliore di quella di altre realtà della penisola, questi numeri sbalordiscono. Infatti non vengono praticamente mai comunicati dagli enti locali, che a loro volta sono soci di maggioranza e detentori delle società pubbliche responsabili della gestione del servizio.
Questi temi – i costi crescenti delle bollette, i guadagni milionari dei gestori, i disservizi – sono già stati oggetto di altri articoli di Riminiduepuntozero, nell’ambito di un’inchiesta sul business dell’acqua potabile, della depurazione e della fognatura (uno, due, tre), che non finisce qui.
Torniamo ora all’oggettività dei numeri.
La Regione dichiara che nel suo territorio i vari gestori prelevano acqua dall’ambiente per 450 milioni di metri cubi (anno 2014), l’anno precedente 451 milioni. La perdita totale regionale è di 136,5 milioni di metri cubi (2014), l’anno precedente 130,7. Quindi poco meno di un terzo dell’acqua prelevata dall’ambiente viene perduta dai gestori per inefficienze varie: manutenzione e servizio agli impianti, disservizi, condotte di distribuzione (che costituiscono la fetta più ingente della perdita con 108 milioni di metri cubi), errori di misura.
Per quanto riguarda il solo ambito provinciale di Rimini, le perdite del gestore Hera sono di 9,8 milioni di metri cubi (2014), l’anno precedente 8,7 milioni. Questo dato assume un notevole significato, se pensiamo che i volumi di acqua presente nell’invaso di Ridracoli vanno generalmente da un minimo di 12-13 milioni di metri cubi ad un massimo di 33 milioni (dati dichiarati da Romagna Acque e disponibili sul sito web della società forlivese). La perdita annua in provincia di Rimini equivale dunque alla metà dello svuotamento della diga in un periodo di secca come quello di questi giorni (il dato di quantità dell’invaso pubblicato dalla stampa locale è di 18 milioni).
Sommando la perdita annuale delle due province, Rimini e Forlì-Cesena (16,5 milioni di metri cubi), il dato equivale in pratica allo svuotamento totale del bacino bidentino.
I dati di cui disponiamo e che citiamo, sono certificati e resi noti dalla Regione Emilia-Romagna, Settore Regolazione servizi pubblici ambientali, Osservatorio regionale servizi idrici e di gestione dei rifiuti urbani, che a partire dal 2014 pubblica nei suoi Rapporti annuali di monitoraggio del servizio idrico integrato (SII), fra l’altro, anche i dati sulle perdite di acqua per ogni bacino tariffario.
In attesa che venga pubblicato, a breve, il Rapporto sul servizio nel 2016, vediamo le cifre dei rapporti 2014 e 2015, rispettivamente sulle annualità 2013 e 2014. Limitiamoci alle province del territorio romagnolo e a quelle contigue. Abbiamo sommato le “perdite amministrative” con le “perdite fisiche” riferendo il dato totale in milioni di metri cubi.
Nostre elaborazioni, fonte dati: Regione Emilia-Romagna, Rapporto 2014 di monitoraggio dei servizi pubblici ambientali – Servizio Idrico Integrato, luglio 2015; Regione Emilia-Romagna, Rapporto 2015 di monitoraggio dei servizi pubblici ambientali – Servizio Idrico Integrato, maggio 2016
Nell’ultimo rapporto regionale disponibile, i dati delle perdite sono suddivisi anche per tipologia.
Ad esempio, per Rimini si perdono 511mila metri cubi di acqua causa “manutenzione e servizio agli impianti”, 196mila metri cubi per “disservizi”, 1,5 milioni di metri cubi per “errori di misura”; infine i tre quarti dell’acqua buttata via (ben 7,5 milioni di metri cubi) è per causa delle “condotte di distribuzione”.
Balza all’occhio la tendenza progressiva all’aumento delle perdite, anziché alla diminuzione.
Nella scorsa puntata dell’inchiesta, sulla base dei dati dichiarati dalle multiutility, abbiamo già messo in rilievo che nel giro di tre lustri, la gestione politico-industriale dell’acqua in Emilia-Romagna è arrivata fino a raddoppiare la percentuale delle perdite di rete.
Ma ora veniamo ai dati puntuali del territorio di riferimento negli ultimissimi anni.
Per quanto riguarda Rimini, l’incremento percentuale della perdita idrica fra il 2013 e il 2014 è stata a due cifre, del 12,6%. A Forlì-Cesena del 2,3%. A Ravenna del 4,1%. A Ferrara del 3,4%. A Bologna del 6,5%. A Modena del 9,9%. La media di aumento nei sei bacini gestiti in regione da Hera è del 6,9%. La media regionale di aumento in Emilia-Romagna è stata del 4,4%.
Risultato, il territorio più “colabrodo” sotto l’aspetto dell’aumento delle perdite è quello riminese. Proprio quello in cui si registrano i maggiori rialzi delle bollette pagate dai cittadini. Primati negativi che non dicono niente di buono.
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