Da tre mesi c’è un furgone vandalizzato in via Fantoni

Da tre mesi c’è un furgone vandalizzato in via Fantoni

Non sarà il prodromo di una discarichetta abusiva in centro, tollerata per indolenza e menefreghismo? Tanto difficile rimuoverlo?

Via Fantoni è una strada che da via Abruzzo, appena a ridosso del parco Giovanni Paolo II, sfocia in via Flaminia Conca tra il Tribunale e il Comando provinciale dei Carabinieri. Difronte ai campi da calcio della Polisportiva Stella, dall’altra parte della strada c’è un automezzo vandalizzato, fermo in un’area di sosta da circa tre mesi.
Come è possibile che nessuno, oltre ai residenti, chi si occupa della pulizia delle strade o raccolta rifiuti, le forze dell’ordine che transitano da lì, si sia mai accorto di quel furgone giallo? Il veicolo è stato rubato, abbandonato o che altro?

Non sarà il prodromo di una discarichetta abusiva in centro, tollerata per indolenza e menefreghismo, come sono abituati a vedere in alcune grandi città italiane? All’automezzo manca perfino il motore. Forse è stato smontato e messo nel vano posteriore insieme con un’accozzaglia di altri oggetti, compreso uno scooter.

In trenta e passa giorni nessuno ha visto o sentito nulla. Stampigliato da qualche parte ci sarà un numero di telaio; lo stesso dicasi per lo scooter che si vede all’interno. In un modo o nell’altro si risale al proprietario. Mica siamo nel deserto del Gobi. Non fisicamente, almeno. E non posso nemmeno pensare che per rimuovere quel disastrato veicolo sia necessario il permesso del cialtrone che lo ha piantato là. Quando passo per via Fantoni e pur senza binocolo, visore agli infrarossi o metal detector, vedo quella ferraglia, mi fermo immediatamente per fotografarla.

In lontananza noto due signore che parlano sulla soglia di una casa. Mi avvicino. Chiedo se sappiano qualcosa del furgone. Riferiscono di vederlo inchiodato dov’è, da più di un mese. Già che i sono, domando anche se in loco prosegua ancora il via vai notturno di auto a “luci rosse”. Mi dicono che il mondo degli “scambisti” non fa più riferimento a quell’area, ora blandamente frequentata dalla prostituzione “gay”. Lamentano invece che il problema più importante è purtroppo rappresentato dallo spaccio di droga. «Lo scriva che la stazione dei carabinieri dista poco più di 300 metri. Che ci vuole a stroncare il fenomeno?».

Rispondo che non so cosa ci voglia, ma che senza dubbio lo scriverò. «Allora scriva anche che in Comune abbiamo segnalato fino alla noia che all’inizio della via le radici degli alberi hanno gonfiato e reso pericoloso l’asfalto, ma nessuno è mai venuto a vedere e a provvedere». A quel punto, nonostante la giornata afosa, con una scusa scivolo via con un brivido che mi serpeggia lungo la schiena. Quel “provvedere” riferito agli alberi, tuttora mi ronza sinistramente profetico nelle orecchie. A Rimini, meglio che qualcuno “provveda” a sloggiare verso la galera gli spacciatori e a togliere dalla vista quel catorcio di furgone. Già basterebbe…

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